“Queste sono le due interpretazioni – vorrei dire le due tentazioni – da cui sempre dobbiamo guardarci come Chiesa: una lettura catastrofista della storia presente, che si nutre del disfattismo di chi ripete che tutto è perduto, che non ci sono più i valori di una volta, che non si sa dove andremo a finire..!” “E poi l’altro rischio, quello della lettura ingenua del proprio tempo, che invece si fonda sulla comodità del conformismo e ci fa credere che in fondo vada tutto bene, che il mondo ormai è cambiato e bisogna adeguarsi”. Così il Papa nell’incontro con i vescovi e il clero nella concattedrale di Santo Stefano, a Budapest. “Ecco – ha affermato -, contro il disfattismo catastrofico e il conformismo mondano il Vangelo ci dona occhi nuovi, ci dona la grazia del discernimento per entrare nel nostro tempo con un atteggiamento accogliente, ma anche con uno spirito profetico. Quindi, con accoglienza profetica”.
I segni della presenza di Dio
“Si tratta – ha spiegato Francesco – di imparare a riconoscere i segni della presenza di Dio nella realtà, anche laddove essa non appare esplicitamente segnata dallo spirito cristiano e ci viene incontro con il suo carattere di sfida o di interrogativo”. E, al contempo, “si tratta di interpretare tutto alla luce del Vangelo senza farsi mondanizzare, ma come annunciatori e testimoni della profezia cristiana. State attenti alla mondanizzazione: diventare mondana è forse il peggio che può capitare a una comunità cristiana”. “Vediamo che anche in questo Paese, dove la tradizione di fede rimane ben radicata, si assiste alla diffusione del secolarismo e a quanto lo accompagna, il che spesso rischia di minacciare l’integrità e la bellezza della famiglia, di esporre i giovani a modelli di vita improntati al materialismo e all’edonismo, di polarizzare il dibattito su tematiche e sfide nuove”, ha detto Francesco. “E allora la tentazione può essere quella di irrigidirsi, di chiudersi e assumere un atteggiamento da ‘combattenti’ – ha aggiunto -. Ma tali realtà possono rappresentare delle opportunità per noi cristiani, perché stimolano la fede e l’approfondimento di alcuni temi, invitano a chiederci in che modo queste sfide possano entrare in dialogo con il Vangelo, a cercare vie, strumenti e linguaggi nuovi”. “Questa è la Chiesa che dobbiamo sognare – ha concluso il Pontefice -: capace di ascolto vicendevole, di dialogo, di attenzione ai più deboli; accogliente verso tutti e coraggiosa nel portare a ciascuno la profezia del Vangelo”.
Il giro tra la folla
Al termine dell’incontro con il clero nella concattedrale di Santo Stefano a Budapest, papa Francesco, spinto in sedia a rotelle dal fido maggiordomo, ha voluto fare un giro tra i circa 4.000 fedeli che hanno assistito sulla piazza e le vie circostanti. Al passaggio del Pontefice, molti gli si sono accalcati attorno per salutarlo e fotografarlo da vicino. Poi Francesco è risalito sulla Fiat 500L per fare rientro in Nunziatura.
Contro aborto, utero in affitto e provette
Nel suo primo giorno del viaggio in Ungheria, ma anche nel messaggio inviato al Congresso Internazionale Woomb sulla “rivoluzione Billings” 70 anni dopo, il Papa assesta uno in fila all’altro una serie di colpi sui temi etici, dalle “colonizzazioni ideologiche” legate al gender, all’aborto “tragica sconfitta”, fino all’utero in affitto e agli embrioni in provetta. Nel messaggio al Congresso internazionale Woomb – La “rivoluzione Billings” 70 anni dopo: dalla conoscenza della fertilità alla medicina personalizzata -, invece il Pontefice sottolinea che “oggi la separazione ideologica e pratica della relazione sessuale dalla sua potenzialità generativa ha determinato la ricerca di forme alternative per avere un figlio, che non passano più per i rapporti coniugali, ma si avvalgono di processi artificiali”. Però, avverte, “se è bene aiutare e sostenere un legittimo desiderio di generare con le più avanzate conoscenze scientifiche e con tecnologie che curano e potenziano la fertilità, non lo è creare embrioni in provetta e poi sopprimerli, commerciare con i gameti e ricorrere alla pratica dell’utero in affitto”. “Alla radice della crisi demografica in atto – scrive ancora il Pontefice ai partecipanti al congresso che si svolge a Roma presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – c’è, assieme a diversi fattori sociali e culturali, uno squilibrio nella visione della sessualità, e non è un caso che il metodo Billings sia una risorsa anche per affrontare in modo naturale i problemi di infertilità e per aiutare gli sposi a diventare genitori individuando i periodi più fertili. In questo campo, una maggiore conoscenza dei processi della generazione della vita, che si avvalga di moderne acquisizioni scientifiche, potrebbe aiutare molte coppie a fare scelte più consapevoli ed eticamente più rispettose della persona e del suo valore”.