Un oggetto di morte trasformato in un simbolo di pace. Così, dalle casse usate dall’esercito russo per trasportare munizioni che colpiscono l’Ucraina – grandi contenitori di legno abbandonati sul suolo ucraino – nascono fioriere per far sbocciare speranza di giustizia.
Un simbolo potente, benedetto mercoledì 4 dicembre da Papa Francesco durante l’udienza generale in una straripante piazza San Pietro. Un simbolo ideato e realizzato dai volontari comaschi di Frontiere di Pace, gruppo che ha base nella parrocchia di Maccio e ha all’attivo 31 missioni umanitarie a Kharkiv, Izjum, Kherson, Kramatorsk e in una miriade di villaggi dell’oblast di Kharkiv e dell’oblast di Donetsk. Grazie al coinvolgimento di un’azienda florovivaistica lariana, due case militari russe sono già state trasformate in fioriere.
Una di queste è stata donata al pontefice, insieme al libro “Volti e voci della resistenza Ucraina”, scritto da Giambattista Mosa, coordinatore di Frontiere di Pace, e Nicola Gini, giornalista più volte al seguito delle missioni umanitarie organizzate dal gruppo di volontari comaschi. In dono anche una maglietta e il braccialetto del sodalizio e una stella di legno realizzata a mano da un volontario e con inciso il nome del pontefice.
Al termine dell’udienza generale è stato lo stesso Mosa, insieme al parroco maccese, don Gianluigi Zuffellato, rettore del santuario della Santissima Trinità Misericordia, a consegnare al Papa la fioriera. Un momento di forte emozione. “Abbiamo accarezzato e desiderato tanto questo incontro con Papa Francesco, un grandissimo testimone del nostro tempo – racconta don Zuffellato – Quando mi sono trovato davanti a lui ho sentito il cuore in gola. Un momento di vera empatia, davanti al Papa che sempre ci richiama al valore della pace e della giustizia”.
Il gruppo di volontari, presente in piazza San Pietro con una delegazione di 17 persone, ha recuperato complessivamente una decina di casse militari russe durante le 31 missioni umanitarie effettuate in Ucraina, per essere trasformate in fioriere. Saranno al centro di un’asta di beneficenza, il cui ricavato andrà interamente a sostegno della popolazione ucraina oppressa da quasi tre anni di guerra.