Dopo l’Angelus Papa Francesco ha toccato molti temi a partire dal vaiolo delle scimmie. “Solidarietà alle persone colpite dal vaiolo delle scimmie. È un’emergenza sanitaria globale. A nessuno manchi adeguata assistenza medica”, ha detto il Pontefice.“Continuo a seguire con dolore i combattimenti in Ucraina e nella Federazione russa”, ha detto poi Francesco. “E pensando alle norme di legge adottate di recente in Ucraina – ha proseguito – mi sorge un timore per la libertà di chi prega, perché chi prega veramente prega sempre per tutti. Non si commette il male perché si prega. Se qualcuno commette un male contro il suo popolo sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato”. “E allora si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua Chiesa – ha aggiunto -. Per favore, non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana. Le Chiese non si toccano!”.
Poi la preghiera per il Nicaragua, in questo momento di difficoltà. Leonel Balmaceda e Denis Martínez, i due sacerdoti arrestati in Nicaragua il 10 e l’11 agosto, sono stati espulsi dal governo e inviati a Roma. Sono 245 i religiosi espulsi dal 2018. Infine il pensiero va ai paesi in guerra, Palestina Israele e Mynamar perché tutti trovino pace. Un saluto ai sacerdoti americani e ai ragazzi disabili.
Non è facile seguire Gesù,ma solo lui ha parole di vita
“Le scelte di Gesù spesso vanno oltre la mentalità comune, oltre i canoni stessi della religione istituzionale e delle tradizioni, al punto da creare situazioni provocatorie e imbarazzanti. Non è facile seguirlo”, ha detto papa Francesco all’Angelus, commentando il Vangelo del giorno. “Eppure, tra i tanti maestri di quel tempo – ha proseguito il Pontefice -, Pietro e gli altri apostoli hanno trovato solo in Lui la risposta alla sete di vita, di gioia, di amore che li anima; solo grazie a Lui hanno sperimentato la pienezza di vita che cercano, oltre i limiti del peccato e perfino della morte. Perciò non se ne vanno: anzi tutti, tranne uno, pur tra tante cadute e pentimenti, rimarranno con Lui fino alla fine”.
Le parole di Papa Francesco all’Angelus
E secondo Francesco, “ciò riguarda anche noi: pure per noi, infatti, non è facile seguire il Signore, comprendere il suo modo di agire, fare nostri i suoi criteri e i suoi esempi”. “Però, più gli stiamo vicini – più aderiamo al suo Vangelo, riceviamo la sua grazia nei Sacramenti, stiamo in sua compagnia nella preghiera, lo imitiamo nell’umiltà e nella carità -, più sperimentiamo la bellezza di averlo come amico, e ci rendiamo conto che solo Lui ha ‘parole di vita eterna’”, ha sottolineato. “Allora ci chiediamo – ha esortato il papa -: quanto è presente Gesù nella mia vita? Quanto mi lascio toccare e provocare dalle sue parole? Posso dire che sono anche per me ‘parole di vita eterna’?”.
Il messaggio agli scout
E’ ”delicato” il vostro ”impegno educativo nei confronti di ragazzi, adolescenti e giovani che vanno accompagnati con sapienza e sostenuti con affetto. Ciò richiede una formazione di qualità”, anzitutto ”la disposizione ad ascoltare e a empatizzare con gli altri”. In particolare si tratta ”di sviluppare la capacità di ascolto e l’arte del dialogo”. Lo dice Papa Francesco nel messaggio all’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci) in occasione della Route nazionale delle Comunità Capi 2024 in corso a Verona dal 22 al 25 agosto.
”È necessario anche considerare l’impatto formativo che la vita e il comportamento dei formatori hanno sulle Branche che compongono l’Associazione. I formatori educano in primis con la loro vita, più che con le parole. La vita del formatore, la sua costante crescita umana e spirituale come discepolo di Cristo, sostenuto dalla grazia di Dio, è un fattore fondamentale di cui dispone per conferire efficienza al suo servizio alle giovani generazioni. Di fatto, la sua stessa vita testimonia quello che le sue parole e i suoi gesti cercano di trasmettere nel dialogo e nell’accompagnamento formativo”. ”Rinnovo il mio apprezzamento all’intera vostra Associazione, rilevante realtà educativa nella Chiesa e vi incoraggio a fare sempre più di essa una palestra di vita cristiana, occasione di comunione fraterna, scuola di servizio al prossimo, specialmente ai più disagiati e bisognosi. Non lasciatevi paralizzare dalle difficoltà, ma mettetevi sempre in marcia alla ricerca del progetto che Dio ha su ciascuno”.
Il Papa benedice lavori di recupero dell’antico episcopio di Assisi
Il Papa ha benedetto i lavori di recupero dell’antico episcopio di Assisi. Nell’incontro privato avuto con il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, il Pontefice “è rimasto molto ben impressionato” dalle foto del cantiere, su ciascuna delle quali ha voluto apporre la sua firma in segno di benedizione e incoraggiamento. Lo riferisce la diocesi umbra in un comunicato. Monsignor Sorrentino ha esposto i progetti che si stanno portando avanti, soffermandosi in particolare sulla valorizzazione del Santuario della Spogliazione dove è sepolto il beato Carlo Acutis che sta attirando tanti fedeli da ogni parte del mondo e la cui reliquia sta accompagnando tante “missioni” da Assisi in diverse nazioni e continenti. Al Santo Padre il vescovo ha fatto dono di una pre-stampa del libro Originali non fotocopie, alla sua terza edizione aggiornata e aumentata, che sintetizza il messaggio del Santuario della Spogliazione, mettendo a confronto la figura del Poverello con quella del giovane Carlo.
“È stato davvero un colloquio cordiale, direi, amicale” ha detto Sorrentino. “Ringrazio in particolare il Santo Padre – ha aggiunto – per aver benedetto i lavori, che sono appena ripresi dopo un periodo di sosta, ed auspico che egli possa accettare l’invito che gli ho fatto a tornare nella nostra Città. Quando verrà, insieme con altre tappe, spero possa mettere in programma anche una speciale visita al nostro Santuario diocesano sia per soffermarsi davanti alla tomba del beato Carlo, ormai santo, sia per visitare i luoghi, riesumati dai recenti scavi, dell’antico vescovado frequentato da Francesco. Ho ritenuto per questo importante informare il Santo Padre sull’avanzamento dei lavori, per averne consigli e incoraggiamento. Assisi – ha concluso il vescovo – si prepara ad anni ed eventi importanti: dalla canonizzazione del Beato Acutis all’ottavo centenario del Cantico delle Creature, da quello, nel 2026, della morte di San Francesco, fino ai quarant’anni dello Spirito di Assisi (27 ottobre 2026)”.
Foto: Vatican Media