In occasione della XXXI Giornata mondiale del malato, dedicata quest’anno al tema “‘Abbi cura di lui’. La compassione come esercizio sinodale di guarigione”, l’arcidiocesi di Bologna ha in programma per domani, domenica 12 febbraio, alle 15 nella basilica di San Paolo Maggiore, la messa presieduta dal cardinale arcivescovo Matteo Maria Zuppi che, al termine, benedirà i malati. La celebrazione del presidente della Cei è proposta dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, il Centro volontari della sofferenza e la Sottosezione Bologna dell’Unitalsi.
Una nuova consapevolezza
“Impegniamoci perché questa Giornata solleciti le nostre comunità diffuse in tutto il territorio ad una nuova consapevolezza. Stimoli l’urgenza a farci ‘prossimi’, ad aumentare le nostre frequentazioni dei luoghi dove i nostri fratelli e sorelle trascorrono il loro tempo, dove si consuma il dolore e la solitudine”, afferma Magda Mazzetti, direttrice dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, che aggiunge: “Sappiamo con certezza che è qui che il Signore abita”.
Il tweet del Papa
Nell’odierna Giornata Mondiale del Malato, giunta alla XXXI edizione, Papa Francesco, in un tweet, invita a volgere lo sguardo verso chi soffre e a seguire l’esempio del buon samaritano. Proprio il buon samaritano – protagonista di una parabola di Gesù – che prestò soccorso ad un uomo derubato e percosso lungo una strada, ignorato dai passanti e persino da un sacerdote, offrendogli aiuto premurosamente e amorevolmente, è indicato da Francesco, nel messaggio per la Giornata del Malato, pubblicato lo scorso 10 gennaio, come modello dello stile cristiano della compassione. “Come il Buon Samaritano, fermiamoci e prendiamoci cura degli infermi e dei sofferenti” scrive il Papa su Twitter, ricordando anche la memoria liturgica della Madonna di Lourdes e invocandone la benedizione su “tutti i malati e chi li cura con amore”. E riguardo all’atteggiamento da avere nei riguardi di malati e sofferenti, in un secondo tweet, @Pontifex richiama allo stile di Dio “che è vicinanza, compassione e tenerezza”. Si può “imparare a camminare insieme” secondo tale stile, spiega il Papa, “attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia”.