In Europa si torna a parlare di riarmo e invece quello di cui c’è bisogno, quello che i popoli chiedono, è la pace che si costruisce con il dialogo e con un rinnovato ruolo degli organi multilaterali che negli ultimi anni sono stati indeboliti. E’ quanto ha detto il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente.
Dall’arcivescovo di Bologna arriva anche un pensiero a Papa Francesco e alla necessità di unità della Chiesa in questo momento: “in questa condizione di fragilità la sua figura diventa ancor di più motivo di comunione” dice ricordando come tutti, anche non credenti o fedeli di altre religioni, stiano pregando per lui.
Zuppi, che ha svolto varie missioni inviato dal Papa per la pace in Ucraina, chiede di porre al centro degli sforzi delle istituzioni e della stessa Chiesa, l’obiettivo della pacificazione per i troppi conflitti in corso nel pianeta. E a fronte di un’Europa che parla di riarmo, Zuppi plaude al governo italiano che propone la via del dialogo: “Guardiamo con interesse lo sforzo del Governo italiano nel suo intento di connettere la crescita di responsabilità europea al dialogo intra-occidentale per la ricerca di una pace giusta e duratura e l’indispensabile visione multilaterale nella soluzione dei conflitti”.
Per il presidente dei vescovi italiani occorre che l’Europa “non sia un insieme di Istituzioni lontane” e “non rinunci mai a investire nel dialogo come metodo per risolvere i conflitti, per non lasciare che prevalga la logica delle armi, per non consentire che prenda piede la narrazione dell’inevitabilità della guerra”. “La via della pace è sempre quella del dialogo, che oggi assume anche i connotati del multilateralismo.
L’indebolimento delle strutture internazionali – sottolinea il cardinale presidente della Cei – diventerà presto per tutti causa di maggiore incertezza e non certo di maggiore sicurezza”. E’ necessario dunque un “cantiere” europeo che si contrapponga alla narrazione che prevale ora nel pianeta.
“Bisogna suscitare uomini saggi, portatori di una cultura piena di umanità capace di resistere a una cultura aggressiva, competitiva, egocentrica, ‘predicata’ in modo martellante dalla macchina della propaganda”, dice il cardinale senza fare nomi ma inevitabilmente richiamando alla mente i tanti proclami pronunciati nelle ultime settimane dal presidente americano Donald Trump e dal suo vice James David Vance. Per Zuppi “essere cristiani, con la propria vita, sostiene e protegge l’umanità a tutti i livelli: dalla famiglia, alla vita, alla politica e alla società, al mondo del lavoro, alla vita internazionale”.
“Oggi il male del nazionalismo – sono ancora le parole del presidente della Conferenza episcopale italiana – veste nuovi panni, soffia in tante regioni, detta politiche, esalta parte dei popoli, indica nemici. Il suo demone non è amore per la patria, ma chiusura miope ed egoistica, che finisce per intossicare chi se ne rende protagonista e le relazioni con gli altri”. Gesù invece “morì per tutte le nazioni, senza distinzione di razza e di sangue” e dunque “il nazionalismo è in contraddizione con il Vangelo”.