Rileggere la vita, il pensiero e l’eredita’ di Benedetto XVI partendo dalla fine “con il passo del gambero”: e’ quello che fa Mimmo Muolo, vaticanista di Avvenire, nel libro “Il Papa del coraggio e della fede” (edizioni Ancora). Il ritratto e’ quello di “un pastore umile, nonostante la sua grandezza intellettuale, e puro di cuore, che era tutto il contrario rispetto alla nomea di ‘panzerkardinal’ e di ‘Papa conservatore’ appicicatagli addosso da certa stampa”, sottolinea lo stesso autore.
La Fede e la Ragione
Innanzitutto, oltre ad essere stato il Papa della fede e il Papa della ragione, Joseph Ratzinger e’ stato un “evangelizzatore” che ha in questo senso incarnato, e non negato come alcuni hanno pur scritto, il Concilio Vaticano II. Ed e’ soprattutto il Papa che ha impresso la svolta nella lotta agli abusi che poi e’ stata portata avanti e viene tuttora implementata da Papa Francesco. Sono tanti i campi in cui Benedetto ha spinto la Chiesa in avanti, dal dialogo con le altre fedi alla capacita’ di non contrappore la fede alla ragione e alla scienza. E’ rimasto invece problematico tutto il capitolo delle riforme interne: “E’ indubbio che tra i nodi irrisolti del pontificato – evidenzia Muolo – vi sia soprattutto il rapporto con la Curia”. E se Papa Francesco ha posto la riforma tra le priorita’ del suo pontificato, “Ratzinger, invece, e’ rimasto in mezzo al guado.
I difetti della Curia
Conosceva i difetti della Curia per esperienza personale, probabilmente non se ne fidava fino in fondo, ma non e’ riuscito a riformarla”. Nel libro viene esaminato poi tutto il periodo di Ratzinger come Papa emerito che, forse contro ogni aspettativa, di fatto e’ durato di piu’ del suo pontificato. L’autore, che con questo libro ha aggiornato la sua precedente pubblicazione su Ratzinger, uscita in occasione dei 90 anni del Papa emerito, conclude definendo Benedetto XVI come “la bestia da soma di Dio”, capace di portare “il suo carico in silenzio, con mitezza”. Una immagine che non vuole essere irriverente ma che e’ presa dalle sacre Scritture e che Ratzinger stesso aveva usato per autodefinirsi. Tutto e’ legato allo stemma episcopale nel quale aveva scelto di raffigurare l’orso di San Corbiniano: secondo la tradizione questo orso in un agguato aveva sbranato il cavallo del santo ma poi Corbiniano non solo riusci’ ad ammansirlo ma anche a farsi portare da questo i suoi bagagli. “Di Corbiniano si racconta – spiegava l’allora cardinale Ratzinger – che a Roma restitui’ la liberta’ all’orso. Se questo se ne sia andato in Abruzzo o abbia fatto ritorno sulle Alpi, alla leggenda non interessa. Intanto io ho portato il mio bagaglio a Roma e ormai da diversi anni cammino con il mio carico per le strade della citta’ eterna. Quando saro’ lasciato libero, non lo so, ma so che anche per me vale: ‘sono diventato la tua bestia da soma, e prorio cosi’ io sono vicino a te'”.