Nel suo discorso a docenti e studenti del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia ricevuti questa mattina, 24 ottobre, nella Sala Clementina del Palazzo apostolico, Leone XIV mette al centro quella che il Concilio Vaticano II ha definito “originaria e fondamentale scuola di umanità”, “la prima cellula della società”: la famiglia.
Il valore del matrimonio
Il Pontefice esorta la comunità accademica a sostenerla, difenderla e promuoverla “anzitutto mediante uno stile di vita coerente col Vangelo” negli svariati “contesti sociali, economici e culturali” dove diverse sono “le sfide” che “interpellano”, e sottolinea che impegno dell’Istituto, “per il bene dei fidanzati che diventano sposi, degli sposi che diventano genitori, e dei loro figli”, “promessa di un’umanità rinnovata dall’amore”, è l’attenzione alle “fragilità” e al “valore” della famiglia, “considerati nella luce della fede e della sana ragione”. Ma è, in particolare, sul valore del vincolo matrimoniale che il Papa poi si sofferma.
Avere cura della ricerca di spiritualità
Per offrire supporto alle nuove generazioni e “parole che possano toccare profondamente le coscienze”, Papa Leone suggerisce di radicare nel dialogo orante con il Signore la “ricerca teologica e pastorale”, e, per rispondere alla “crescente ricerca di spiritualità, di verità e di giustizia, soprattutto tra i giovani”, che oggi emerge sempre di più accanto a “tensioni e ideologie che confondono i cuori”, chiede di “prendersi cura di questo desiderio”.
Politica e pastorale adeguate
Ci sono poi da “promuovere azioni organiche e concertate a sostegno della famiglia”, evidenzia il Papa, osservando che “la qualità della vita sociale e politica di un Paese” può essere misurata dal modo in cui “permette alle famiglie di vivere bene, di avere tempo per sé, coltivando i legami che le tengono unite”. Per il Pontefice, inoltre, va riservata una particolare attenzione alla vita nascente e alle donne che affrontano la maternità in situazioni difficili.
La profezia di un Istituto
Quanto al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, “nato dalla visione profetica di San Giovanni Paolo II nella scia del Sinodo del 1980 sulla famiglia”, la sua vocazione nella realtà attuale è quella di “costituire un unico corpo accademico distribuito nei diversi continenti” che risponda “alle esigenze di formazione stando il più vicino possibile ai coniugi e alle famiglie”, rileva il Pontefice, e questo per “sviluppare dinamiche pastorali adeguate alle realtà locali e ispirate” dalla tradizione della Chiesa e dalla sua dottrina sociale. In pratica, occupandosi di tematiche “che influenzano la scelta di sposarsi e di generare figli”, “come la pace, la cura della vita e della salute, lo sviluppo umano integrale, l’occupazione giovanile, la sostenibilità economica, le pari opportunità tra uomo e donna”, l’Istituto “contribuisce all’intelligenza del magistero pontificio e al costante aggiornamento del dialogo tra vita familiare, mondo del lavoro e giustizia sociale”.
Approfondire il legame tra famiglia e Dottrina sociale della Chiesa
Missione del centro di studi specializzato nelle Scienze del Matrimonio e della Famiglia è “la ricerca e la testimonianza comune della verità”, rimarca Leone, incoraggiando il confronto fra teologia e “discipline che studiano il matrimonio e la famiglia, senza accontentarsi di dire la verità a loro riguardo, ma vivendola nella grazia dello Spirito Santo e sull’esempio di Cristo”. Dunque, quella dell’Istituto deve essere “una teologia che coltivi un pensiero aperto e dialogico”, con le culture, per questo il suo metodo è “inter- e trans-disciplinare”, e gli studi filosofici e teologici si sono arricchiti “nell’interazione con altre discipline, consentendo di esplorare importanti ambiti di ricerca”. A tal proposito il Papa chiede di approfondire il legame tra famiglia e Dottrina sociale della Chiesa proponendo “di inserire lo studio sulla famiglia come capitolo imprescindibile del patrimonio di sapienza che la Chiesa propone sulla vita sociale” e ancora “di arricchire tale patrimonio con i vissuti e le dinamiche familiari”, al fine di capire meglio i “principi dell’insegnamento sociale della Chiesa”.
Oltre le sofferenze, il luogo dell’amore
Infine dal Pontefice l’incoraggiamento “a proseguire il cammino sinodale come parte integrante della formazione” e l’invito all’“ascolto reciproco per discernere meglio come crescere insieme nel servizio del matrimonio e della famiglia”. Quest’ultima è “luogo privilegiato per apprendere e sperimentare le pratiche essenziali di una Chiesa sinodale”, indica il Papa citando il Documento finale dell’ultima Assemblea del Sinodo dei Vescovi, perché “nonostante le fratture e le sofferenze che le famiglie sperimentano, restano luoghi in cui si apprende a scambiarsi il dono dell’amore, della fiducia, del perdono, della riconciliazione e della comprensione”.
Testo e foto: Vatican News





