Il Papa torna a parlare di “pace, specialmente nella martoriata Ucraina. È una guerra che, toccandoci più da vicino, ci mostra come in realtà – afferma in un discorso al Patriarcato ecumenico – tutte le guerre sono solo dei disastri, dei disastri totali: per i popoli e per le famiglie, per i bambini e per gli anziani, per le persone costrette a lasciare il loro Paese, per le città e i villaggi, e per il creato, come abbiamo visto recentemente a seguito della distruzione della diga di Nova Kakhovka.
Non possiamo rassegnarci alla guerra
Come discepoli di Cristo, non possiamo rassegnarci alla guerra, ma abbiamo il dovere di lavorare insieme per la pace. La tragica realtà di questa guerra che sembra non avere fine esige da tutti un comune sforzo creativo per immaginare e realizzare percorsi di pace, verso una pace giusta e stabile”.”Il Vangelo ci mostra che la pace non viene dalla mera assenza di guerra – sottolinea il Papa nel discorso rivolto al Patriarcato ecumenico – ma nasce dal cuore dell’uomo. A ostacolarla, infatti, è in ultima analisi la radice cattiva che ci portiamo dentro: il possesso, la volontà di perseguire egoisticamente i propri interessi a livello personale, comunitario, nazionale e persino religioso”.
Lo stile di Dio
Per il Pontefice “alle chiusure e agli egoismi va opposto lo stile di Dio che, come ci ha insegnato Cristo con l’esempio, è servizio e rinuncia di sé. Possiamo esser certi che, incarnandolo, i cristiani cresceranno nella comunione reciproca e aiuteranno il mondo, segnato da divisioni e discordie”.
Il messaggio ai partecipanti al meeting “La scienza per la pace”
Il Papa invita gli intellettuali a non isolarsi ma a dare il contributo per la costruzione dell’armonia e della pace. “Nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, la carità intellettuale – scrive il Papa in un messaggio ai partecipanti al II Meeting Internazionale ‘La scienza per la pace’ promosso dalla diocesi di Teramo-Atri e dall’Università degli Studi di Teramo, in collaborazione con la Pontificia Accademia delle Scienze – non può essere rinchiusa nei recinti dei Centri di ricerca o riservata solo agli ‘addetti ai lavori’, ma deve animare e sostenere la costruzione di una rinnovata prossimità, come ho indicato nell’Enciclica Fratelli tutti. Urge, quindi, che quanti sono coinvolti nell’investigazione scientifica scoprano la responsabilità storica del loro impegno nei diversi ambiti del sapere, superando la tentazione di isolarsi in sfere particolari, per promuovere una nuova cultura della conoscenza”. “Nella verità e nella carità è la via della pace, e una ricerca illuminata della verità nella carità porrà sempre più solide fondamenta per la costruzione di una società pacifica perché armonicamente ordinata al suo fine, nel rispetto della persona e nella grata corrispondenza ai doni di Dio”, conclude il Pontefice.