“Aiutiamoci, senza forzature e senza strappi, ma con accurato discernimento, docili alla voce dello Spirito e fedeli nella comunione, a individuare vie adeguate perché la grandezza e il ruolo delle donne siano maggiormente valorizzati nel Popolo di Dio”. E’ stata questa l’esortazione che il 7 marzo 2024, alla vigilia della Giornata internazionale della donna, Papa Francesco ha rivolto ai partecipanti al Congresso internazionale interuniversitario ‘Donne nella Chiesa: artefici dell’umano’ presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Una riflessione che il pontefice ha costantemente ripetuto nel suo magistero e poi messo in atto nella pratica pastorale, allargando lo spazio delle donne all’interno della Chiesa, a partire dai ruoli apicali in Vaticano, senza tuttavia mai arrivare ad aperture significative sul sacerdozio femminile, anche se non ha mai chiuso le porte alla discussione su questo tema, più volte affrontato nei Sinodi dei vescovi.
In quello stesso discorso del 7 marzo 2024 il Papa esaltò “il genio femminile” che sa riflettere “in modo unico la santità di Dio nel mondo”. E la Chiesa “ha bisogno di questo, perché la Chiesa è donna:
figlia, sposa e madre, e chi più della donna può rivelarne il volto?”.
Le donne, ha aggiunse Francesco, hanno la vocazione di essere “artigiane” e “collaboratrici del Creatore a servizio della vita, del bene comune, della pace” in un tempo “lacerato dall’odio, in cui l’umanità, bisognosa di sentirsi amata, è invece spesso sfregiata dalla violenza, dalla guerra e da ideologie che affogano i sentimenti più belli del cuore. E proprio in questo contesto, il contributo femminile è più che mai indispensabile”.
Nel 2020, alla vigilia della Festa della donna, Francesco affermò: “La Chiesa riconosce l’indispensabile apporto della donna nella società, con una sensibilità, un’intuizione e certe capacità peculiari che sono solitamente più proprie delle donne che degli uomini. Ad esempio, la speciale attenzione femminile verso gli altri, che si esprime in modo particolare, anche se non esclusivo, nella maternità. Vedo con piacere come molte donne condividono responsabilità pastorali insieme con i sacerdoti, danno il loro contributo per l’accompagnamento di persone, di famiglie o di gruppi ed offrono nuovi apporti alla riflessione teologia. Ma c’è ancora più bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Perché il genio femminile è necessario in tutte le espressioni della vita sociale; per tale motivo si deve garantire la presenza delle donne anche nell’ambito lavorativo e nei diversi luoghi dove vengono prese le decisioni importanti, tanto nella Chiesa come nelle strutture sociali”
Ma fin dagli inizi del pontificato Bergoglio ha sostenuto che “nella Chiesa le donne sono più importanti degli uomini. Perché la Chiesa è donna”.
Il 29 luglio 2013, nel volo di ritorno dalla Giornata mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, Francesco dichiarò ai giornalisti: “È necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Temo la soluzione del ‘machismo in gonnella’, perché in realtà la donna ha una struttura differente dall’uomo. E invece i discorsi che sento sul ruolo della donna sono spesso ispirati proprio da una ideologia machista. Le donne stanno ponendo domande profonde che vanno affrontate. La Chiesa non può essere se stessa senza la donna e il suo ruolo. La donna per la Chiesa è imprescindibile. Maria, una donna, è più importante dei vescovi. Dico questo perché non bisogna confondere la funzione con la dignità. Bisogna dunque approfondire meglio la figura della donna nella Chiesa. Bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna. Solo compiendo questo passaggio si potrà riflettere meglio sulla funzione della donna all’interno della Chiesa. Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. La sfida oggi è proprio questa: riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l’autorità nei vari ambiti della Chiesa“.
Nel 2016 è uscito il volume “La Chiesa è donna” (Edizioni Dehoniane) che ha raccolto gli scritti, i discorsi e le omelie di Francesco, da cui emerge che il rapporto del Papa con le donne appare del tutto alieno da antichi pregiudizi e da moderni conformismi, ma fondato su una forte attitudine empatica, nata probabilmente dal rapporto con le figure femminili incontrate nella sua vita familiare e dal suo ministero di prete e di vescovo. “La sua empatia, infatti sa manifestarsi nella schiettezza di un richiamo scherzoso alle suore come nella capacità di descrivere in modo toccante, ma pieno di realismo, la vita delle famiglie nelle gioie e nelle difficoltà”, scrivono i curatori del libro. Più volte Bergoglio ha rimarcato la necessità che le donne assumano un ruolo più attivo nella vita ecclesiale e sociale, un desiderio che nasce dalla constatazione, profondamente teologica, che “la Chiesa è donna”. I doni e le peculiarità proprie del femminile sono un elemento essenziale del ministero della misericordia, che per Francesco è il compito più urgente.
“La Chiesa è donna e uno dei grandi peccati che abbiamo avuto è ‘maschilizzare la Chiesa. Bisogna quindi smaschilizzarla, e farlo a cominciare dalla teologia”. Nell’autunno del 2023 il Papa incontrò i membri della Commissione Teologica internazionale, l’organismo istituito da Paolo VI presso l’allora Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1969, e all’autorevole assise ricordo che la donna “ha una capacità di riflessione teologica diversa da quella che abbiamo noi uomini”. In quella stessa occasione Francesco annunciò che “la dimensione femminile della Chiesa” sarebbe stata pure al centro dei prossimi lavori del C9, il gruppo dei nove cardinali di tutto il mondo che lo coadiuvano nella riforma della Chiesa.
Un mese dopo Francesco scelse la teologa friulana suor Linda Pocher, salesiana, affidandole il compito di organizzare quattro incontri del cosiddetto C9. A marzo 2024 suor Pocher dichiarò: “Papa Francesco ha dimostrato di avere molto a cuore la situazione della donna nella Chiesa e lo ha fatto, prima che con i discorsi, con delle scelte concrete: facendo vedere, ad esempio, che all’interno della Curia vaticana quello che conta per avere un ruolo è la competenza e non il fatto di essere uomini o donne, laici, sacerdoti o religiosi. Credo che un cammino sia avviato”.
L’ordinazione delle donne diacono è stato uno dei temi più sensibili all’interno dei lavori del Sinodo del 2024, ma in quella circostanza il Papa chiude le porte a quella ipotesi. Il cardinale Victor Manuel Fernandez affermò sul punto: “Il Santo Padre ha espresso che in questo momento la questione del diaconato femminile non è matura ed ha chiesto che non ci intratteniamo adesso su questa possibilità”.