Il Papa ha cominciato a leggere la catechesi dell’udienza generale ma poi si è subito interrotto e ha ceduto il testo da leggere ad un suo collaboratore. “E adesso mi permetto di chiedere al sacerdote, al lettore, che continui a leggere perché io con la mia bronchite non posso ancora spero che la prossima volta possa”, ha detto ai fedeli presenti nell’Aula Paolo VI.
”Luca – si sottolinea nel testo della catechesi – ci mostra che Dio non viene nel mondo con proclami altisonanti, non si manifesta nel clamore, ma inizia il suo viaggio nell’umiltà. E chi sono i primi testimoni di questo avvenimento? Sono alcuni pastori: uomini con poca cultura, maleodoranti a causa del contatto costante con gli animali, vivono ai margini della società. Eppure essi praticano il mestiere con cui Dio stesso si fa conoscere al suo popolo. Dio li sceglie come destinatari della più bella notizia mai risuonata nella storia”.
”Fratelli e sorelle, – si dice ancora nella catechesi – chiediamo anche noi la grazia di essere, come i pastori, capaci di stupore e di lode dinanzi a Dio, e capaci di custodire ciò che Lui ci ha affidato: i talenti, i carismi, la nostra vocazione e le persone che ci mette accanto. Chiediamo al Signore di saper scorgere nella debolezza la forza straordinaria del Dio Bambino, che viene per rinnovare il mondo e trasformare la nostra vita col suo disegno pieno di speranza per l’umanità intera”.
“E penso a tanti paesi che sono in guerra, sorelle fratelli, preghiamo per la pace, facciamo di tutto per la pace, non dimenticatevi che la guerra è una sconfitta sempre, noi non siamo nati per uccidere, ma per far crescere i popoli”, dice il Papa con la sua voce.
“Che si trovino cammini di pace – aggiunge – per favore nella vostra preghiera quotidiana chiedete la pace. La martoriata Ucraina quanto soffre, ma anche Palestina, sud sudan, Myanmar, tanti paesi in guerra”, ricorda Francesco. “Facciamo penitenza per la pace”, questa le parole finali.
“Dopo domani celebreremo la festa dei Santi Cirillo e Metodio primi diffusori della fede tra i popoli Slavi. La loro testimonianza vi aiuti ad essere anche voi apostoli del Vangelo, fermento di rinnovamento nella vita personale, familiare e sociale”, conclude il Santo Padre nei saluti in lingua italiana.
Foto: Vatican Media