Come ogni martedì torna la rubrica dedicata alla figura di Tommaso da Olera, il frate cappuccino vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento e proclamato Beato nel 2013. Il testo è tratto da “Tommaso da Olera, saggezza umana e sapienza divina” a cura di Clemente Fillarini, Messaggero di Sant’Antonio Editrice.
LA RIFLESSIONE DI OGGI
Ora ci sono freddi grandissimi e fanghi sino al ginocchio. Tuttavia sono in viaggio […] per vedere le Altezze Vostre Serenissime, alle quali genuflesso faccio umile riverenza (IV 216).
Così scriveva il beato Tommaso a Claudia de’ Medici, moglie dell’arciduca Leopoldo V, fratello dell’imperatore Ferdinando II: per portare il suo aiuto spirituale sapeva affrontare tanti disagi. Anche oggi troviamo intorno a noi del fango materiale, ma forse in maggiore quantità quello verbale, quello che viene gettato sulle persone, di ogni livello sociale, per screditarle. Papa Giovanni XXIII, oggi santo, consigliava a dire bene degli altri o di tacere piuttosto che parlarne male. Ma il fango peggiore rimane sempre quello dell’anima.
«Sebbene il corpo è creato di fango e di terra, non può di sua natura voler se non le cose terrene, ma con l’aiuto di Dio può pervenire celeste» (II 218), e «non può sollevarsi in Dio e gustar le cose del cielo chi vorrà immergersi nel fango come immondo animale» (II 414). Tanti però «vogliono seguire le loro proprie passioni e amor proprio, involti nel fango del vizio e peccato» (II 305), «e hanno posto i loro amori in fango, in terra, in creature che oggi le hanno e domani il tutto finisce» (II 293); ma l’anima che riconosce la caducità di questo mondo, «ove prima gustava le cose vili della terra, involta nel fango dei vizi e dei peccati […], ora lascia le cose vili della terra: e menandola lo sposo [Dio] nel suo palazzo, divien ricca e nobile, gode le cose del suo amato sposo come sue» (II 496). «Oh quanto Dio pagò bene a questi santi le mercanzie loro! Perché in cambio di fango Dio gli dà l’oro, in cambio di mille miserie Dio dà sempiterno bene, in cambio di terra Dio gli ha dato il cielo, in cambio di cose vane, transitorie Dio gli ha dato quei pascoli che dureranno in eterno» (II 275).