Gesù è la persona più famosa in tutta la storia umana. È il protagonista del più grande best-seller: il Vangelo (un libro che ha un primato curioso: è il più venduto e il meno letto). Inoltre è il soggetto di migliaia di altri libri. Su di lui è stata scritta più musica e creata più arte rispetto a chiunque. Il suo nome è sopravvissuto a imperatori, dittatori, dinastie, presidenti, eroi, rivoluzioni, nazioni, ideologie che luccicavano come il meglio. Addirittura la misura degli anni del nostro calendario è basato sulla sua vita, dividendo gli anni prima e dopo Cristo.
Gesù è nato come noi
Eppure è nato come la maggior parte di noi senza ricchezza, senza fama, senza sostegno di titoli nobiliari. Un bambino qualunque, uno studente tra tanti, che da giovane fece il garzone nella bottega del papà artigiano. A trent’anni lo troviamo che fa l’insegnante: parla a grandi folle, ma poi sta con poche persone, con rozzi pescatori, con emarginati, casalinghe, stranieri, bambini, operai. Si sposta a piedi, senza cavallo (diremmo noi senza macchina), casa per casa, paese per paese per tutta la Galilea, la Giudea e la Samaria.
Il racconto delle Sacre Scritture
Così dicono i Vangeli e facilmente si pensa chissà come fosse famoso, in realtà l’area in cui è conosciuto è poco più grande della Puglia e poco più piccola della Toscana, un quindicesimo dell’Italia. Insegna tre anni, meno di un mandato parlamentare, meno della scuola superiore. Muore poco più che trentenne, non sposato e senza figli: un uomo così a quel tempo era considerato un mezzo uomo.
Il prezzo di una moglie
Una moglie si comprava (il prezzo erano capre e cammelli di solito) e quindi se non ne trovi neanche una, vali proprio un nulla o hai grossi problemi. Tanto che non credibile nemmeno come testimone. Facile pensare cosa dicesse la gente: non sei stato capace di fare l’uomo, come puoi dirti Dio?
L’esercito di dodici amici
Si presenta come Messia, come salvatore per un nuovo governo illuminato (il regno di Dio), ma il suo esercito di liberazione è soltanto un gruppetto di 12 amici. I due migliori del gruppo lo fregano: il capo rinnega di averlo mai conosciuto e il tesoriere non solo ruba la cassa ma vende addirittura lui. Gli altri 9 si guardano bene dal difenderlo nel bisogno e scappano. Uno solo resta, ma è un ragazzino e si occupa della mamma di Gesù, tra l’altro vedova. Finisce condannato alla pena di morte dell’infame (la croce), su uno spuntone di roccia in cima alla discarica di Gerusalemme (il Calvario) per indicarlo come scarto della società e rifiuto di uomo. Se si guarda Gesù da questo punto di vista non gli affideresti neanche la tua bicicletta.
Il messaggio di Gesù cresce
Eppure il suo messaggio crebbe senza campagne pubblicitarie e senza appoggi politici. Non c’erano giornali, TV, telefonini, internet, facebook, messaggi, mail. Solo persone che si sono fatte delle domande su di lui. Dopo essersi lasciati interpellare questi cominciano a parlare DI lui, ma nemmeno questo basta. C’è qualcosa che lievita dentro. Allora parli CON lui: è il passaggio dal “chi sei?” al “chi sei per me?”, dal “cosa dice?” al “cosa mi dice?”, quanto mi smuove? Quella domanda, se scende nel profondo, tocca sul vivo. Tanto che cominci a parlare COME lui, a pensare come lui, ad agire come lui, a guardare le cose e le persone come lui.
Le parole diventano contagiose
Allora diventa contagioso. “Se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te” (Friedrich Nietzsche). Papa Benedetto XVI ripeteva spesso: “La fede si trasmette per attrazione e per contagio”. E Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri e se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni”. Così il messaggio di Gesù cresce ancora oggi, nonostante l’inizio sia fallimentare. Non puoi non farti delle domande. E lui ha il potere di ribaltare i punti di vista. Su un muro c’era scritto: “Dio è morto. Nietzsche”. Qualcuno ha aggiunto sotto: “Nietzsche è morto. Firmato, Dio”.
Gesù è solo un uomo?
Gesù è senza dubbio il più noto, il più odiato, esaltato, controverso, lodato, oltraggiato, citato, disprezzato, desiderato, detestato, accettato, respinto, emulato uomo che abbia mai camminato sulla faccia della terra. Ma uno così può essere soltanto un uomo o è qualcosa di più?
