“La spiritualità mariana, che nutre la nostra fede, ha Gesù come centro. Come la domenica, che apre ogni nuova settimana nell’orizzonte della sua Risurrezione dai morti. Ricordati di Gesù Cristo: questo solo conta, questo fa la differenza tra le spiritualità umane e la via di Dio”. Lo ha detto Papa Leone XIV, nell’omelia della Messa per il Giubileo della Spiritualità Mariana.
“Gesù è la fedeltà di Dio, la fedeltà di Dio a sé stesso, ha detto il Pontefice. Bisogna dunque che la domenica ci renda cristiani, riempia cioè della memoria incandescente di Gesù il sentire e il pensare, modificando il nostro vivere insieme, il nostro abitare la terra. Ogni spiritualità cristiana si sviluppa da questo fuoco e contribuisce a renderlo più vivo”.
Il Papa ha poi parlato della guarigione di Naamàn: “meno titoli si possono vantare, più è chiaro che l’amore è gratuito. Dio è puro dono, sola grazia, ma quante voci e convinzioni possono separarci anche oggi da questa nuda e dirompente verità! La spiritualità mariana è a servizio del Vangelo: ne svela la semplicità. L’affetto per Maria di Nazaret ci rende con lei discepoli di Gesù, ci educa a tornare a Lui, a meditare e collegare i fatti della vita nei quali il Risorto ancora ci visita e ci chiama. La spiritualità mariana ci immerge nella storia su cui il cielo si è aperto, ci aiuta a vedere i superbi dispersi nei pensieri del loro cuore, i potenti rovesciati dai troni, i ricchi rimandati a mani vuote. Ci impegna a ricolmare di beni gli affamati, a innalzare gli umili, a ricordarci la misericordia di Dio e a confidare nella potenza del suo braccio. Il suo Regno viene coinvolgendoci, proprio come a Maria ha chiesto il sì, pronunciato una volta e poi rinnovato di giorno in giorno”.
“I lebbrosi che nel Vangelo non tornano a ringraziare ci ricordano che la grazia di Dio può anche raggiungerci e non trovare risposta, può guarirci e non coinvolgerci, ha detto ancora Leone. Guardiamoci, dunque,da quel salire al tempio che non ci mette alla sequela di Gesù. Esistono forme di culto che non ci legano agli altri e ci anestetizzano il cuore. Allora non viviamo veri incontri con coloro che Dio pone sul nostro cammino; non partecipiamo, come ha fatto Maria, al cambiamento del mondo e alla gioia del Magnificat. Guardiamoci da ogni strumentalizzazione della fede, che rischia di trasformare i diversi – spesso i poveri – in nemici, in lebbrosi da evitare e respingere”.
“Il cammino di Maria è dietro a Gesù, e quello di Gesù è verso ogni essere umano, specialmente verso chi è povero, ferito, peccatore. Per questo – ha detto ancora il Papa – la spiritualità mariana autentica rende attuale nella Chiesa la tenerezza di Dio, la sua maternità. In questo mondo assetato di giustizia e di pace, teniamo viva la spiritualità cristiana, la devozione popolare a quei fatti e a quei luoghi che, benedetti da Dio, hanno cambiato per sempre la faccia della terra. Facciamone un motore di rinnovamento e di trasformazione, come chiede il Giubileo, tempo di conversione e di restituzione, di ripensamento e di liberazione”.
L’Angelus
Prima di concludere la Messa per il Giubileo della spiritualità mariana, Leone XIV ha recitato in Piazza San Pietro la preghiera mariana dell’Angelus.
“Desidero rivolgere il mio caloroso saluto a tutti voi, ha detto il Papa. Insieme con Maria rappresentate la multiforme realtà delle associazioni, dei movimenti, delle comunità animate dalla devozione Mariana che è propria di ogni cristiano Vi ringrazio e vi esorto a fondare sempre la vostra spiritualità sulla Sacre Scritture e sulla tradizione della Chiesa”.
Ha poi parlato di Medio Oriente. “Negli ultimi giorni l’accordo sull’inizio del processo di pace ha regalato una scintilla di speranza in Terra Santa: incoraggio le parti coinvolte a proseguire con coraggio il percorso tracciato verso la pace giusta ,duratura e rispettosa delle legittime aspirazioni del popolo israeliano e del popolo palestinese. Due anni di conflitto hanno lasciato ovunque molte macerie soprattutto nel cuore di chi ha perso brutalmente i figli, i genitori, amici, ogni cosa. Con tutta la Chiesa sono vicino al vostro immenso dolore, oggi soprattutto a voi è rivolto la carezza del Signore. Chiediamo di guarire tutte le ferite e di aiutare con la sua grazia a compiere ciò che umanamente ora sembra impossibile, riscoprire che l’altro non è un nemico ma un fratello a cui guardare, perdonare, offrire la speranza della riconciliazione”.
“Con dolore invece seguo le notizie dei nuovi violenti e attacchi che hanno colpito diverse città e strutture civili in Ucraina – ha detto ancora Leone – provocando la morte di persone innocenti tra cui i bambini e lasciando moltissimi famiglie senza elettricità e riscaldamento. Il mio cuore si unisce alla sofferenza della popolazione che da anni vive nell’angoscia e nella privazione. Rinnovo l’appello a mettere fine alla violenza, a fermare la distruzione, ad aprirsi al dialogo e alla pace. Sono vicino al caro popolo peruviano in questo momento di transizione politica prego affinché il Perù possa continuare nella via della riconciliazione del dialogo e dell’unità nazionale. Oggi in Italia – ha concluso – si ricordano le vittime degli incidenti sul lavoro: preghiamo per loro e per la sicurezza di tutti i lavoratori”.
Foto: Vatican Media