Come ogni martedì torna la rubrica dedicata alla figura di Tommaso da Olera, il frate cappuccino vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento e proclamato Beato nel 2013. Il testo è tratto da “Tommaso da Olera, saggezza umana e sapienza divina” a cura di Clemente Fillarini, Messaggero di Sant’Antonio Editrice.
La riflessione di oggi
E altri angioli opponendosi a Lucifero con suoi seguaci fecero guerra, non già di arme ma di volontà, restando vincitori numero infinito di angioli volendo obbedire a Dio (I 324).
Purtroppo nel mondo c’è sempre stata la guerra (anzi prima ancora, in cielo), generata dalla superbia, dall’egoismo e da molteplici interessi di un certo numero di persone, mentre altre vi partecipano forse senza rendersene ben conto della gravità, non osando rifiutarsi o sperandone un utile nonostante il pericolo cui incorrono, e nonostante voci autorevoli consiglino la pace per il bene di tutti. Fra Tommaso, ovviamente, parla di un’altra guerra: quella dell’anima contro le passioni e i vizi del corpo [→ Combattimento].
«Se la natura ti dava occasione di darle gusto, tu, con la prudenza e con atti interni privandola di quel gusto, resti vincitore del senso e fatto possessore della virtù, alla quale, e all’uomo che la possiede, la natura fa di continuo guerra mortale» (II 439). «Bisogna calpestare e annichilare quest’uomo vecchio, sterminando in esso tutto quello che non sarà in Dio e per Dio, mortificando quelle cose che si fanno crudel guerra» (II 462). «Questi innamorati fanno come quel re o quel principe ch’aveva guerra con un altro, che sempre cerca d’aver nelle mani il suo contrario [nemico], perché avendolo spera d’aver il tutto: così l’anima non vuol altro che Gesù, perché, avendo il suo amato Gesù, avrà tutte le cose, nascendo da lui ogni felicità» (II 458). «Chi vorrà vivere in Cristo bisogna vigilare sopra questa parte inferiore [il corpo], perché attende sempre alla rovina e strage dello spirito [parte superiore], e tra essi sempre sarà crudel guerra» (II 464). «Gode pace l’anima che prima ebbe guerra [ai vizi]; questa guerra dà all’anima pace non solo all’interno, ma anche all’esterno, ed essendo l’anima e il corpo uniti, godono pace tale che è cosa indicibile» (II 517). «Umiltà e superbia sono così fieri nemici che sempre hanno fatto guerra, opponendosi una all’altra. Questa superbia degli omini venne a termine tale che ebbero ardire di guerreggiare con Dio, edificando torre altissima per salire al cielo» (II 548).