Il delicato rapporto che intercorre tra i 7 Vizi e le 7 Virtù è il motivo conduttore dell’intimo dialogo tra Papa Bergoglio e don Pozza e apre al racconto di storie di persone che hanno vissuto la propria esistenza in bilico tra Vizi e Virtù.

Ep. 1 – Infedeltà e Fede

La famiglia di Domenico Vullo, ex boss mafioso, esponente della Cosa Nostra gelese, al quale è stato revocato il carcere duro è protagonista del primo episodio della serie. Nel 2010 era rimasto coinvolto nell’attentato che la mafia stava progettando contro Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela, e contro Giovanbattista Tona, ex gip del Tribunale di Caltanissetta. Oggi Domenico è detenuto in carcere a Padova e lavora nella pasticceria “Giotto”. La storia è quella della sua famiglia e di una ricerca di riscatto: tre figli e una donna che è sempre rimasta fedele al marito, nonostante l’infedeltà giudiziaria che l’ha portata a crescere i figli da sola. Una storia girata in un paese povero e dagli orizzonti ristretti, in cui resta però una grande testimonianza di fedeltà nell’infedeltà.
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Ep. 2 – Disperazione e Speranza

La testimonianza principale del secondo episodio e quella di Sirio Persichetti, un bambino di sette anni con una storia difficile. Nato prematuro e dopo cinquanta giorni “morto in culla”. Sirio è stato colpito da un arresto cardiaco ma, contro ogni previsione medica, non è rimasto in stato vegetativo. Pur affetto da tetraparesi spastica, Sirio è un bambino impetuoso, travolgente, curioso. Gioca con il fratello Nilo e dimostra che la disabilità ha anche un volto ironico. Sirio è determinato come i suoi genitori che non si sono mai lasciati sopraffare dalla disperazione e hanno continuato a lavorare affinché la loro speranza fosse concreta.

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Ep. 3 – Ira e Temperanza

L’incontro principale del terzo episodio è con Valentino Valente, un ragazzo finito in carcere a causa delle modalità scorrette e sproporzionate usate per esprimere una rabbia disfunzionale, resa aggressiva ed efficace dall’esercizio di un’arte marziale, il Muay Thai. Una storia di cambiamento, tra il carcere minorile di Casal del Marmo e la comunità “Borgo Amigò”, tra lavoro e rieducazione.
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Ep. 4 – Invidia e Carità

L’incontro principale è con due mamme speciali, la cui storia è legata all’Associazione “Cucciolo”. Due mamme vicine e al contempo lontane. Una, Jessica Gallerani, di Bologna, ha avuto una bella gravidanza, seguita da una seconda, sempre vissuta in condizioni di serenità. L’altra, Federica Sigon, di Imola, ha avuto due gemelline premature. Dopo le prime ecografie, è stata segnalata una discordanza di peso superiore al 25%, che ha portato a una serie di problematiche. Ma queste due madri sono legate da una “storia di latte”: le mamme che non ne hanno abbastanza decidono di donarlo a coloro che non possono allattare e che hanno bambini per cui il latte materno è fondamentale. Un gesto semplice ma denso di significato, un segno di carità che rivela storie di maternità e paternità.

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Ep. 5 – Stoltezza e Prudenza

L’incontro di questo episodio è a Frosinone con Tiberio Patrizi, uomo mite e sensibile, padre di famiglia, malato di ludopatia. Un brutto male che ha travolto la sua vita e la sua volontà, rischiando di condurre lui e i suoi cari alla rovina. La moglie e le due figlie lo hanno aiutato a uscire dal tunnel del gioco e hanno fondato “No Game”, un’associazione in aiuto ai ludopatici. Secondo Tiberio non è possibile guarire dalla ludopatia, ma la si può senz’altro curare. Da qui il suo impegno ad aiutare le persone a curarsi, evitando le tragiche conseguenze alle quali questa dipendenza può condurre. Una famiglia che ha ritrovato un equilibrio grazie al calore degli affetti e alla determinazione di vincere la dipendenza.
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Ep. 6 – INCOSTANZA E FORTEZZA

L’incontro principale del sesto episodio è a Santa Marinella con Omar di Felice, ex ciclista professionista e oggi campione di Ultracycling. Ha scelto di vivere la sua passione con uno spirito diverso e, grazie alla sua determinazione, ha iniziato a girare il mondo. Un personaggio che insegna come, dall’incostanza, possa nascere la fortezza e la capacità di inseguire e perseguire obiettivi. In una gara costante con se stessi, dove la cosa principale non è vincere ma saper imparare dalle sconfitte. La narrazione è arricchita da materiale-video originale.

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Ep. 7 – Ingiustizia e Giustizia

L’incontro principale del settimo e ultimo episodio è con Piero Nava, il primo super testimone di giustizia d’Italia. Il 21 settembre 1990 Piero, agente di commercio, stava guidando sulla provinciale di Agrigento quando si è trovato ad assistere all’omicidio del giudice Livatino. La morte del “giudice ragazzino” ha cambiato la sua vita. Perché? Nava non è rimasto in silenzio. Ha sentito immediatamente il dovere di denunciare il fatto alle autorità. E, per un atto di giustizia, è diventato vittima dell’ingiustizia: ha dovuto abbandonare la sua casa, i famigliari, gli amici, i colleghi. Ha dovuto cancellare la sua identità e assumerne un’altra, tante altre. Costretto a fuggire e nascondersi, insieme a moglie e figli, come fosse stato lui il delinquente. Oggi ha cambiato nome ma resta sempre lui – Piero Nava – felice quando può firmare usando il suo nome. Sorride, nonostante una vita di fatiche inimmaginabile, e dice che non avrebbe potuto comportarsi diversamente per riuscire a guardarsi allo specchio ogni mattina e riconoscersi. Il suo messaggio, specialmente ai giovani, è quello di uscire dall’indifferenza.
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Ep. 1 – Infedeltà e Fede

