Il Papa torna ad essere ospite di Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ sul Nove. Una lunga conversazione, quasi un’ora, su tutti i temi di più stretta attualità. Il messaggio più forte è per il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che domani si insedierà alla Casa Bianca e che ha già annunciato tra i provvedimenti l’espulsione degli immigrati irregolari. “Questo, se è vero, è una disgrazia perché fa pagare ai poveri disgraziati che non hanno nulla il conto dello squilibrio. Non va. Così non si risolvono le cose”, commenta Papa Francesco. Sui migranti il Pontefice ha un messaggio anche per l’Italia dove “l’età media è di 46 anni. Non fa figli, faccia entrare i migranti”.
In primo piano anche la guerra che “sempre, sempre, è una sconfitta” e Francesco è tornato a ringraziare, come aveva già fatto all’Angelus, i mediatori che hanno reso possibile una tregua tra Israele e Hamas. E ribadisce che “l’unica soluzione sono “due popoli due stati”.
Parla della sua amicizia con la scrittrice Edith Bruck, sopravvissuta ai campi di concentramento, e dice che, ricordando la Shoah, prova “un sentimento di pietà e di vergogna”, “noi uomini siamo stati capaci di fare quello”. “È stata una vergogna umana e un dolore umano”.
Con riferimento alle vicende più interne al Vaticano, sottolinea l’importanza delle donne e annuncia a sorpresa che a marzo nominerà una donna a capo del Governatorato. “La vicegovernatrice diventerà governatrice”, dice riferendosi all’attuale segretario generale suor Raffaella Petrini. AllaChiesa che vive il Giubileo (“ma se vieni a Roma e vai alla porta santa come un turista senza un senso religioso non serve a nulla”, avverte), parla anche dei peccati. Premesso che “Dio perdona sempre”, il Papa dice: “A me fa schifo quando nella confessione si cercano quei peccati lì”, riferendosi a quelli della carne che magari vengono considerati più gravi di quelli commessi “dai figli che non vanno a trovare i genitori”.
A fare da filo conduttore nella conversazione tra il Papa e Fazio è l’autobiografia di Bergoglio “Spera”, scritta con Carlo Musso per Mondadori. Francesco tiene a ricordare che è uscita anche un’altra autobiografia, “quella con Fabio Marchese Ragona”, ma poi ripercorre l’infanzia tra i pomeriggi passati con i fratelli e la mamma ad ascoltare l’opera alla radio e i film al cinema con Anna Magnani. Tra i ricordi anche le canzoni di Carlo Buti, “quel fascista che è venuto in Argentina”, dice riferendosi all’autore di Faccetta nera.
Ribadisce infine l’importanza del senso dell’umorismo: “senza barzellette ti manca qualcosa”. E confida che quando è stato eletto Papaha pensato: “Sono pazzi ma si faccia quello che Dio vuole”.