Con il patrocinio del Lions Club Rieti Host e della Provincia di Rieti, il Comune di Contigliano – assessorato alla Cultura propone con ingresso libero oggi, venerdì 28 aprile 2023 alle ore 18, nella Chiesa Collegiata di San Michele Arcangelo in Contigliano Alta, l’evento PASOLINI Passioni e Passione.
L’incontro
L’incontro nasce dalla condivisione tematica di intellettuali e istituzioni, con il coordinamento di Mons. Dario Edoardo Viganò – critico cinematografico e teorico della comunicazione; autore di studi e opere sul rapporto tra cinema e mondo cattolico; professore di cinema presso la Università telematica internazionale Uninettuno, già professore ordinario presso la Business School della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali LUISS “Guido Carli” di Roma. Attualmente è vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, “con specifica competenza per il settore della comunicazione”. A partire dal maggio 2021 collabora con la rubrica “Le Ragioni della Speranza” all’interno del programma “A sua immagine” su Raiuno.
Il film “Vangelo secondo Matteo”
Nel convegno del 28 aprile Dario Viganò tratta “Vangelo secondo Matteo: un film cattolico?” – mentre in video scorreranno immagini del film, girato da Pasolini nel 1964 – da lui dedicato a Giovanni XXIII, nel pieno del tempo conciliare; con i luoghi emozionanti ove fu ambientato, nel Lazio e nel Mezzogiorno d’Italia. Segue l’attore cinematografico-televisivo Giulio Schifi – con la sua interpretazione della poesia “10 giugno” – meglio nota come “Io sono una forza del passato” (1962), ove Pasolini evoca religiosità, passato e tradizione; dice dell’Appia e della Tuscolana – delle strade di Roma antica e nuovissima, il luogo del corpo e dell’anima, aperto così ad un’inedita lettura estetica e poetica.
Le immagini della passione
Il film “Medea”
Arianna Aloi – attrice di teatro, interpreta quindi “Una disperata passione di stare al mondo. Medea e la riflessione sulla “religione autentica” – ispirato al film “Medea” di Pasolini (1969), al mondo ai mondi ove “tutto è santo”, tutto appartiene a divinità tuttavia incerte – che amano ma talora odiano. Misteriosa sacralità, che pervade (anche) corpo e corpi, e l’intero itinerario espressivo di Pasolini – e il suo cinema, e i luoghi lungamente percorsi, i campi e le strade, il suburbio e la Città. Si giunge così alla terza-ultima trattazione – Valerio Carocci su “Cinema e Roma – l’esperienza del Piccolo America”. Valerio Carocci – già fondatore del “collettivo Tommie Smith al Liceo Scientifico Cavour, una realtà antirazzista, antifascista, antisessista e anticapitalista a pochi passi dagli archi imponenti del Colosseo” – nel 2012 con “un gruppo di amici ventenni salva dalla demolizione il Cinema America di Trastevere, fonda l’associazione “Piccolo Cinema America” e inizia a colorare Roma con grandi arene estive gratuite. Da San Cosimato fino a Ostia, Cervelletta e Monte Ciocci nasce così Il Cinema in Piazza. “Noi siamo quei ragazzi e ora abbiamo riaperto il Cinema Troisi a Trastevere”. Ascoltiamo questa narrazione contemporanea – attraverso i luoghi che furono di Pasolini; anche per comprendere quanto e cosa resta nella Roma e nel cinema pensato e consumato – di Pasolini, a quasi mezzo secolo dalla sua morte.
La morte di Pasolini
E conclude Marianna Adamo, regista, sceneggiatrice, attrice di teatro e cinema – che in morte di Pasolini interpreta “A P.P.P. , in nessun posto”: la poesia che Elsa Morante compose poche settimane dopo (1976) i tragici oscuri fatti dell’Idroscalo di Ostia – l’epilogo violento che a sua volta fa nascere altre storie e narrazioni infinite. L’incontro del 28 aprile è moderato da Ileana Tozzi, storica dell’arte: sulle tracce dell’arte, delle immagini memorabili (dalla Deposizione di Cristo del Pontormo, riconoscibile nel grottesco epilogo de “La Ricotta”; al Cristo Morto del Mantegna, che sorprendentemente rinveniamo in “Mamma Roma”; ad altro ancora), evocate da Pier Paolo Pasolini lungo tutta la sua vicenda espressiva. Infine, all’arte e alle visioni – alle parole, alle narrazioni alle poesie, si aggiungono studenti e docenti del Conservatorio statale di musica “Giulio Briccialdi” di Terni, guidato dalla presidente Letizia Pellegrini e dal direttore Roberto Antonello. Musiche di scena, ma anche libere interpretazioni, impegnano tutti i momenti salienti dell’evento; e con altri strumenti, coinvolgono il monumentale organo settecentesco di San Michele – i suoni arcani e contemporanei di questa grande macchina, attraverso cui vibrano vitalità e sacralità, modernità e tradizione; e amore carnale e divino, e altre contraddizioni ancora.