La famiglia di Domenico Vullo, ex boss mafioso, esponente della Cosa Nostra gelese, al quale è stato revocato il carcere duro è protagonista del primo episodio della serie. Nel 2010 era rimasto coinvolto nell’attentato che la mafia stava progettando contro Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela, e contro Giovanbattista Tona, ex gip del Tribunale di Caltanissetta. Oggi Domenico è detenuto in carcere a Padova e lavora nella pasticceria “Giotto”. La storia è quella della sua famiglia e di una ricerca di riscatto: tre figli e una donna che è sempre rimasta fedele al marito, nonostante l’infedeltà giudiziaria che l’ha portata a crescere i figli da sola. Una storia girata in un paese povero e dagli orizzonti ristretti, in cui resta però una grande testimonianza di fedeltà nell’infedeltà.

Ep. 2 – Disperazione e Speranza

La testimonianza principale del secondo episodio e quella di Sirio Persichetti, un bambino di sette anni con una storia difficile. Nato prematuro e dopo cinquanta giorni “morto in culla”. Sirio è stato colpito da un arresto cardiaco ma, contro ogni previsione medica, non è rimasto in stato vegetativo. Pur affetto da tetraparesi spastica, Sirio è un bambino impetuoso, travolgente, curioso. Gioca con il fratello Nilo e dimostra che la disabilità ha anche un volto ironico. Sirio è determinato come i suoi genitori che non si sono mai lasciati sopraffare dalla disperazione e hanno continuato a lavorare affinché la loro speranza fosse concreta.

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Ep. 3 – Ira e Temperanza

L’incontro principale del terzo episodio è con Valentino Valente, un ragazzo finito in carcere a causa delle modalità scorrette e sproporzionate usate per esprimere una rabbia disfunzionale, resa aggressiva ed efficace dall’esercizio di un’arte marziale, il Muay Thai. Una storia di cambiamento, tra il carcere minorile di Casal del Marmo e la comunità “Borgo Amigò”, tra lavoro e rieducazione.
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Ep. 4 – Invidia e Carità

L’incontro principale è con due mamme speciali, la cui storia è legata all’Associazione “Cucciolo”. Due mamme vicine e al contempo lontane. Una, Jessica Gallerani, di Bologna, ha avuto una bella gravidanza, seguita da una seconda, sempre vissuta in condizioni di serenità. L’altra, Federica Sigon, di Imola, ha avuto due gemelline premature. Dopo le prime ecografie, è stata segnalata una discordanza di peso superiore al 25%, che ha portato a una serie di problematiche. Ma queste due madri sono legate da una “storia di latte”: le mamme che non ne hanno abbastanza decidono di donarlo a coloro che non possono allattare e che hanno bambini per cui il latte materno è fondamentale. Un gesto semplice ma denso di significato, un segno di carità che rivela storie di maternità e paternità.

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Ep. 5 – Stoltezza e Prudenza

L’incontro di questo episodio è a Frosinone con Tiberio Patrizi, uomo mite e sensibile, padre di famiglia, malato di ludopatia. Un brutto male che ha travolto la sua vita e la sua volontà, rischiando di condurre lui e i suoi cari alla rovina. La moglie e le due figlie lo hanno aiutato a uscire dal tunnel del gioco e hanno fondato “No Game”, un’associazione in aiuto ai ludopatici. Secondo Tiberio non è possibile guarire dalla ludopatia, ma la si può senz’altro curare. Da qui il suo impegno ad aiutare le persone a curarsi, evitando le tragiche conseguenze alle quali questa dipendenza può condurre. Una famiglia che ha ritrovato un equilibrio grazie al calore degli affetti e alla determinazione di vincere la dipendenza.
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Ep. 6 – INCOSTANZA E FORTEZZA

L’incontro principale del sesto episodio è a Santa Marinella con Omar di Felice, ex ciclista professionista e oggi campione di Ultracycling. Ha scelto di vivere la sua passione con uno spirito diverso e, grazie alla sua determinazione, ha iniziato a girare il mondo. Un personaggio che insegna come, dall’incostanza, possa nascere la fortezza e la capacità di inseguire e perseguire obiettivi. In una gara costante con se stessi, dove la cosa principale non è vincere ma saper imparare dalle sconfitte. La narrazione è arricchita da materiale-video originale.

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Ep. 7 – Ingiustizia e Giustizia

L’incontro principale del settimo e ultimo episodio è con Piero Nava, il primo super testimone di giustizia d’Italia. Il 21 settembre 1990 Piero, agente di commercio, stava guidando sulla provinciale di Agrigento quando si è trovato ad assistere all’omicidio del giudice Livatino. La morte del “giudice ragazzino” ha cambiato la sua vita. Perché? Nava non è rimasto in silenzio. Ha sentito immediatamente il dovere di denunciare il fatto alle autorità. E, per un atto di giustizia, è diventato vittima dell’ingiustizia: ha dovuto abbandonare la sua casa, i famigliari, gli amici, i colleghi. Ha dovuto cancellare la sua identità e assumerne un’altra, tante altre. Costretto a fuggire e nascondersi, insieme a moglie e figli, come fosse stato lui il delinquente. Oggi ha cambiato nome ma resta sempre lui – Piero Nava – felice quando può firmare usando il suo nome. Sorride, nonostante una vita di fatiche inimmaginabile, e dice che non avrebbe potuto comportarsi diversamente per riuscire a guardarsi allo specchio ogni mattina e riconoscersi. Il suo messaggio, specialmente ai giovani, è quello di uscire dall’indifferenza.
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