Il commento al Vangelo di oggi, domenica 18 giugno, di Don Giulio Dellavite.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Il commento al Vangelo
A volte si giudica qualcuno dalle persone che frequenta. Se questo fosse vero, Gesù è messo male: Giuda il traditore, Pietro che rinnega, gli Apostoli che per paura lo lasciano solo, poi ci sono le prostitute, gli ossessi, i ladroni, i poco di buono. Per non parlare poi di chi lo ha seguito nei secoli, con le solite sempre citate vicende più tristi della Chiesa. Si potrebbe dire anche il contrario: Giuda pareva irreprensibile perché vicino al Signore, finché si è rivelato per quello che era, lui almeno per una buona cifra, mentre oggi tanti puritani tradiscono e svendono gli altri per molto meno o anche gratis. Gesù ci presenta i suoi amici e i suoi 5 valori dell’amicizia, che sembrano strani, eppure sono attuali e ci toccano sul vivo.
La parola “infermi”
Guarite gli infermi. Non dice “malati” in genere, ma infermi. Prima qualità dell’amico è smuovere ciò che si è paralizzato, bloccato, impantanato, ossidato, incallito, rattrappito. Risuscitate i morti. Seconda qualità è ridare vita, rinvigorire, sfidare ciò che sembra finito, andando oltre, nonostante tutto. Purificate i lebbrosi. Terza qualità è disinfettare il marcio, ciò che fa male, fa soffrire, rovina, imbruttisce, allontana. Scacciate i demoni. Quarta qualità è combattere il negativo che rende “posseduti”: pregiudizi, fissazioni, pretese, gelosie, invidie, ossessività, possessività, ingiustizie, mediocrità. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. La quinta dimensione è determinante perché fa rendere conto che le precedenti noi le riceviamo molto più che farle. Le qualità dell’amicizia sono degli altri e impreziosiscono noi. Di solito si pensa agli Apostoli come a “supereroi”, ma tanti lo sono con noi, realizzando l’essere amici di Gesù.
La canzone di Mr.Rain
Lo ha cantato benissimo Mr Rain a Sanremo 2023: Non puoi combattere una guerra da solo. Il cuore è un’armatura: ci salva ma si consuma. A volte chiedere aiuto ci fa paura, ma basta un solo passo come il primo uomo sulla luna, perché da fuori non si vede quante volte hai pianto. Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro. Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro. Camminerò a un passo da te e fermeremo il vento come dentro gli uragani: supereroi, come io e te. Se avrai paura allora stringimi le mani perché siamo invincibili vicini. E ovunque andrò sarai con me. Supereroi, solo io e te: due gocce di pioggia che salvano il mondo dalle nuvole. Ci sono ferite che non se ne vanno nemmeno col tempo, più profonde di quello che sembrano: guariscono sopra la pelle, ma in fondo ti cambiano dentro. Ho versato così tante lacrime fino ad odiare me stesso, ma ogni volta che ho toccato il fondo tu c’eri lo stesso. Quando siamo distanti, ogni volta che piangi, piange pure il cielo. Non ho molto da darti, ma ti giuro che camminerò a un passo da te… Mi basta un attimo e capisco che ogni cicatrice tua è anche mia. Mi basta un attimo per dirti che con te ogni posto è casa mia.Forse dovremmo cominciare a giudicare noi stessi valutando chi ci frequenta (Dio per primo) nonostante noi.