“Approfondire e sottolineare la responsabilita’ di ogni battezzato nella Chiesa. Tutti i membri del Popolo di Dio, pastori e fedeli laici, condividono a pieno titolo la responsabilita’ per la vita, la missione, la cura, la gestione e la crescita di questo Popolo che Cristo stesso ha suscitato”. Cosi’ il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicasteri per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha indicato in una conferenza stampa le finalita’ e gli obiettivo del convegno internazionale di tre giorni “Pastori e fedeli laici chiamati a camminare insieme”, che dal 16 al 18 febbraio nell’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano, vedra’ la presenza di 210 tra presidenti e referenti delle Commissioni Episcopali per i Laici provenienti da tutto il mondo e si chiudera’ con l’intervento del Papa.
La logica della delega
“Si e’ avvertito il bisogno di superare la logica della ‘delega’ – ha spiegato Farrell – che possiamo esprimere in questi termini: se i pastori hanno bisogno di qualche ‘servizio’, ‘delegano’ alcuni laici, fra quelli piu’ affidabili che conoscono e che sono disponibili. In questo modo la partecipazione dei laici alla vita della Chiesa rimane sporadica, funzionale a qualche attivita’ circoscritta e demandata ‘dall’alto'”. Cosi’ pure “si e’ sentito il bisogno di superare la semplice logica di ‘sostituzione’, secondo cui, per migliorare la situazione nella Chiesa, basterebbe semplicemente ‘sostituire’ i chierici con i laici, in vari ambiti, soprattutto in posizioni chiave del governo o dell’attivita’ pastorale e cosi’ ogni problema sarebbe risolto”.
Camminare insieme
Si tratta invece, di rinnovare una chiamata a “camminare insieme”, “ciascuno secondo la vocazione che gli e’ propria, senza atteggiamenti di superiorita’, unendo le energie, condividendo le finalita’ della missione, assumendosi la stessa responsabilita’ per il bene della comunita’ cristiana”. La “corresponsabilita’ fra pastori e fedeli laici nella vita della Chiesa“, tema molto caro a papa Francesco e sollevato gia’ dal Concilio ma che tarda ancora ad avere piena attuazione, si lega perfettamente anche al cammino sinodale in corso. “Quali possono essere i campi di corresponsabilita’? – ha replicato Farrell ai giornalisti – Serve innanzitutto una ‘conversione pastorale’ da parte dei laici e di coloro che sono ministri ordinati. I laici sono gia’ coinvolti in molti settori diversi, comunicazione, finanza, ma non e’ questa l’unica cosa che i laici fanno o possono fare. Non bisogna ridurre la missione dei laici nella Chiesa a un ruolo o un coinvolgimento puramente funzionale ma devono essere veramente parte della missione della Chiesa“.
Le parole di Farrell
“Cio’ pone delle questioni – ha aggiunto il capo dicastero vaticano -: in particolare la condivisione delle informazioni. I laici sono molto piu’ coinvolti nel mondo, quindi hanno molto piu’ da offrire rispetto a un mero rapporto funzionale, come tenere i conti della diocesi o dirigere le scuole della diocesi: c’e’ molto di piu’. Per questo dobbiamo andare molto piu’ in profondo su come essere corresponsabili nella vita ecclesiale. C’e’ bisogno anche di un cambiamento di mentalita’: i laici non sono sempre ben accolti nelle diocesi del mondo o nei diversi Paesi del mondo. Bisogna portare in primo piano la sinodalita’, ma dobbiamo poi tradurla nella pratica”. E a una domanda sul ruolo delle donne, il card. Farrell ha risposto: “Lo Spirito chiama tutti e ci da’ doni diverse. Corresponsabilita’ non significa che i chierici devono diventare laici e i laici devono diventare chierici. Penso che ci sono tanti apostolati che i chierici non sono preparati a svolgere, e che sono campo per i laici: uno per tutti, la formazione al matrimonio”.