Papa Leone si fa interprete delle preoccupazioni riguardo i giovani che frequentemente cadono vittime della dipendenza, non solo da alcol o droga, ma anche da internet. Allo stesso tempo si fa voce del disagio dei ragazzi che vivono “un tempo di prove e di interrogativi”, incapaci di fronte a mille stimoli di distinguere il bene dal male e pertanto incapaci di fissare un limite morale. Una doppia visione che il Pontefice offre nel videomessaggio inviato alla VII Conferenza Nazionale sulle dipendenze, promossa a Roma dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si è aperta oggi 7 novembre. Una due giorni di ascolto e confronto, alla quale ha preso parte anche il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, tra soggetti pubblici e privati impegnati nella prevenzione, nella cura e nel recupero.
La dipendenza diventa ossessione
È lungo l’elenco che il Papa fa delle nuove dipendenze dovute al crescente utilizzo di internet, di pc e cellulare che non porta solo chiari benefici.
Un uso eccessivo che spesso sfocia in dipendenze con conseguenze negative per la salute, che hanno a che vedere con il gioco compulsivo e le scommesse, con la pornografia, la presenza quasi costante sulle piattaforme del mondo digitale. E l’oggetto di dipendenza diventa un’ossessione, condizionando il comportamento e l’esistenza quotidiana.
Un mondo privo di speranza
Fenomeni, afferma Leone XVI, che “sono il sintomo di un disagio mentale o interiore dell’individuo e di un decadimento sociale di valori e di riferimenti positivi, in particolare negli adolescenti e nei giovani”, in un tempo in cui si cerca di dare un significato alla propria vita. Un percorso che si sviluppa in un mondo iperconnesso in cui si pensa di poter fare tutto senza limiti morali dove i confini del bene e del male sono sempre più labili.
L’aumento del mercato e del consumo di droghe, il ricorso al guadagno facile mediante le slot machine, l’assuefazione a internet che include anche contenuti dannosi, dimostrano che viviamo in un mondo privo di speranza, dove mancano proposte umane e spirituali vigorose.
Artefici liberi della propria esistenza
È altrettanto vero – sottolinea il Papa – che i genitori, la scuola, le parrocchie, gli oratori fanno sforzi importanti per rendere più responsabili le giovani generazioni, nonostante la paura del futuro che alimenta la loro fragilità e li ripiega su se stessi.
Gli adolescenti e i giovani hanno bisogno di formare la coscienza, di sviluppare la vita interiore e di instaurare con i coetanei rapporti positivi e con gli adulti un dialogo costruttivo, per diventare gli artefici liberi e responsabili della propria esistenza.
La sete di vivere
L’invito di Papa Leone è di agire “in maniera concertata, in un’opera di prevenzione che si traduca in un intervento della comunità nel suo insieme”. Il suo è un appello allo Stato, alle associazioni di volontariato, alla Chiesa e alla società per intercettare il grido di aiuto dei ragazzi ma anche la loro “profonda sete di vivere”, offrendo così una presenza attenta che li aiuti a “forgiare la loro volontà”. È necessario pertanto, afferma il Pontefice, “incrementare l’autostima delle nuove generazioni per contrastare il senso di insicurezza e instabilità emotiva favorito sia dalle pressioni sociali, che dalla stessa natura della fase adolescenziale”.
Le opportunità di lavoro, l’educazione, lo sport, la vita sana, la dimensione spirituale dell’esistenza: questa è la strada della prevenzione delle dipendenze.
Una cultura dell’ascolto
Ai presenti il Papa chiede “proposte operative” per promuovere “una cultura della solidarietà e della sussidiarietà”, protesa verso l’altro, “in ascolto, in un cammino di incontro e di relazione con il prossimo, soprattutto quando è più vulnerabile e fragili”. (Vatican News).






