Il commento al Vangelo di domenica 10 settembre di Don Giulio Dellavite.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Qualsiasi altro comandamento si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Pienezza della Legge infatti è la carità. – Dal Vangelo secondo Matteo. Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Il commento al Vangelo
Un bosco visto dall’alto è una macchia impenetrabile, ma se hai il coraggio… di imboccare i sentieri in ombra, di scavalcare rami secchi o rotti che bloccano il percorso, di sfidare spine, rovi, ortiche che fanno male e scoraggiano, di vincere la paura di attacchi imprevisti o rumori inattesi, di intravvedere il cielo anche se spesso è nascosto dalle fronde, di guardarne con attenzione i dettagli, di comprendere cosa ti chiede la stagione in cui sei, di ammirarne le sfumature, di gustarne i profumi, di scegliere i piccoli frutti evitando i funghi velenosi, di distinguere i tipi diversi di alberi, arbusti, erbacce, di rispettare le tane degli animali piccoli e grandi… allora scopri un universo che si spalanca per abbracciarti e insegnarti il senso della vita. Quante persone o storie sono come un bosco. È facile criticare tutto e accusare tutti sentendosi incompresi stando a distanza. Se ci entri dentro, invece, cambia tutto. Le parole strane del Vangelo di oggi ci dicono questo. “Se tuo fratello ti fa un torto, chiarisci le cose a quattrocchi, se non ti ascolta chiama qualcuno che ti aiuti, coinvolgi altri, e se non ti dà retta neppure così, lascialo perdere, ha scelto lui la lontananza. Lascialo andare strade diverse!”. È strano sentire Gesù che parla con tono così crudo, tanto più se consideriamo “quando” ha detto queste cose: sono la continuazione e l’applicazione concreta della parabola della pecorella smarrita (troppo spesso ridotta a dolciume). Gesù dice di legare, ma anche di sciogliere e di slegarsi, non di far finta che vada tutto bene o andare avanti per forza. Il bosco a volte ti costringe a tornare indietro per il tuo bene.
La Madonna del Bosco
La chiesa in cui sono parroco, la “Madonna del bosco”, ha una tela sull’altare dove Maria si staglia su uno sfondo nero ma se si aguzza lo sguardo, strizzando gli occhi con pazienza compare quella selva oscura in cui la retta via è smarrita. Un posto nel quale ci siamo tutti, in un modo o nell’altro: si chiama fatica relazionale, crisi, frustrazione, sofferenza. Eppure, come con il quadro o con il bosco, più perdi tempo a entrarci dentro, più appaiono alberi, rami, foglie, sentieri. San Paolo traduce questo in un’affermazione forte: “Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore”. E, citando Gesù, dice che il metro è “ama come te stesso”, renditi conto che l’altro è “come” te, proprio come sei e fai tu. Prendi coscienza allora dei tuoi punti di forza e dei tuoi limiti. Il Vangelo cioè ci insegna a fare “il possibile”. Nulla di più. Ma “il possibile” è qualcosa di tosto. È responsabilizzante. È il livello che dai alla tua coscienza e alla tua interiorità, che esige però che tu sia libero, sciolto, leggero. Un rapporto tenuto per forza, per convenienza, per buonismo, è catena e zavorra. È male e fa male. O addirittura è malattia. Va disinfettato. E a volte bisogna tagliare per guarire. Se invece c’è un legame vero tra due persone, Dio si arrende ed è sempre dalla loro parte per aiutare a vedere altro e oltre. Le fatiche tornano, le complessità restano, ma il bosco insegna ad avere radici ben piantate e testa alta verso il cielo. Ci siamo dimenticati che non si può vivere nessuna favola se manca il coraggio di entrare nel bosco.