Alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra il 20 giugno, la Comunità di Sant’Egidio organizza la veglia ”Morire di Speranza” insieme alle altre associazioni impegnate nell’accoglienza e nell’integrazione delle persone fuggite da guerre o da situazioni insostenibili nei loro Paesi (Associazione Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes
Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Scalabrini Migration International Network, ACLI, Associazione Comunità PapaGiovanni XXIII, ACSE). A Roma, nella basilica di Santa Maria in Trastevere e in piazza, domani, alle 18,30, verranno ricordate le 66mila persone morte dal 1990 a oggi nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte, via terra, dell’immigrazione verso l’Europa.
Il conteggio
Un conteggio drammatico, che nell’ultimo anno ha subito una preoccupante accelerazione: sono infatti ben 800 le persone che, da gennaio, hanno perso la vita nel Mediterraneo e lungo le vie di terra nel tentativo di raggiungere il nostro continente, come accaduto nei giorni scorsi a largo di Roccella Jonica e Lampedusa. Una tragedia dai costi umani elevatissimi – 5 morti al giorno – che deve scuotere la coscienza dell’Europa e spingerla a ripristinare missioni di salvataggio in mare e aprire vie legali e sicure, sul modello dei corridoi umanitari.
Durante la veglia di Santa Maria in Trastevere, che sarà presieduta dal card. Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza episcopale italiana, verranno ricordati alcuni nomi di chi è scomparso e accese candele in loro memoria. Nella basilica e in piazza, attraverso un maxischermo, parteciperanno numerosi immigrati di diversa origine, alcuni dei quali venuti in Italia con i corridoi umanitari, e saranno presenti anche familiari e amici di chi ha perso la vita in mare.