L’Azione Cattolica, il cui primo nucleo data al 1867 col nome di Gioventù Cattolica Italiana, non è propriamente annoverabile tra i ‘movimenti’, mancando di una effettiva specificità carismatica o vocazionale che ne caratterizzi contorni particolari o peculiarità spirituali ed operative di sorta.
La storia
Poiché essa nasce ed opera a sostegno della pastorale ordinaria della Chiesa – peraltro importantissima e troppo spesso sottovalutata a favore della concentrazione sui grandi momenti celebrativi e programmi di speciale motivazione (pastorale extra-ordinaria) – a servizio della comunità diocesana tale e quale è organizzata in vicariati e parrocchie, calandosi più o meno capillarmente, ove possibile, nella sua intima tessitura, essa assume di volta in volta e di luogo in luogo le forme e le linee della pastorale guidata dal vescovo e risente, nel particolare, delle scelte e sensibilità dei singoli formatori che possono essere, dal punto di vista teologico, le più diverse.
Le idee
Se, del resto, da alcuni decenni, fattori storici e culturali quali la partecipazione popolare, l’impegno sociale, le variazioni di inclinazione politica verificatesi nell’ambito cattolico negli anni ’60 e ’70, il peso successivamente assunto dalle giovani generazioni di allora e quant’altro, fanno ritenere che il ‘movimento’ si sia assestato su una, pur sempre moderata, prevalente orientazione di centro-sinistra, ciò non è sufficiente a determinarne e ad individuarne con certezza i filoni preferenziali di attingimento e le fonti di ispirazione teologica, che variano in quanto sono piuttosto condizionate da una molteplicità di elementi, tra i quali hanno un peso notevole le facies di formazione locale cui già accennavamo. Sul piano degli orientamenti operativi comuni di fondo, l’Azione Cattolica è pienamente investita e attraversata dalle priorità che toccano la Chiesa contemporanea, tra cui spiccano quelle della formazione permanente dei laici e della missionarietà per una nuova evangelizzazione, riportata, correttamente e coerentemente rispetto alla natura del movimento, alla quotidianità e quindi entro l’orizzonte della pastorale ordinaria.