Molte religioni presentano la figura di Cristo, persino reputandolo “un profeta”. Così è per gli Ebrei e anche per i Musulmani. Per chi non crede è un grande personaggio, accettando il Gesù della storia, ma non il Cristo della fede.
Le tre ipotesi
Per ambedue non può essere considerato figlio di Dio perché: a) è illogico che Dio si sia fatto uomo (nei miti antichi c’è Dio che si maschera da uomo, ma mai un Dio che nasce uomo); b) è ridicolo che un Dio abbia avuto una vita così squallida; c) è scandaloso che il Figlio di Dio sia morto sul un patibolo ignobile come la croce, lasciandosi annientare così. Nessun innocente lo accetterebbe, figuriamoci un Dio. Logicamente sono possibili solo tre opzioni: “Dio o bugiardo o pazzo?”, cioè è davvero Cristo, o è genio del male che si è inventato una bugia che dura da 2000 anni, o un folle megalomane.
Cosa dicono i Vangeli
Però dai Vangeli emergono innegabili il buonsenso, la prudenza, la saggezza, l’attrattività. Tranne per chi ha pregiudizi. Gesù quindi ha in abbondanza proprio le qualità che ai bugiardi e i pazzi mancano: la sua saggezza pratica, la sua abilità di leggere il cuore e di comprendere la domanda reale che sta dietro alle parole, la sua capacità di guarire lo spirito che è più difficile che non il corpo; il suo amare contagioso, il suo carisma nell’attirare le persone e farle sentire accolte, la sua autorità contro il peccato e la sua comprensione del peccatore; la sua libertà interiore, la sua imprevedibilità, la sua creatività fantasiosa. Anche chi non crede afferma che Gesù è stato un saggio, un profeta. Non un bugiardo, non un pazzo. Perciò ci si può fidare di lui. Perché allora non scatta il passo successivo del credergli?
Mettersi in gioco
Non basta sapere chi è, bisogna entrare in relazione con lui. Fede è fiducia, quindi implica il mettersi in gioco. Non è una dottrina da imparare a memoria, ma una relazione che dà colore e sapore. Una proposta a cui devi rispondere, ma soprattutto di cui devi risponderne, come nelle cose dense della vita (amore, passioni, lavoro, scelte fondamentali).
Il Dio delle domande
Il Dio di Gesù Cristo non è “l’idolo” delle risposte (peggio se a gettone a pagamento), ma il “Dio” delle domande che interpella la coscienza dell’uomo e la sua responsabilità. Se si sfoglia la Bibbia, Dio prima che dispensare verità, insegna a fare domande: chiede ad Adamo “Dove sei?” o chiede a Caino “Dov’è tuo fratello?”. Così Dio non ha mai una soluzione che aggiri il dolore: si offre piuttosto come compagno di strada per attraversarlo.
Cosa è la verità?
Cosa è la verità? Chiede Pilato a Gesù prima di lavarsene le mani e consegnarlo alla crocifissione. Sant’Agostino si immagina una risposta delicata: “Vir qui adest. La verità è l’uomo che ti sta davanti”. Il Vangelo prosegue narrando che Pilato disse: “Ecce homo! Ecco l’uomo!”. Un uomo, crocifisso risorto, che traccia il suo identikit con tre linee: “Io sono la via, la verità e la vita”. Quanto è moderno: la via è la memoria del passato, la verità è l’intelligenza del presente, la vita è la premura del futuro. Vita o noia? Verità o menzogna? Via- cammino o staticità?
Le tre coordinate del quotidiano
Sono le tre coordinate del quotidiano: la forma delle scelte, la via; il senso delle azioni, la verità; il gusto degli attimi, la vita. Vale per ogni scelta illogica di amore: “Chi non è disposto a lasciarsi sorprendere non si iscriva a questa partita di caccia il cui trofeo è l’amore” (A. Schokel). Si mette in gioco un “oltre”. Il traguardo è un capovolgimento di logica: la vita non è una giornata che va verso il tramonto, ma è una notte che va verso l’alba; non siamo esseri viventi destinati alla morte, ma esseri mortali destinati alla vita (André Fossion). Achille Campanile pone un dialogo tra un credente e un ateo. Al primo che diceva: “Io sono credente, ma afflitto dal dubbio che Dio non esista”, l’altro rispose: “Io sono ateo, afflitto dal dubbio che Dio esista realmente, ed è peggio!”.