“La vostra visita giunge al momento opportuno, perché il nostro mondo continua ad assistere a una crescente ostilità e violenza contro coloro che hanno convinzioni diverse, tra cui molti cristiani. Al contrario, la vostra missione proclama che, come un’unica famiglia, non abbandoniamo i nostri fratelli e sorelle perseguitati”. Lo dice papa Leone ricevendo i membri della fondazione pontificia Aiuto alla chiesa che soffre. “Il diritto alla libertà religiosa – rimarca – non è opzionale, ma essenziale” ed è “una pietra angolare di ogni società giusta, poiché salvaguarda lo spazio morale in cui la coscienza può formarsi ed esercitarsi”.
“La libertà religiosa, quindi – afferma Leone – , non è semplicemente un diritto legale o un privilegio concessoci dai governi; è una condizione fondamentale che rende possibile un’autentica riconciliazione. Quando questa libertà viene negata, la persona umana viene privata della capacità di rispondere liberamente alla chiamata della verità. Ciò che ne consegue è la lenta disintegrazione dei legami etici e spirituali che sostengono le comunità”. “La fiducia – prosegue – cede il passo alla paura, il sospetto sostituisce il dialogo e l’oppressione genera violenza.
Infatti, come osservava papa Francesco, “non può esserci pace senza libertà di religione, libertà di pensiero, libertà di espressione e rispetto delle opinioni altrui”.
“Da oltre venticinque anni – afferma anche Leone in riferimento all’attività di monitoraggio sulla persecuzione dei cristiani di Aiuto alla Chiesa che soffre -, il vostro Rapporto sulla Libertà Religiosa nel Mondo è un potente strumento di sensibilizzazione. Questo rapporto non si limita a fornire informazioni: porta testimonianza, dà voce a chi non ha voce e rivela la sofferenza nascosta di molti.Il vostro impegno si estende anche al sostegno della missione della Chiesa in tutto il mondo, raggiungendo comunità che troppo spesso sono isolate, emarginate o sotto pressione”.
Leone ai consacrati: superate le divisioni, chiusure autoreferenziali
“Vorrei invitarvi a riflettere su un’altra tematica importante per la Chiesa del nostro tempo: quella della sinodalità, esortandovi a rimanere fedeli al cammino che in questa direzione tutti stiamo percorrendo”. Lo raccomanda papa Leone ai partecipanti al Giubileo della Vita Consacrata, citando San Paolo, che parlava dell’importanza del “domestico dialogo”.
“È la descrizione di una missione entusiasmante – spiega Leone – un “domestico dialogo” che oggi è affidato anche a voi, anzi a voi in modo speciale, per un continuo rinnovamento della Chiesa nelle relazioni, nei processi, nei metodi. La vostra vita, il modo stesso in cui siete organizzati, il carattere di fatto frequentemente internazionale e interculturale dei vostri Istituti, vi pongono infatti in una condizione privilegiata per poter vivere quotidianamente valori come l’ascolto reciproco, la partecipazione, la condivisione di opinioni e capacità, la ricerca comune di cammini secondo la voce dello Spirito”.
“Di tutto ciò – sottolinea il Pontefice – la Chiesa oggi vi chiede di essere testimoni speciali nelle diverse dimensioni della vostra vita, camminando in comunione con tutta la grande famiglia di Dio, condividendo in essa la gioia della vostra vocazione e anche, dove necessario, superando divisioni, perdonando ingiustizie subite, chiedendo perdono per le chiusure dettate dall’autoreferenzialità. Lavorate a diventare, giorno per giorno, sempre più ‘esperti di sinodalità’, per esserne profeti”.
“Voi potete contribuire a svegliare il mondo”. “Vi accolgo con un abbraccio che parte dal cuore e che desidero arrivi fino agli angoli più remoti della terra – esordisce il Pontefice -, dove so di potervi trovare. In particolare, ricordando ciò che già vi disse Papa Francesco, voglio a mia volta dichiararvi che la Chiesa ha bisogno di voi e di tutta la diversità e ricchezza delle forme di consacrazione e di ministero che rappresentate”.
Leone ha parlato dei missionari come “persone che portano in sè l’impronta della riconciliazione e dell’unità, solo così – ha avvertito – potrete essere costruttori di ponti e diffusori di una cultura dell’incontro, nel dialogo, nella conoscenza reciproca, nel rispetto delle differenze”.
“Ieri sera – ha ricordato – molti di voi sono entrati in dialogo con la città di Roma in alcune piazze, con momenti di condivisione, fraternità e testimonianza attorno a temi importanti, come l’impegno per la fraternità universale, l’attenzione per le persone più povere, la cura del creato. Sono punti focali che parlano del vostro impegno quotidiano a creare e promuovere ambienti e strutture di fraternità, dove sia vinta la povertà, sia messa al centro la dignità della persona umana e si dia ascolto al grido della ‘casa comune’ “.
Foto: Vatican Media