“Nelle nostre società, purtroppo, sono molti i modi in cui i bambini subiscono abusi e maltrattamenti. L’abuso sui minori, di qualunque natura esso sia, è un atto spregevole, è un atto atroce. Non è semplicemente una piaga della società, è un crimine; è una gravissima violazione dei comandamenti di Dio”. Lo ha detto oggi Papa Francesco nell’udienza generale.
“Nessun minore dovrebbe subire abusi – ha continuato il Pontefice – anche un solo caso è già troppo. Occorre, dunque, risvegliare le coscienze, praticare vicinanza e concreta solidarietà con i bambini e i ragazzi abusati, e nello stesso tempo costruire fiducia e sinergie tra coloro che si impegnano per offrire ad essi opportunità e luoghi sicuri in cui crescere sereni”.
“Combattere lo sfruttamento, in particolare quello minorile, è la strada maestra per costruire un futuro migliore per tutta la società”. “E allora dobbiamo chiederci – ha detto ancora il Santo Padre -: io cosa posso fare? Prima di tutto dovremmo riconoscere che, se vogliamo sradicare il lavoro minorile, non possiamo esserne complici. E quando lo siamo? Ad esempio quando acquistiamo prodotti che impiegano il lavoro dei bambini. Come posso mangiare e vestirmi sapendo che dietro quel cibo o quegli abiti ci sono bambini sfruttati, che lavorano invece di andare a scuola?”. “La consapevolezza su quello che acquistiamo è un primo atto per non essere complici”, ha aggiunto.
“Ancora oggi nel mondo, centinaia di milioni di minori, pur non avendo l’età minima per sottostare agli obblighi dell’età adulta, sono costretti a lavorare e molti di loro sono esposti a lavori particolarmente pericolosi. Per non parlare dei bambini e delle bambine che sono schiavi della tratta per prostituzione o pornografia, e dei matrimoni forzati”, ha affermato il Pontefice, nella sua catechesi dedicata oggi interamente a questi problemi.
Il Papa ha citato l’esempio di “un Paese in Sudamerica in cui si produce un frutto speciale, molto speciale, si chiama arandano, ma per fare la raccolta dell’arandano ci vogliono mani tenere, e fanno lavorare i bambini, schiavizzano i bambini”.
“Le povertà diffuse, la carenza di strumenti sociali di supporto alle famiglie, la marginalità aumentata negli ultimi anni insieme con la disoccupazione e la precarietà del lavoro queste cose sono fattori che scaricano sui più piccoli il prezzo maggiore da pagare”, ha spiegato. “Nelle metropoli, dove ‘mordono’ il divario sociale e il degrado morale, ci sono ragazzini impiegati nello spaccio di droga e nelle più disparate attività illecite. Quanti di questi ragazzini abbiamo visto cadere come vittime sacrificali! A volte tragicamente essi sono indotti a farsi ‘carnefici’ di altri coetanei, oltre che a danneggiare sé stessi, la propria dignità e umanità”.
E tuttavia, “quando in strada, nel quartiere della parrocchia, queste vite smarrite si offrono al nostro sguardo, spesso guardiamo dall’altra parte”. l Papa ha parlato anche del caso di un bambino suo connazionale argentino “che è stato rapito e non si sa dove sia finito. L’ipotesi è che sia stato mandato per togliere gli organi, Questo si fa, si fa. Alcuni tornano con le cicatrici. Per questo oggi voglio ricordare questo bambino”.
Secondo il Papa, “ci costa riconoscere l’ingiustizia sociale che spinge due bambini, magari abitanti dello stesso rione o condominio, a imboccare strade e destini diametralmente opposti, perché uno dei due è nato in una famiglia svantaggiata. Una frattura umana e sociale inaccettabile: tra chi può sognare e chi deve soccombere”. E ha esortato a “fermarci e prestare ascolto alla sofferenza di chi non ha voce, di chi non ha istruzione”.
Richiamando quindi a combattere lo sfruttamento dei bambini il Papa ha aggiunto: “Qualcuno dirà che, come singoli, non possiamo fare molto. È vero, ma ciascuno può essere una goccia che, insieme a tante altre gocce, può diventare un mare. Occorre però richiamare anche le istituzioni, comprese quelle ecclesiali, e le imprese alla loro responsabilità: possono fare la differenza spostando i loro investimenti verso compagnie che non usano e non permettono il lavoro minorile”. “Molti Stati e Organizzazioni Internazionali hanno già emanato leggi e direttive contro il lavoro minorile, ma si può fare di più – ha detto ancora -. Esorto anche i giornalisti a fare la loro parte: possono contribuire a far conoscere il problema e aiutare a trovare soluzioni. E ringrazio tutti coloro che non si voltano dall’altra parte quando vedono bambini costretti a diventare adulti troppo presto”.
Il Papa ha concluso la sua catechesi con una preghiera di Santa Teresa di Calcutta per i bambini e i loro diritti, aggiungendo: “Con la tenerezza e l’attenzione del suo sguardo, lei può accompagnarci a vedere i piccoli invisibili, i troppi schiavi di un mondo che non possiamo lasciare alle sue ingiustizie. Perché la felicità dei più deboli costruisce la pace di tutti”.
Foto: Vatican Media