Il Papa in auto scoperta e’ arrivato questa mattina n piazza San Pietro in occasione del Giubileo dei lavoratori. In piazza oltre diecimila persone tra lavoratori e associazioni sindacali.
”Sperare è testimoniare: quando testimoniamo la vita nuova, aumenta la luce anche fra le difficoltà”. Lo sottolinea il Papa all’udienza giubilare in piazza San Pietro dove sono arrivati in diecimila tra lavoratori e associazioni sindacali per il Giubileo del mondo del lavoro. Leone a fedeli e pellegrini parla di un ”testimone della speranza cristiana in Africa. Si chiama Isidore Bakanja e dal 1994 è annoverato tra i Beati, patrono dei laici del Congo. Nato nel 1885, quando il suo Paese era una colonia belga, non frequentò la scuola, perché non c’era nella sua città, ma diventò apprendista muratore. Divenne amico dei missionari cattolici, i monaci trappisti: questi gli parlarono di Gesù e lui accettò di seguire l’istruzione cristiana e di ricevere il Battesimo, intorno ai vent’anni. Da quel momento, la sua testimonianza divenne sempre più luminosa”.
Il Papa racconta la storia di questo operaio: ”Isidore, si trova a lavorare come operaio agricolo per un padrone europeo senza scrupoli, che non sopporta la sua fede e la sua autenticità. Il padrone odiava il cristianesimo e quei missionari che difendevano gli indigeni contro gli abusi dei colonizzatori, ma Isidore porterà fino alla fine il suo scapolare al collo con l’immagine della Vergine Maria, subendo ogni genere di maltrattamenti e torture, senza perdere la speranza. Sperare è testimoniare! Isidore muore, dichiarando ai padri trappisti di non provare rancore, anzi, promette di pregare anche nell’aldilà per chi lo ha ridotto così”.
”È questa, – dice Prevost – la parola della Croce. È una parola vissuta, che rompe la catena del male. È un nuovo tipo di forza, che confonde i superbi e rovescia dai troni i potenti. Così sorge la speranza. Molte volte le antiche Chiese del Nord del mondo ricevono dalle Chiese giovani questa testimonianza, che spinge a camminare insieme verso il Regno di Dio, che è Regno di giustizia e di pace.
L’Africa, in particolare, chiede questa conversione, e lo fa donandoci tanti giovani testimoni di fede. Sperare è testimoniare che la terra può davvero somigliare al cielo. E questo è il messaggio del Giubileo”.
”Abbiamo molto da imparare dai nostri fratelli e sorelle perseguitati in Africa. Sforziamoci di seguire il suo esempio di perseveranza nella fede nonostante qualsiasi persecuzione o rifiuto che potremmo affrontare”, dice ancora il Papa riflettendo sulla vita del Beato Isidore Bakanja, ”un martire congolese che ha vissuto la sua fede con gioia e autenticità, anche in ambienti ostili come il suo posto di lavoro”.
Il Pontefice , salutando i pellegrini di lingua inglese in particolare a quelli provenienti dagli Stati Uniti d’America, deduca un saluto ”speciale a tutti voi che partecipate al Giubileo del Mondo del Lavoro. Nel pregare che possiate sperimentare un aumento della virtù della speranza durante questo Anno Giubileo, invoco su tutti voi, e su tutte le vostre famiglie, la gioia e la pace del nostro Signore Gesù Cristo ”.
Il Papa, all’udienza giubilare, saluta i fedeli polacchi in piazza San Pietro per il Giubileo dei lavoratori: ”I pellegrinaggi del Mondo del Lavoro hanno una lunga tradizione in Polonia. La loro ispirazione nasce dall’insegnamento di San Giovanni Paolo II e dalla sua Enciclica Laborem exercens nonché dall’attività del Beato Don Popiełuszko”. Da qui il monito: ” Ritornate a queste fonti per affrontare le ”cose nuove”, sollecitando la visione cristiana del lavoro umano”.
”Il lavoro deve essere una fonte di speranza e di vita, che permetta di esprimere la creatività dell’individuo e la sua capacità di fare del bene. Pertanto, auspico un impegno collettivo, da parte delle istituzioni e della società civile, per creare valide opportunità occupazionali che offrano stabilità e dignità, assicurando soprattutto ai giovani di realizzare i propri sogni e contribuire al bene comune”, ha detto ancora il Papa.





