San André Bessette, noto anche come l'”Uomo Miracolo di Montreal”, visse dal 1845 al 1937. Durante quel periodo, ha assistito alle devastazioni della prima guerra mondiale, a una pandemia di influenza spagnola altamente contagiosa e alla sofferenza di molti durante la Grande Depressione
Eppure, in tutto questo, mantenne la sua fede in Dio e si dedicò ancora di più a San Giuseppe.
Qual era il suo segreto?
Secondo Papa Benedetto XVI nella sua omelia per la canonizzazione di San André, “Per lui, credere significava sottomettersi liberamente e attraverso l’amore alla volontà divina. Interamente abitato dal mistero di Gesù, visse la beatitudine del puro cuore, quella della rettitudine personale”.
Aveva una semplicità di cuore che era in grado di sopportare qualsiasi cosa, sapendo che Dio era dietro di esso.
Papa Benedetto XVI cita un notevole detto di San André che riassume al meglio i suoi consigli su come superare qualsiasi tempesta nella vita.
Papa Benedetto XVI continua: “Per lui, tutto parlava di Dio e della sua presenza”.
Per St. André, non si trattava di chiedere a Dio di rimuovere un ostacolo, ma per la grazia di sopportare quell’ostacolo, accettandolo come se fosse dalla mano di Dio.
Questo può essere molto difficile da accettare, poiché la nostra naturale inclinazione è cercare di sbarazzarci di qualsiasi disagio che potremmo avere. Tuttavia, spesso non possiamo eliminare una prova, e dobbiamo invece abbracciarla e chiedere a Dio la grazia di sopportarla bene. (Aleteia).
San Alfred Bessette è nato a Saint-Grégoire nel sud di Montreal, ha lavorato a Saint-Césaire, è emigrato negli Stati Uniti per un periodo di tempo come tanti giovani del suo periodo per partecipare allo sviluppo delle industrie della Nuova Inghilterra.
Tanti dei suoi compagni hanno adottato questa nuova terra di accoglienza e sono diventati franco-americani, hanno tenuto il loro cognome francese e un po’ della loro cultura. Il giovane Alfred è tornato al suo paese. Si è avvicinato a colui nel quale aveva una fiducia totale e che rappresentava il dono di se stesso che desiderava per lui: il curato André Provençal. Quest’ultimo un giorno si è detto: «So dove mandarlo ». Scrisse quindi ai religiosi della congregazione di Santa Croce che insegnavano ai bambini della Côte-des-Neiges, di fronte al Monte Royal dicendo « Vi mando un santo…».
Il giovane operaio timido, analfabeta, vede aprirsi una porta che desiderava senza nemmeno crederci: diventerà un religioso! Senza sapere come servirà il Dio che riempiva la sua vita dalla sua infanzia, si abbandonava a lui. Soprattutto a San Giuseppe: suo amico, suo confidente da tanto tempo. Diventa fratello André.
Se l’inizio sembra banale, simile alla vita di tanti giovani, ciò che segue è unico ed eccezionale. Si è visto raramente nella storia nord americana, un cammino cosi straordinario. Al punto che mille cose sembrano quasi incredibili nell’evoluzione di una vita, di una fama, di una piccola cappella. Lungo la sua vita e grazie ai pellegrini che riceveva, fratello André ha acquisito una reputazione di taumaturgo uguale a nessun’altra.
Il fratellino, il ragazzino gracile e malato è morto il 6 gennaio 1937, all’età di 91 anni. Un milione di persone sono venute a ringraziarlo per la sua presenza nella loro vita. Fratello André rimane da quel giorno fedele a milioni di altre persone. Non ha mai smesso di dire a coloro che lo invocavano: « Pregate San Giuseppe…».
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