La devozione alla Vergine Maria in Calabria è particolarmente sentita. Oggetto di culto, feste patronali e popolari,pellegrinaggi mariani e leggende che legano sacro e profano, la Madonna è protagonista assoluta.
Dal sud al nord della regione i santuari dedicati alla Madonna sorgono in località oggetto di pellegrinaggio, che invitano alla quiete e alla meditazione a stretto contatto con la natura. Tante le apparizioni miracolose, riconosciute dalla Chiesa o tramandate per semplice tradizione popolare, che associano la figura della Madonna al ritrovamento di immagini e icone sacre, dai poteri salvifici.
Sui luoghi dei ritrovamenti e delle apparizioni sorgono ancora oggi i santuari mariani calabresi, molti dei quali immersi nella natura, di potente bellezza. Qualche esempio?
Pellegrinaggi ai santuari mariani calabresi
Molti santuari mariani calabresi hanno uno stretto legame con la storia e la cultura più antica del territorio in cui sorgono, come il celebre Santuario della Madonna di Polsi (o Madonna della Montagna), nel Comune di San Luca, in provincia di Reggio Calabria.
Il pellegrinaggio a Polsi, nel cuore del Parco Nazionale d’Aspromonte, reca in sé la devozione di una comunità locale profondamente legata al rito mariano.
La tradizione narra di un pastore che aveva smarrito un bovino nella vallata. Lo ritrovò inginocchiato dinanzi a una croce di ferro scavata nel terreno, dove apparve la Madonna col Bambino chiedendo di edificare un luogo di culto in quel preciso punto.
Sorse così il Santuario di Polsi, presso cui ogni anno i devoti compiono il tradizionale pellegrinaggio alla Madonna della Montagna.
Risalendo la costa tirrenica, il nostro ipotetico “cammino mariano calabrese” fa tappa a Tropea, uno tra I Borghi più Belli d’Italia nonché Bandiera Blu, in provincia di Vibo Valentia, lungo la Costa degli Dei.
Qui sorge l’iconico Santuario di Santa Maria dell’Isola, la chiesa in cima allo scoglio più famoso della Calabria, che si ammira dall’affaccio cittadino rivolto alla marina sottostante.
Ogni anno, tra maggio e settembre, convergono in questo luogo pellegrini devoti alla Madonna provenienti da tutta Italia, che per voto sono soliti salire in ginocchio la lunga e ripida scala che conduce al santuario, ricavata tra gli speroni della falesia.
Nel catanzarese vale la pena soffermarsi sulla storia del Santuario della Madonna di Porto, a Gimigliano.
In questo caso la nascita della basilica si identifica con la storia del giovane Pietro Gatto. Siamo nel 1751 e il giovane si rifugia tra i boschi di Gimigliano per sfuggire alla giustizia, fino a quando la Madonna di Costantinopoli appare in sogno e lo induce a convertirsi e innalzare un luogo di pellegrinaggio e fede.
Le origini storiche di questa devozione sembrano discendere da Napoli e dal culto mariano orientale diffuso tra ‘500 e ‘600. Come molte altre icone mariane calabresi, l’immagine di questa Madonna è del tipo Achèropita, ovvero “non realizzata da mano umana”.
Un altro importante pellegrinaggio mariano si svolge a Crotone, presso il Santuario della Madonna di Capo Colonna.
La suggestiva località, affacciata sul Mar Ionio nei pressi dell’omonimo Parco Archeologico Nazionale il cui simbolo è proprio la colonna del Tempio di Hera Lacinia, ospita il santuario mariano più importante del crotonese.
La semplicità dell’edifico, imbiancato a calce in stile mediterraneo, contrasta con lo sfarzo e la suggestione del pellegrinaggio a Capo Colonna che si svolge ogni anno la terza domenica di maggio: una processione notturna (la “Notte delle Notti”) che parte dal Duomo di Crotone, dove è custodito il Quadro della Madonna portato a spalla, e raggiunge il santuario con canti e liturgie.
Concludiamo il nostro ideale cammino mariano in provincia di Cosenza, presso due importanti santuari mariani calabresi: il Santuario della Madonna del Pettoruto, a San Sosti, e il Santuario della Madonna delle Armi, a Cerchiara di Calabria, “Città del Pane”.
Il primo è legato alla figura dello scultore Nicola Mario di Altomonte. Costui, accusato di omicidio, si rifugiò tra le grotte della Montagna del Pettoruto, dove scolpì il volto della Madonna col Bambino tra le braccia, per devozione.
La statua venne ritrovata casualmente un pastorello sordomuto, che la udì parlare. Da quel momento il Pettoruto è meta di pellegrinaggio dall’intera Calabria.
Il secondo, incastonato in una gola rocciosa, risale al XV secolo. Si narra che durante la costruzione uno scalpellino, rompendo una pietra, trovò al suo interno immagini sacre di origine bizantina, tra cui una miracolosa della Madonna col Bambino. L’elemento più suggestivo del santuario è proprio la Cappella della Madonna scavata nella roccia.
Testo: calabriastraordinaria.it