Il salesiano don Nicola Ciarapica, da tre anni in Ghana come missionario, a Tolentino sua città natale grazie al Sermit O.D.V. ha raccontato della terra dove vive: “In Ghana vivo con gente che anche con poco può essere felice. Ho vissuto in villaggi poveri, ma ricchi di umanità, dove il tempo si condivide e la vita è fatta di relazioni vere”.
Qual è l’impegno dei salesiani?
“I Salesiani di Don Bosco a Sunyani, in Ghana, si dedicano principalmente all’educazione e alla formazione dei giovani. I giovani in Ghana affrontano diverse sfide significative oggi, tra cui la disoccupazione, la cui mancanza di opportunità di lavoro è una delle principali preoccupazioni. Problemi di salute riguardanti l’HIV/AIDS, malattie mentali e cattive condizioni sanitarie sono preoccupazioni significative. Anche se la tecnologia sta crescendo, non tutti i giovani hanno accesso a dispositivi digitali ed ad internet, limitando le loro possibilità di apprendimento e di connessione con il mondo. Ad Ashaiman-Accra e a Sunyani abbiamo il Centro Protezione dei Minori per ragazzi e ragazze a rischio e/o in difficoltà.
Ed a livello catechistico e di cammino di fede?
“A Tatale la nostra parrocchia raggiunge anche 57 piccole comunità di fedeli. A Sunyani abbiamo aperto 14 outstations (centri Pastorali) per piccole comunità di agricoltori; alcune sono distanti anche un’ora di macchina. Dieci di questi centri sono già stati forniti di una scuola primaria, del pozzo per l’acqua potabile, di una Cappella/Chiesa per le celebrazioni liturgiche. Con l’aiuto di diversi benefattori è stata costruita e dedicata la Chiesa di Maria Aiuto dei Cristiani, prima Chiesa Mariana in Ghana con questo titolo.
La Strenna Salesiana (‘Ancorati alla speranza, pellegrini con i giovani) di quest’anno racconta di essere pellegrini di speranza con i giovani: in quale modo avviene in Ghana?
“Il programma pastorale della Conferenza Episcopale Cattolica del Ghana si basa su alcuni orientamenti principali, emersi durante l’Assemblea Plenaria dello scorso anno 2024. I Vescovi sottolineano l’importanza di rinnovare l’annuncio del Vangelo, considerato come la risposta alle attuali sfide sociali e spirituali, in seguito anche a un leggero calo demografico dei cattolici (rinnovo dello spirito missionario e formazione nei seminari) con una riflessione comunitaria sui temi della speranza, riconciliazione e perdono (specie nelle aree di conflitto come Bawku), collaborazione ecumenica (il 1^ luglio scorso è stata la giornata azionale di ringraziamento e preghiera) con attenzione all’attuazione dei diritti umani ed alla famiglia.
‘Missionari di speranza tra le genti’ è il messaggio per la prossima giornata missionaria, che racconta la speranza: in quale modo si può essere costruttori di speranza tra le genti?
“Essere costruttori di speranza tra le genti significa incarnare e testimoniare, con la vita e con leEssere costruttori di speranza significa credere che Dio agisce ancora, e che la nostra piccola fedeltà quotidiana può trasformare il mondo. La missione è il volto concreto di questa speranza: una speranza che non delude, perché è radicata in Cristo. La missione non è finita. Anche qui c’è sete di Dio, fame di ascolto, bisogno di speranza. L’esperienza vissuta in Africa mi ha insegnato che ovunque si può essere missionari: basta saper guardare, ascoltare, accogliere. Basta scegliere ogni giorno di essere costruttori di speranza”. (ACI Stampa).