”La risurrezione di Cristo ci insegna che non c’è storia tanto segnata dalla delusione o dal peccato da non poter essere visitata dalla speranza. Nessuna caduta è definitiva, nessuna notte è eterna, nessuna ferita è destinata a rimanere aperta per sempre”. Sono le parole di Papa Leone XIV a fedeli e pellegrini in piazza San Pietro per l’udienza generale.
”Per quanto possiamo sentirci lontani, smarriti o indegni, – dice Prevost – non c’è distanza che possa spegnere la forza indefettibile dell’amore di Dio. A volte pensiamo che il Signore venga a visitarci soltanto nei momenti di raccoglimento o di fervore spirituale, quando ci sentiamo all’altezza, quando la nostra vita appare ordinata e luminosa. E invece il Risorto si fa vicino proprio nei luoghi più oscuri: nei nostri fallimenti, nelle relazioni logorate, nelle fatiche quotidiane che ci pesano sulle spalle, nei dubbi che ci scoraggiano. Nulla di ciò che siamo, nessun frammento della nostra esistenza gli è estraneo”.
Spiega Leone che ”il Signore risorto si affianca a ciascuno di noi, proprio mentre percorriamo le nostre strade – quelle del lavoro e dell’impegno, ma anche quelle della sofferenza e della solitudine – e con infinita delicatezza ci chiede di lasciarci riscaldare il cuore. Non si impone con clamore, non pretende di essere riconosciuto subito.
Con pazienza attende il momento in cui i nostri occhi si apriranno per scorgere il suo volto amico, capace di trasformare la delusione in attesa fiduciosa, la tristezza in gratitudine, la rassegnazione in speranza”.
‘Noi ci saremmo aspettati effetti speciali, segni di potenza, prove schiaccianti. Ma il Signore non cerca questo: preferisce il linguaggio della prossimità, della normalità, della tavola condivisa”, dice ancora il Papa. ”Fratelli e sorelle, in questo c’è un messaggio prezioso: la Risurrezione – osserva Leone – non è un colpo di scena teatrale, è una trasformazione silenziosa che riempie di senso ogni gesto umano. Gesù risorto mangia una porzione di pesce davanti ai suoi discepoli: non è un dettaglio marginale, è la conferma che il nostro corpo, la nostra storia, le nostre relazioni non sono un involucro da gettare via. Sono destinate alla pienezza della vita. Risorgere non significa diventare spiriti evanescenti, ma entrare in una comunione più profonda con Dio e con i fratelli, in un’umanità trasfigurata dall’amore”.
”Il mese di ottobre è dedicato alla preghiera del Santo Rosario. Pertanto, invito tutti voi a recitare ogni giorno il Rosario per la pace nel mondo”, dice il Pontefice nel corso dei saluti ai fedeli di lingua tedesca all’udienza generale. Sabato alle 18 il Papa guiderà il rosario per la pace in Piazza San Pietro.
”La Risurrezione non ci esonera dagli sforzi ordinari o dalle sofferenze, ma dà loro un altro senso e significato; il dolore umano non è una negazione delle promesse di Dio, ma la via attraverso la quale Egli manifesta la misura del suo amore”, dice Leone nei saluti ai fedeli di lingua spagnola presenti all’udienza generale. ”Mentre la storia umana è ferita dalla delusione e dal peccato, per questo mistero d’amore abbiamo la speranza che non esista nulla, nemmeno la morte, che possa separarci dall’amore di Dio. A volte pensiamo che Lui sia con noi solo quando le cose vanno bene, tuttavia, ci accompagna anche nei momenti più bui”, sottolinea Prevost.
Foto: Vatican Media