Domenica 26 ottobre, a Bucarest, sono stati benedetti gli interni e gli esterni della nuova cattedrale del Patriarcato ortodosso romeno, dedicata a “Cristo asceso al cielo”. L’altare è stato consacrato già nel 2018. La celebrazione sarà presieduta dal patriarca ortodosso romeno Daniel, insieme al patriarca ecumenico Bartolomeo I. Al momento storico sono attese varie autorità civili e religiose della Romania e dall’estero. La Chiesa cattolica sarà rappresentata dal nunzio apostolico mons. Giampiero Gloder, dall’arcivescovo di Bucarest mons. Aurel Perca e dall’amministratore della Chiesa greco-cattolica romena, mons. Cristian Crisan. La scelta del Patriarcato ortodosso romeno di benedire adesso i lavori alla nuova cattedrale è stata simbolica, perché nel 2025 ricorrono il 140° dal riconoscimento dell’autocefalia della Chiesa ortodossa romena e il centenario della sua elevazione al rango di patriarcato. I lavori continueranno, perché la cattedrale sarà inserita in un complesso monastico e circondata da un parco.
Una cattedrale da record. La nuova cattedrale, intitolata in modo popolare “della salvezza del popolo”, sorge dietro al palazzo del Parlamento romeno, edificio gigantesco costruito da Ceausescu e chiamato “la casa del popolo”. Il desiderio di avere una cattedrale più grande – quella vecchia essendo troppo piccola – risale alla fine del XIX secolo, però la costruzione è iniziata solo nel 2010.L’edificio è alto 127 metri e ha una superficie totale di 55mila m2, 27 porte di bronzo (di 800 kg ognuna), 25mila m2 di mosaici – realizzati da artisti romeni con tessere fornite da Orssoni di Venezia –, sette campane (che pesano insieme 33 tonnellate) ed è costata finora 270 milioni di euro. Secondo i dati forniti dall’agenzia stampa Basilica, del Patriarcato ortodosso romeno, è la più grande cattedrale ortodossa del mondo, ha la più grande iconostasi ortodossa del mondo (407m2) e la principale campana è la più grande d’Europa. In un’intervista per la testata romena HotNews, l’architetto della cattedrale, Constantin Amâiei, ha spiegato che le dimensioni dell’edificio sacro sono proporzionali per la zona e rappresentative per la città. “È una sorta di dialogo per contrasto, perché il Palazzo del Parlamento è un edificio molto grande che si sviluppa in orizzontale, mentre la cattedrale è come una freccia, in verticale. L’abbiamo voluta molto alta per essere visibile da ogni angolo circostante. La tradizione vuole che il campanile della chiesa sia il punto di riferimento attorno al quale si sviluppa una comunità”.
- (Foto Agenzia Basilica. Patriarcato ortodosso)
- (Foto Agenzia Basilica. Patriarcato ortodosso)
Le reliquie di sant’Andrea, dono dall’Italia. Apostolo dei romeni e patrono spirituale della Romania – perché predicò il vangelo nella regione romena di Dobrugia –, l’apostolo Andrea sarà anche compatrono della nuova cattedrale. Giovedì, 23 ottobre, il patriarca Daniel ha benedetto il reliquiario che conserverà le reliquie dell’apostolo – il perone e la rotula della gamba destra –, donate al Patriarcato ortodosso romeno da mons. Orazio Soricelli, arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, insieme al vescovo Siluan, della diocesi ortodossa romena dell’Italia. Il reliquario, realizzato negli atelier del patriarcato, è una miniatura della nuova cattedrale e rimarrà alla venerazione dei fedeli. “Sant’Andrea ci chiama a preservare la fede apostolica, a trasmetterla e a godere della comunione dei santi”, ha spiegato il patriarca romeno, esprimendo la speranza che le reliquie saranno “un mezzo per rafforzare la fede e coltivare la comunione fraterna”.
Le campane, una voce ecumenica. Quando visitò la Romania, nel 1999, Giovanni Paolo II offrì in dono, al patriarca di allora Teoctist, 200mila dollari per la nuova cattedrale ortodossa che il Patriarcato desiderava costruire. Ulteriormente, il patriarca Daniel ha annunciato che il pontefice polacco è diventato così uno tra i principali donatori e che i soldi ricevuti sono stati spesi per l’acquisto delle campane, che complessivamente sono costate mezzo milione di euro. Realizzate da una ditta austriaca, le campane sono state benedette nel 2018. Il patriarca romeno ha spiegato inoltre che “le campane hanno un valore simbolico, perché nelle tradizioni ortodossa e cattolica rappresentano la voce di Dio, chiamando le persone alla preghiera e alla cooperazione fraterna”.
Papa Francesco nella nuova cattedrale. Uno dei momenti significativi della visita di Papa Francesco in Romania, del 2019, fu la visita alla nuova cattedrale ortodossa di Bucarest. In quella occasione, il Pontefice propose una riflessione sulla preghiera del Padre nostro, nella quale ricordò che “ogni volta che diciamo ‘Padre nostro’ ribadiamo che la parola Padre non può stare senza dire nostro”. “In essa – ha aggiunto – è racchiusa la nostra identità di figli e, oggi in modo particolare, di fratelli che pregano l’uno accanto all’altro”. Il Papa ricevette allora dal patriarca Daniel un’icona di sant’Andrea in mosaico, fatta con le tessere e nello stile dei mosaici della nuova cattedrale: un pezzo dell’iconografia della cattedrale ortodossa di Bucarest da portare a Roma, nel cuore della Chiesa cattolica. (Agenzia SIR).








