“Il Giubileo ci rende pellegrini di speranza, perché intuiamo un grande bisogno di rinnovamento che riguarda noi e tutta la terra”. Lo ha detto stamane Papa Leone XIV, aprendo in piazza San Pietro l’udienza giubilare.
Il Papa sottolinea il verbo intuire che “descrive un movimento dello spirito, una intelligenza del cuore che Gesù ha riscontrato soprattutto nei piccoli, cioè nelle persone di animo umile. Spesso, infatti, le persone dotte intuiscono poco, perché presumono di conoscere. È bello avere ancora spazio nella mente e nel cuore, perché Dio si possa rivelare. Quanta speranza quando sorgono nuove intuizioni nel popolo di Dio”.
Quello dei piccoli – ha aggiunto – è “il sensus fidei, che è come un sesto senso delle persone semplici per le cose di Dio. Dio è semplice e si rivela ai semplici. Per questo c’è un’infallibilità del popolo di Dio nel credere, della quale l’infallibilità del Papa è espressione e servizio”.
Il Papa ricorda la storia di Ambrogio, grande vescovo di Milano, come esempio di “come la speranza possa venire dalla capacità del popolo di intuire”. E’ il popolo a volere vescovo Ambrogio ma lui “prima non vuole, persino fugge. Poi comprende che quella è una chiamata di Dio, allora si lascia battezzare e ordinare vescovo. E diventa cristiano facendo il vescovo! Vedete che grande regalo fatto dai piccoli alla Chiesa? Anche oggi questa è una grazia da chiedere: diventare cristiani mentre si vive la chiamata ricevuta! Il popolo ha questo fiuto: capisce se stiamo diventando cristiani o no. E ci può correggere, ci può indicare la direzione di Gesù”.
“Intuire – ha concluso il Pontefice – è un modo di sperare, non dimentichiamolo! Anche così Dio fa andare avanti la sua Chiesa, mostrandole nuove strade. Intuire è il fiuto dei piccoli per il Regno che viene. Che il Giubileo ci aiuti a diventare piccoli secondo il Vangelo per intuire e servire i sogni di Dio”.
Prima di concludere l’udienza giubilare, Papa Leone XIV è tornato a parlare dell’Ucraina.
Il Pontefice ha ricordato che in “Ucraina viene beatificato il sacerdote Pietro Paolo Oros, dell’eparchia di Mukachevo ucciso nel 1953 in odio alla Fede”.
“Quando la chiesa Greco Cattolica fu messa fuori legge – ha ricordato il Papa – egli rimase fedeli al successore di Pietro e coraggio a svolgere clandestinamente il ministero consapevole dei rischi. Invochiamo l’intercessione di questo nuovo Beato affinché ottenga per il caro popolo ucraino di perseverare con fortezza nella fede e nella speranza nonostante il dramma della guerra”. (ACI Stampa).