L’anno della riapertura di Notre Dame, la cattedrale di Parigi che ha ripreso vita dopo l’incendio di cinque anni fa, coincide per l’arcidiocesi di Parigi con il boom dei catecumeni adulti, segno di una fede viva che genera conversioni. Ma anche con una crescita dei casi di abuso riportati e di risposta agli abusi, che mostra come l’impegno dell’arcidiocesi di Parigi sul tema è forte.
L’arcidiocesi di Parigi ha pubblicato la scorsa settimana il suo rapporto annuale, in occasione della ripresa delle attività. Un anno liturgico un po’ allargato, che abbraccia diversi eventi importanti per i cattolici nella capitale francese, e che si centra proprio sulla riapertura di Notre-Dame.
Ma i numeri da tenere d’occhio sono quelli dei catecumeni adulti. Sono stati 672 lo scorso anno, tra cui 177 studenti e 160 giovani.
Nel corso dell’anno, hanno poi ricevuto la cresima 1016 adulti, nelle celebrazioni di gennaio (132) e di Pentecoste (780) e in varie celebrazioni diocesane (per un totale di 104). Il più vecchio di questi catecumeni adulti aveva 83 anni.
L’arcidiocesi di Parigi sciorina con orgoglio il dato che nel suo territorio ci sono il 10 per cento dei catecumeni di tutta la Francia.
Nel 2024, il 75 per cento dei catecumeni adulti aveva comunque meno di 40 anni.
Capitolo abusi. Secondo il rapporto dell’arcidiocesi di Parigi, al 30 giugno 2025 erano pendenti 31 procedimenti giudiziari per abusi nella sola diocesi di Parigi, un numero tutt’altro che trascurabile. L’aumento è degno di nota anche perché il loro numero è più che raddoppiato: da 14 a 31 procedimenti in un anno.
Il vescovo Emmanuel Tois, ausiliare di Parigi che si occupa degli abusi, ha commentato con soddisfazione i risultati, perché – ha detto – dopo un periodo segnato da numerosi e gravi abusi “diversi decenni fa”, oggi è semplicemente necessario mantenere una “vigilanza costante”.
I dati pubblicati qui riguardanti la gestione delle situazioni di abuso, pur non essendo paragonabili, sia per numero che per gravità degli atti, a quanto sperimentato dalla Chiesa diversi decenni fa, dimostrano che nella Chiesa possono ancora essere commessi reati sessuali.
I numeri dei casi di abuso si riferiscono a situazioni che vanno dall’1 luglio 2024 al 30 giugno 2025. Durante quel periodo di tempo, ci sono state 8 relazioni inviate al pubblico ministero, 7 segnalazioni depositate senza che ci fosse un seguito, e 6 persone processate.
Di queste, 2 sono state sottoposte a indagine giudiziaria, una è stata citata in giudizio ma non ancora processata, due persone sono state condannate in primo grado e sono ora in appello, una persona è stata assolta.
Ci sono 31 procedure in corso al 30 giugno 2025 (segnalazioni della diocesi o denunce rivolte direttamente dalla vittima alla Polizia o al Pubblico Ministero).
Per quanto riguarda i processi canonici, ci sono 2 procedure avviate, con due persone che sono state oggetto di una decisione canonica che ha chiuso la procedura, mentre ci sono 14 procedure in corso al 30 giugno 2025. (AS).