“Quando le preoccupazioni” ci “affliggono, le paure ci assalgono o le forze dirompenti del male ci tolgono il gusto della vita, l’ebbrezza della gioia e il sapore della speranza, il Signore ci dona con sovrabbondanza il suo amore, portando nella nostra vita il vino dello Spirito Santo, che è il vino della gioia e della speranza”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus, commentando il Vangelo del giorno dedicato al primo segno che Gesù ha compiuto, trasformando l’acqua in vino durante una festa di nozze a Cana.
Bergoglio, che giovedì scorso è caduto a Santa Marta rimediando solo una contusione al braccio destro, si e’ affacciato alla finestra del Palazzo Apostolico senza la fascia bianca al collo che aveva nei giorni scorsi dopo la caduta
Nel Vangelo delle Nozze di Cana “possiamo notare due cose: la mancanza e la sovrabbondanza. Da una parte il vino viene a mancare; dall’altra parte, Gesù interviene facendo riempire sei grandi anfore e, alla fine, il vino è così abbondante e squisito che il maestro del banchetto loda lo sposo per averlo conservato fino alla fine. Il segno di Dio è la sovrabbondanza, alle nostre mancanze Dio risponde con la sovrabbondanza, Dio non è tirchio”, ha detto il Papa.
Come a Cana – ha detto ancora il Papa – “anche nel banchetto della nostra vita a volte ci accorgiamo che il vino viene a mancare. Succede quando le preoccupazioni che ci affliggono, le paure che ci assalgono o le forze dirompenti del male ci tolgono il gusto della vita, l’ebbrezza della gioia e il sapore della speranza. Dinanzi a questa mancanza, il Signore dà sovrabbondanza, il Signore vuole far festa con noi, una festa che non ha fine”.
“Nei giorni scorsi – ha ricordato il Pontefice al termine della preghiera mariana – è stato annunciato che oggi entrerà in vigore il cessate il fuoco a Gaza. Esprimo gratitudine a tutti i mediatori. È un bel lavoro questo di mediare perché si faccia la pace. E anche ringrazio tutte le parti coinvolte in questo. importante risultato. Auspico che quanto è stato concordato venga rispettato dalle parti e che tutti gli ostaggi possano tornare finalmente a casa per riabbracciare i loro cari. Prego tanto per loro, per le loro famiglie. Spero pure che gli aiuti umanitari raggiungano ancora più velocemente la popolazione di Gaza, che ne ha tanta urgenza. Sia gli israeliani che i palestinesi hanno bisogno dei chiari segni di speranza. Auspico che le autorità politiche di entrambi, con l’aiuto della comunità internazionale possano raggiungere la giusta soluzione per i due Stati. Tutti possano dire sì al dialogo, sì alla riconciliazione, sì alla pace”.
Il Papa ha poi ricordato che giorni fa “è stata annunciata la liberazione di un gruppo di detenuti dalle carceri cubane. Si tratta di un gesto di grande speranza che concretizza una delle intenzione di questo anno giubilare. Auspico che nei prossimi mesi si continui a intraprendere nelle diversi parti del mondo iniziative di questo genere”.
Infine la preghiera per “il dono prezioso della piena comunione tra i cristiani e per la martoriata Uxraima, Palestina, Israele e Myanmar”.