Il commento al Vangelo di oggi domenica 29 giugno 2025 di Don Giulio Dellavite.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Il commento
Un detto popolare dice: “Si nasce piromani, si muore pompieri”. Quanto è vero! Celebrare oggi la festa dei Santi Pietro e Paolo ci fa guardare alla realtà proprio con questo criterio, interpretandolo non come debolezza da ipocriti, ma come opportunità per plasmarsi cercando il meglio. È la grande capacità di prendere in mano la propria vita. Pietro inizia come discepolo forte e generoso poi finisce impaurito a giurare di non conoscere Gesù. Si lascia spaventare dalle conseguenze dell’implicarsi: cosa pensano gli altri di me? cosa ci rimetto? chi me lo fa fare? Nato piromane, muore pompiere: si fa scuotere dal gallo.
Paolo inizia come nemico di Cristo e persecutore dei cristiani poi finisce a viaggiare per testimoniare con coraggio il Risorto. Cade dal cavallo delle sue sicurezze e delle sue presunzioni. Lui, così supponente e sicuro di se, si mette in crisi su tutto. Nato pompiere, muore piromane: infiammato e infiammante. Ciò che li accumuna è trovare un nuovo modo di guardare.
Pietro piangente nel buio incontra lo sguardo di Gesù che trasforma le sue lacrime in collirio e il vuoto della mancanza in spazio di rincorsa a ripartire. Paolo (che non incontra mai Gesù nella sua vita, sente solo parlare di lui) trova una luce che però lo rende cieco finché non si fa prendere per mano in una nuova scoperta. Pietro e Paolo ci insegnano innanzitutto a guardarci DENTRO.
È il coraggio di dire che è bene ciò che è bene, ma anche di dire che è male solo quello che è male, di dire che è opportuno solo quello che è opportuno. Non altro. Da loro allora impariamo anche a guardarci AVANTI. Vengono uccisi eppure loro si sentono realizzati. Pietro viene crocifisso per fargli fare la stessa fine di Gesù, ma lui si ritiene indegno e si fa mettere a testa in giù.
Anche noi ci troviamo spesso ribaltati, ma troviamo un oltre. Paolo viene decapitato. Lui, l’uomo del pensiero, il cervellone, il primo teologo e filosofo cristiano perde la testa. Anche noi non capiamo tante cose, ma troviamo un oltre. Grazie a ciò, da loro impariamo uno sguardo INTORNO. Nella tradizione artistica sono ricordati con due simboli. Pietro viene raffigurato con il simbolo delle chiavi, perché è il capo a cui Gesù affida il potere di aprire e chiudere.
Paolo viene simboleggiato con la spada, che non è più arma che ferisce ma è parola che aiuta a vivere. Abbiamo bisogno di apertura (le chiavi) e di verità (la spada), di sentirci accolti (le chiavi) e protetti (la spada), di trovare significati (le chiavi) e tagliare zavorre (la spada). Ma allora dobbiamo essere piromani o pompieri? Per chi sceglie Cristo – come Pietro e Paolo – l’essenziale è plasmare la propria vita piromani che infiammano di valori e pompieri che spengono le fragilità che bruciano, per saper scorgere il meglio dentro, avanti, intorno.

Autore: Don Giulio Dellavite
Prete bergamasco, nato nel 1971, è Segretario Generale della Curia di Bergamo dal 2012 dove svolge anche il ruolo di responsabile per le relazioni istituzionali e i rapporti con la stampa. Ha pubblicato con Mondadori "Se ne ride chi abita i cieli: il manager e l'abate, lezioni di leadership all'interno di un monastero" (2019) e "Ribellarsi, la sfida di un'ecologia umana" (2021) e prima “Benvenuti al ballo della vita: la nostra vita quotidiana e il Vangelo. Collabora con la Business School LUISS di Roma nel EMBA Executive Master in Business Administration School su temi di Business Ethics, con LUM Milano School of Management nel Master "Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios" (insegnando “diplomazia vaticana”) e con altre università come CUOA Vicenza o agenzie di formazione per imprenditori e manager. Tiene corsi o interventi specifici di motivazione per aziende o per categorie di professionisti (un esempio www.seneridechiabitaicieli.it). Ha svolto servizio in Santa Sede come Officiale della Congregazione per i Vescovi in Vaticano dal 2002 al 2012 dopo il Dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma applicando al governo della Chiesa le teorie del management, pubblicato da Treves Editore (2012) "Munus Pascendi: leadership e tutela dei diritti dei fedeli nel procedimento di un atto amministrativo" rielaborato poi con Avagliano "All'angelo della Chiesa scrivi: autorità e autorevolezza nella Chiesa". Dal 2022 è anche parroco nella periferia di Bergamo.