Se il cristiano ha speranza e l’ottimo ha un comportamento positivo, non è la stessa cosa? La differenza sta nel fine che perseguono. Avere speranza ed essere positivi sono due atteggiamenti che gli esseri umani manifestano di fronte alle vicissitudini della vita. Naturalmente, le due hanno delle somiglianze ed è molto salutare esercitarle, ma perseguono uno scopo diverso. Vediamo la differenza
Ottimismo e positività
Questi termini sono stati coniati negli ultimi anni dalla diffusione di successo dei libri di miglioramento personale. E forse è perché è aumentato anche il numero di persone che soffrono di malattie come l’ansia e lo stress estremo.
E se a queste situazioni aggiungiamo i problemi della vita moderna, la rottura della famiglia e l’aumento della violenza, scopriamo che, senza dubbio, sono necessarie grandi dosi di ottimismo e positività.
Ma vediamo cosa dice il dizionario della lingua italiana su questi atteggiamenti:
Ottimismo: Propensione a vedere e giudicare le cose nel loro aspetto più favorevole.
Positività: qualità di positivo. Positivo: agg. Detto di una persona: ottimista, incline a vedere l’aspetto favorevole delle cose.
Come possiamo vedere, entrambe le parole sono sinonimi. E se lo applichiamo a una situazione reale, possiamo capire che quando ci sono problemi, la persona può scegliere di cercare il lato buono del male. Molto lodevole, certamente. Quindi, in cosa è diverso dalla persona che ha speranza?
Una virtù battesimale
Per il cristiano, la speranza è una virtù teologale che Dio gli ha infuso dal suo battesimo. Da lì capiamo che non ha molto senso paragonarlo all’essere positivi.
Il Catechismo della Chiesa cattolica la definisce così:
La speranza è la virtù teologale per cui aspiriamo al Regno dei cieli e alla vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo.
Avere speranza significa sapere che i problemi della vita non sono niente in confronto a ciò che raggiungeremo in cielo. È vivere come Abramo, che ha sempre creduto nelle promesse di Dio e che “Sperando contro ogni speranza, ha creduto ed è stato fatto padre di molte nazioni”.
Pertanto, essere positivi è un atteggiamento di benessere passeggero che sarà dimenticato non appena la difficoltà sarà risolta, ma avere speranza significa concentrare la nostra anima e il nostro cuore sulla felicità che raggiungeremo alla fine della vita, se confidiamo nelle promesse di Dio.
E come afferma il Catechismo:
In ogni circostanza, ognuno deve sperare, con la grazia di Dio, di “perseverare fino alla fine” e ottenere la gioia del cielo, come eterna ricompensa di Dio per le buone opere compiute con la grazia di Cristo.
Quindi, viviamo con una ferma speranza.
Fonte: (Aleteia)
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