Ad Alatri, in provincia di Frosinone, si conserva ancora oggi presso la Cattedrale di S. Paolo Apostolo, la reliquia del miracolo eucaristico avvenuto nel 1228 che consiste in un frammento di particola convertita in carne. Una giovane donna, per riconquistare l’amore del suo fidanzato, si rivolge ad una fattucchiera che le ordina di rubare un’ostia consacrata per farne un filtro d’amore. Durante una Messa la ragazza riesce a prelevare un’ostia che nasconde in un panno, ma arrivata a casa si accorge che l’ostia si è trasformata in carne sanguinante. Di questo Prodigio ne parlano numerosi documenti, tra cui la Bolla di Gregorio IX.
L’indagine sul miracolo eucaristico
Nell’archivio capitolare del vescovado di Alatri si conserva ancora oggi il documento originale della Bolla Fraternitatis Tuae (13 Marzo 1228) attraverso la quale Papa Gregorio IX autorizza il Vescovo di Alatri, Giovanni V, a procedere all’indagine sul miracolo eucaristico avvenuto nella sua diocesi. Il prodigio avviene in un contesto culturale che vede un generale allontanamento del popolo cristiano verso il culto eucaristico. Con il Concilio Lateranense IV (1215) la Chiesa ufficiale aveva già iniziato a porre rimedio a questo raffreddamento.
La posizione della Chiesa nel Concilio del 1215
In esso veniva ribadito con veemenza il dogma cattolico della reale presenza di Gesù nel pane e nel vino consacrato e della transustanziazione:“Una è la Chiesa universale dei fedeli, fuori delle quale nessuno assolutamente si salva. In essa lo stesso Gesù Cristo è sacerdote e vittima, il suo corpo e il suo sangue sono contenuti realmente nel Sacramento dell’altare, sotto le specie del pane e del vino, transustanziati il pane nel corpo. il sangue nel vino per divino potere; cosicché per adempiere il mistero dell’unità, noi riceviamo da lui già che egli ha ricevuto noi. Questo sacramento non può compierlo nessuno, se non il sacerdote, che sia stato regolarmente ordinato, secondo i poteri della Chiesa che lo stesso Gesù Cristo concesse agli apostoli e ai loro successori”.
Il testo della Bolla pontificia
Ecco il testo della Bolla pontificia: «Gregorio Vescovo servo dei servi di Dio al Ven. Fratello Vescovo di Alatri salute ed Apostolica benedizione. Abbiamo ricevuto la tua lettera, fratello carissimo, che ci informava come una certa giovane suggestionata dal cattivo consiglio di una malefica donna, dopo aver ricevuto dal sacerdote il Corpo sacratissimo di Cristo, lo trattenne nella bocca fino al momento in cui, colta l’occasione favorevole, lo poté nascondere in un panno, dove, dopo tre giorni, ritrovò lo stesso Corpo, che aveva ricevuto in forma di pane, trasformato in carne, come tuttora ognuno può constatare coi propri occhi. Poiché l’una e l’altra donna ti hanno tutto ciò umilmente rivelato, desideri un nostro parere circa la punizione da infliggere alle colpevoli. In primo luogo, dobbiamo rendere grazie, con tutte le nostre forze, a Colui che, pur operando in ogni cosa in modo meraviglioso, tuttavia in qualche occasione ripete i miracoli e suscita nuovi prodigi, affinché, irrobustendo la fede nelle verità della Chiesa Cattolica, sostenendo la speranza, riaccendendo la carità, richiami i peccatori, converta i perfidi e confonda la malvagità degli eretici. Pertanto, fratello carissimo, a mezzo di questa lettera apostolica, disponiamo che tu infligga una punizione più mite alla giovane, che riteniamo abbia compiuto l’azione delittuosa più per debolezza che per cattiveria, specialmente perché è da credersi che si sia sufficientemente pentita nel confessare il peccato. Alla istigatrice poi, che con la sua perversione la spinse a commettere il sacrilegio, dopo averle applicato quelle misure disciplinari che crediamo opportuno di affidare al tuo criterio, imponi che, visitando i Vescovi più vicini, confessi umilmente il suo reato implorando con devota sottomissione il perdono».
Il perdono del Papa
Il Sommo Pontefice aveva interpretato l’episodio come un segno contro le diffuse eresie circa la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia e perdonò le due donne pentite. In occasione del 750° anniversario è stata coniata una medaglia commemorativa che rappresenta da una parte la facciata della Cattedrale sormontata dal reliquiario dell’Ostia Incarnata e, dall’altra, la figura del busto di Papa Gregorio IX con la Bolla pontificia.
La storia del miracolo di Alatri
Scrive Padre Nasuti, nel suo libro dedicato alla narrazione dei 17 miracoli eucaristici avvenuti in Italia: «Una ragazza, poco più che adolescente, addolorata per un amore non più corrisposto, si rivolse ad una fattucchiera, per riavere l’amato del suo cuore. La maliarda, come soluzione, suggerì di procurarle un’ostia consacrata, con cui poter preparare un efficace filtro amoroso e le assicurò, in questo modo, il ritorno del ragazzo. Sentito un flebile richiamo della coscienza, la ragazza tentennò: ma, di fronte alle istruzioni sicure e convincenti della donna, il giorno dopo si recò alla Messa (nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano) e, fatta la comunione, riuscì senza farsi vedere a portare a casa l’ostia consacrata avvolta in un fazzoletto. In attesa di portare il piccolo-grave peso alla maga, lo nascose dentro la madia del pane. Passò una notte terribile, combattuta dal dubbio se portare a termine il sacrilego intento o restituire il santissimo carico al sacerdote. Passarono così tre giorni in una tremenda altalena: quando si decise di portare l’ostia consacrata alla fattucchiera, aprendo la madia restò esterrefatta: invece dell’ostia bianca trovò un’ostia di carne viva. Spaventata, corse dal sacerdote e confessò il terribile peccato. Il ministro di Dio andò a prelevare l’involto e lo portò al Vescovo, che era Giovanni V. Il Vescovo si affrettò a comunicare la notizia al Sommo Pontefice Gregorio IX, per iscritto, chiedendo consigli sul “da farsi”.
La frase di oggi
SANT’IGNAZIO DI ANTIOCHIA, Epistola ad Smyrnaeos, 7,1
«Senza la costante presenza del nostro Divino maestro, mai sarei capace di mettere in pericolo la mia vita per i lebbrosi. Ai piedi dell’altare incontriamo la forza necessaria nella nostra solitudine. Senza il Santo Sacramento, una situazione come la mia sarebbe insostenibile. Ma con il mio Signore accanto, posso continuare per sempre, felice e contento; con questa pace gioiosa nel cuore e il sorriso sulle labbra, lavoro con entusiasmo per il bene dei poveri e dei lebbrosi sfortunati; così, poco a poco, e senza molto rumore, continuo facendo del bene».
I Miracoli Eucaristici nel Mondo – Mostra internazionale ideata dal servo di Dio, CARLO ACUTIS