Come ogni martedì torna la rubrica dedicata alla figura di Tommaso da Olera, il frate cappuccino vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento e proclamato Beato nel 2013. Il testo è tratto da “Tommaso da Olera, saggezza umana e sapienza divina” a cura di Clemente Fillarini, Messaggero di Sant’Antonio Editrice.
La riflessione di oggi
Dio è geloso delle anime amanti; queste amate amanti vengono alla vita d’amore, ma diedero prima morte alle proprie passioni, riducendole alla obbedienza dello spirito (IV 210).
Per gelosia pensiamo a uno stato di tormentoso dubbio riguardo alla persona amata. Ma vi è anche gelosia per chi è preferito a noi, ha un vantaggio o un successo che vorremmo per noi. Pure negli animali notiamo atteggiamenti di gelosia. È naturale, ma è segno di egoismo, desta sospetti e timori, e si manifesta anche con un’attenta cura nel custodire le cose a noi più care. Per fra Tommaso vi è soprattutto gelosia dell’anima vera amante dello sposo Gesù/Dio e anche viceversa.
«Essendo Erode geloso del suo regno, temevano per certo che avrebbe fatto morire Gesù» (I 236). «Se i prìncipi terreni, tanto ingelositi dello stato loro, mettono guardie e tutto il loro palazzo è attorniato da sentinelle che invigilano, quanto maggiormente il servo di Dio deve invigilare, poiché ha tanti nemici in casa» (II 431). «Dio è molto geloso dell’anima, perché ogni piccola imperfezione macchia l’anima mentre egli è purissimo, candidissimo» (II 469); «E non vi è cosa che possa separare Iddio dall’anima se non il vedere nell’anima bruttezze di peccato, presenza di cose vane, perché il nostro amato Cristo è geloso della sua amata sposa: cosa che può far perdere all’anima l’amore e la presenza del suo amato sposo» (II 506); e «questo amante fa gelosia all’amata; questa gelosia dà all’amata maggior vigore per unirsi all’amato» (II 515).