Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa e recitato l’Angelus di fronte a 40mila fedeli nello Stadio “Re Baldovino” a Bruxelles nel suo ultimo giorno del Viaggio Apostolico in Lussemburgo e Belgio cominciato giovedì scorso.
Le parole di Papa Francesco
Nell’omelia il Pontefice ha ricordato, parlando del Vangelo di oggi, che “Gesù ci sorprende sempre”. Poi è tornato a parlare degli abusi all’interno della Chiesa. “Tutti saremo giudicati – ha detto Papa Francesco – Nella Chiesa non c’e posto per gli abusi e per chi li copre. Non bisogna coprire gli abusi. Lo chiedo ai Vescovi”. “Bisogna guarire dalla malattia dell’abuso – ha continuato – Il male non si nasconde. Che si sappia. E che sia giudicato l’abusatore, sia laico, laica, prete o Vescovo. Che sia giudicato”. “Con la mente e con il cuore – ha detto ancora Francesco- torno alle storie di alcuni dei ‘piccoli’ che ho incontrato l’altro ieri. Ho sentito la loro sofferenza di abusati. Lo ripeto qui: nella Chiesa c’è posto per tutti, tutti, tutti, ma tutti saremo giudicati”.
Ha poi parlato del peccato: “Tutti siamo poveri peccatori, tutti. Il primo, io, e le persone abusate sono un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima che ci fa vergognare, e ci chiamano a convertirci”. Infine ha ricordato la frase che sua nonna gli diceva sempre: “Il diavolo entra dalle tasche”. “La Comunità dei credenti – ha concluso il Papa – non è una cerchia di privilegiati, è una famiglia di salvati, e noi non siamo inviati a portare il Vangelo nel mondo per i nostri meriti, ma per grazia di Dio, per la sua misericordia e fiducia che, al di là di tutti i limiti e peccati”.
L’Angelus
“Oggi si celebra la giornata del Migrante e Rifugiato – detto il Papa prima della preghiera dell’Angelus – Inviato tutti voi a vedere in ogni fratello il volto di Gesù che si è fatto ospite e pellegrino in mezzo a noi”. Poi il Pontefice ha parlato della situazione in Medio Oriente. “Seguo con dolore l’allargamento del conflitto in Libano. Questa guerra – ha detto – ha effetti devastanti sulla popolazione. Troppe persone continuano a morire giorno dopo giorno in Medioriente. Papa Francesco ha lanciato un appello: “Chiedo a tutte le parti che si cessi immediatamente il fuoco in Libano e a Gaza, si rilascino gli ostaggi e si permettano gli aiuti umanitari”. “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina”. In conclusione Papa Francesco dice ai fedeli di Dre loro unanotizia: “Al mio rientro – dice in conclusione – avvierò il processo di beatificazione di Re Baldovino. Chiedo che i vescovi del Belgio portino avanti questa causa”.
La partenza dal Belgio
L’Airbus A320 della Brussels Airlines con a bordo Papa Francesco decollato alle 13.21 dalla base aerea di Melsbroek per l’aeroporto di Roma Fiumicino dove è atterrato alle 14.59. Prima di imbarcarsi, il Pontefice ha attraversato la Guardia d’Onore, salutato il Seguito locale e la Delegazione belga. Un cantante con un piccolo coro ha cantato “Glory Glory Alleluja” e il Papa nel libro d’onore dell’ aeroporto ha lasciato scritto: ” Grato per l’accoglienza ricevuta alla Basa aerea di Melsbroek, auspico che essa sia sempre a servizio della pace nel Belgio, in Europa e nel mondo intero”.
Anna di Gesù
È beata Anna di Gesù. Papa Francesco durante la Messa allo stadio Re Baldovino di Bruxelles, ha beatificato la religiosa spagnola vissuta nel ‘600 che fu stretta collaboratrice di Santa Teresa d’Avila e fondò i monasteri di Bruxelles, Lovanio e Mons.
