“Avrei voluto essere in mezzo a voi ma, come sapete, mi trovo qui al Policlinico Gemelli perché ho ancora bisogno di un po’ di cure per la mia bronchite”. Così il Papa nel testo dell’Angelus che non pronuncia ma che è stato diffuso.
“Vi ringrazio per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo ospedale per la loro premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la preghiera!”, chiede il Papa. Infine l’appello per la pace: “Invito tutti a continuare a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan”.
“Oggi in Vaticano – ricorda ancora il Papa nel testo dell’Angelus che ha preparato ma che non pronuncerà – è stata celebrata l’Eucaristia dedicata in particolare agli artisti venuti da varie parti del mondo per vivere le Giornate giubilari. Ringrazio il Dicastero per la Cultura e l’Educazione per la preparazione di questo appuntamento, che ci ricorda l’importanza dell’arte come linguaggio universale che diffonde la bellezza e unisce i popoli, contribuendo a portare armonia nel mondo e a far tacere ogni grido di guerra”, conclude Papa Francesco.
La messa senza il Papa
“Il nostro primo pensiero va a Papa Francesco; preghiamo per la sua salute ringraziamo la visione e il sostegno che ci offre sempre”. Il cardinal Tolentino, ‘ministro’ della Cultura del Vaticano apre con un pensiero affettuoso per il Papa – ricoverato al Gemelli da tre giorni – la messa in occasione del Giubileo degli artisti nella Basilica di San Pietro.
Il Papa avrebbe dovuto presiedere nella Basilica vaticana la messa per il Giubileo degli artisti. Nell’impossibilità di poterlo fare, ha comunque preparato l’omelia che e’ stata letta dal card. Tolentino, ‘ministro’ della Cultura del Vaticano. ”Viviamo in un’epoca in cui nuovi muri si alzano, – ha evidenziato il Pontefice nell’omelia letta da Tolentino che presiede la messa – in cui le differenze diventano pretesto per la divisione anziché occasione di arricchimento reciproco. Ma voi, uomini e donne di cultura, siete chiamati a costruire ponti, a creare spazi di incontro e dialogo, a illuminare le menti e a scaldare i cuori ”.
Bergoglio, nel testo preparato, ha evidenziato il momento difficile che stiamo attraversando: ”Viviamo un tempo di crisi complessa, che è economica e sociale e, prima di tutto, è crisi dell’anima, crisi di significato. Ci poniamo la questione del tempo e quella della rotta.
Siamo pellegrini o erranti? Camminiamo con una meta o siamo dispersi nel vagare? L’artista è colui o colei che ha il compito di aiutare l’umanità a non perdere la direzione, a non smarrire l’orizzonte della speranza.Ma attenzione: non una speranza facile, superficiale, disincarnata. No! La vera speranza si intreccia con il dramma dell’esistenza umana. Non è un rifugio comodo, ma un fuoco che brucia e illumina, come la Parola di Dio. Per questo l’arte autentica è sempre un incontro con il mistero, con la bellezza che ci supera, con il dolore che ci interroga, con la verità che ci chiama”.
Citando il poeta Gerard Manley Hopkins,( ‘il mondo è carico della grandezza di Dio. / Essa brillerà come il bagliore della lamina scossa’), il Pontefice nel testo letto da Tolentino ha sottolineato che ”questa è la missione dell’artista: scoprire e rivelare quella grandezza nascosta, farla percepire ai nostri occhi e ai nostri cuori.
Il medesimo poeta sentiva anche nel mondo un”eco di piombo’ e un”eco d’oro’. L’artista è sensibile a queste risonanze e, con la sua opera, compie un discernimento e aiuta gli altri a discernere tra i differenti echi delle vicende di questo mondo. E gli uomini e le donne di cultura sono chiamati a valutare questi echi, a spiegarceli e a illuminare la strada su cui ci conducono: se sono canti di sirene che seducono oppure richiami della nostra umanità più vera. Cari artisti, vedo in voi dei custodi della bellezza che sa chinarsi sulle ferite del mondo, che sa ascoltare il grido dei poveri, dei sofferenti, dei feriti, dei carcerati, dei perseguitati, dei rifugiati. Vedo in voi dei custodi delle Beatitudini!”.
“L’arte non è un lusso, ma una necessità dello spirito. Non è fuga ma responsabilità, invito all’azione, richiamo, grido”. Lo ha ammonito il Papa nell’omelia preparata per il Giubileo degli artisti, letta in Basilica vaticano dal cardinale Tolentino. “La vera arte – ha sottolineato nel testo preparato – non è mai comoda. Offre la pace dell’ inquietudine”.
Foto: Vatican News