“Nihil obstat”, milioni di fedeli che ogni anno vanno a Medjugorje non potevano sperare di più: il via libera ufficiale della Santa Sede alla devozione e ai pellegrinaggi nel luogo delle presunte apparizioni della Madonna, in Bosnia ed Erzegovina.
Il testo
Il testo firmato dal cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, è stato approvato da Papa Francesco il 28 agosto.
Non è un riconoscimento della «soprannaturalità» delle apparizioni, né del resto poteva esserlo: l’ex Sant’Uffizio, a maggio, ha approvato nuove regole più prudenti e in questi casi il Vaticano non si pronuncia più, in via eccezionale potrà farlo solo il Papa.
Però dei sei gradi di giudizio possibili – dal nulla osta alla proibizione – il dicastero per la Dottrina delle fede ha scelto il più alto, e questo non era affatto scontato.
La nota dell’ex Sant’Uffizio, intitolata «Regina della Pace», dà «una valutazione positiva della maggior parte dei messaggi di Medjugorje», anche se precisa che questo «non implica dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale» e «quando ci si riferisce a “messaggi” della Madonna, si deve intendere sempre “presunti messaggi”». Ricorda che, davanti al nulla osta per un «evento spirituale», i fedeli «sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione» ma «non sono obbligati a credervi». Ma soprattutto riconosce «la presenza dello Spirito Santo per il bene del Popolo di Dio» in ciò che accadde a partire dal 24 giugno 1981, quando sei adolescenti dichiararono di aver visto per la prima volta la «Gospa», in croato «Signora».
È una cosa notevole. Perché, se la Chiesa non afferma che lì sia in effetti apparsa la Madonna, riconosce la realtà di un «fenomeno spirituale» che, evangelicamente, si riconosce dai frutti «abbondanti, belli e positivi»: conversioni, ritorno alla fede e ai sacramenti, nuove vocazioni, matrimoni salvati, una pratica della preghiera più intensa e così via.
La questione era assai delicata. La commissione d’indagine voluta da Benedetto XVI e affidata al cardinale Camillo Ruini aveva ritenuto credibili le prime sette apparizioni, ma lo stesso Papa Francesco spiegò che, se su quelle si diceva di «continuare a investigare», sulle altre che proseguirebbero ogni giorno c’erano molti dubbi e «non hanno tanto valore» perché «la Madonna non è un postino o il capo di un ufficio telegrafico» impegnato a spedire per decenni migliaia di messaggi.
D’altra parte, lo stesso Bergoglio ha parlato spesso del valore della «pietà popolare», della quale bisogna avere rispetto ma che tuttavia va «purificata», e riconosciuto che tanta gente «va lì e si converte, incontra Dio, cambia vita».