Nata il 25 novembre 1545 a Medina del Campo, in Spagna, nel 1570 entrò tra le Carmelitane scalze nel monastero di San José di Ávila e svolse l’anno di noviziato avendo come maestra santa Teresa di Gesù, con la quale, dopo tre mesi, si trasferì nella nuova fondazione della comunità di Salamanca.
Nel 1570 conobbe anche san Giovanni della Croce, che le dedicò il commento al Cantico Spirituale.
Il 22 ottobre 1571 la giovane emise la professione religiosa e fu incaricata della formazione delle novizie. Nel 1575 fu nominata superiora della nuova comunità di Beas de Segura in Andalusia.
Nel 1582 santa Teresa la incaricò di fondare un monastero a Granada e, quattro anni dopo, ella diede inizio a un altro monastero a Madrid, dove dovette far fronte alle prime difficoltà per difendere le Costituzioni di Alcalà, (1581), contestate da alcuni. In tale clima polemico Anna fece ricorso a Papa Sisto v, che la sostenne approvando le Costituzioni teresiane. Subentrarono, però, ulteriori complicazioni e, poiché il suddetto ricorso alla Santa Sede fu considerato un atto di imprudenza e di disobbedienza, Anna venne punita per tre anni, cosa che accettò con umiltà e obbedienza eroiche.
Quindi, allo scadere del tempo fissato per la penitenza, nel 1594 fu trasferita a Salamanca, dove fu eletta priora. Nel 1604, guidata da Pietro Bérulle, con la beata Anna di san Bartolomeo e altre quattro monache, passò in Francia, dove fondò i monasteri di Parigi (1604), Pontoise e Dijon (1605). Alcuni dissensi col Bérulle, che sembrava dare al Carmelo francese un’impronta non corrispondente all’ideale di santa Teresa, e il desiderio di essere diretta dai Carmelitani scalzi spinsero Anna ad accettare l’invito degli arciduchi del Belgio e a trasferirsi nelle Fiandre, dove fondò i monasteri di Bruxelles, Lovanio e Mons (1607).
Già all’età di sedici anni ella aveva promesso di «entrare nella comunità più austera che esistesse e di ricercare continuamente la volontà di Dio». Il suo direttore spirituale le fece incontrare santa Teresa d’Ávila, con la quale collaborò molto e della quale si impegnò a raccogliere gli scritti. Nella vita e specialmente nelle difficoltà, Anna non si lamentava mai, anzi era sempre di sostegno e di conforto a tutti. Sentiva più vive le tribolazioni degli altri che le proprie e aveva i doni della consolazione, del discernimento e del consiglio. Anima profondamente contemplativa, sapeva trasfondere nell’azione la sua intensa esperienza di fede e il suo straordinario amore verso il Signore Gesù.
Dopo aver governato il monastero di Bruxelles per quattordici anni, durante i quali subì grandi sofferenze interiori e fisiche, vi morì il 4 marzo 1621, lasciando fama di grande santità, comprovata anche da grazie e miracoli. Ciò portò a istruire i Processi ordinari nel 1635 a Malines-Bruxelles, Anversa, Tournai, Cambrai e Douai (Arras), che furono inviati a Roma nell’agosto 1636, ma, in ossequio alle norme di Urbano viii, rimasero chiusi fino al 1680.
La causa fu introdotta a Roma il 2 maggio 1878. Tra quell’anno e il 1898 si svolsero i Processi apostolici e si portarono avanti tutte le altre procedure (super continuatione famae sanctitatis, super scriptis, de non cultu) completando l’iter della Causa. E il 17 maggio 1904 fu concesso il Decretum super validitate processuum; quindi si poté procedere alla preparazione della Positio Super Virtutibus, stampata nel 1905, ma che per diverse circostanze esterne alla Causa non venne discussa fino al 2014.
Papa Francesco ha riconosciuto l’eroicità delle virtù il 28 novembre 2019 e approvato un miracolo il 14 dicembre 2013, rendendo così possibile la beatificazione, che sarà da lui presieduta. La data della memoria liturgica è il 25 novembre.
Foto: Vatican Media