“Fate sempre tesoro delle vostre radici, non tanto per trasformarle in un blasone o in un baluardo da difendere, quanto piuttosto come di una ricchezza da condividere. La terra si lavora insieme, si lavora per tutti e si lavora in pace; con la guerra, l’egoismo e la divisione si riesce solo a devastarla, come purtroppo stiamo vedendo in tante parti del mondo e in modi diversi”. Lo ha detto papa Francesco incontrando stamane nella Basilica di San Pietro i pellegrini da Concesio e da Sotto il Monte, in occasione del 60/o della morte di Giovanni XXIII e dell’elezione di Paolo VI.
Sotto il Monte e Concesio
“Nel pellegrinaggio che state facendo volete ricordare anche l’anniversario dell’Enciclica Pacem in terris – ha sottolineato il Pontefice -. Mi sembra opportuno richiamare in questo contesto quanto San Giovanni XXIII afferma in essa sul valore di una pace fondata sulla giustizia, sull’amore, sulla verità, sulla libertà, fondata sul rispetto della dignità delle persone e dei popoli (cfr nn. 18-19)”. “Anche questi sono valori che certo ha imparato e conosciuto prima di tutto nelle campagne della bergamasca; e lo stesso vale per San Paolo VI nelle terre bresciane”, ha osservato. “Siamo qui insieme, dunque – ha detto ancora il papa -, a rendere grazie al Signore perché dalle vostre comunità ha scelto due Santi Pastori che hanno saputo guidare la Chiesa in tempi di grandi entusiasmi e però altrettanto di grandi domande e sfide.
I due Papi
Hanno vissuto come protagonisti l’ondata di nuova vitalità che ha accompagnato il Concilio Vaticano II e hanno dovuto affrontare gravi pericoli come il terrorismo e la ‘guerra fredda’”. “Rendiamo grazie al Signore prima di tutto per averceli donati – ha proseguito -. Per averli donati alle vostre comunità come figli e fratelli, cresciuti tra le vostre strade, dove hanno lasciato le tracce del loro cammino di santità, al punto che ancora oggi i luoghi della loro presenza sono meta di pellegrinaggio per tanti uomini e donne che vi si recano dall’Italia e dall’estero”. “Fratelli e sorelle vi dico una cosa – ha aggiunto Francesco -: Dio non fa i santi in laboratorio, no: li costruisce in grandi cantieri, in cui il lavoro di tutti, sotto la guida dello Spirito Santo, contribuisce a scavare profondo, a porre solide fondamenta e a realizzare la costruzione, ponendo ogni cura perché cresca ordinata e perfetta, con Cristo come pietra angolare (cfr Ef 2,21-22)”. “I vostri due capoluoghi, Bergamo e Brescia, insieme, sono stati scelti per essere ‘Capitale italiana della Cultura’ per il 2023 – ha quindi ricordato -. È un segno in più che ci porta nella stessa direzione. La vera cultura si fa infatti uniti, nel dialogo e nella ricerca comune e – come ci ha insegnato San Paolo VI – mira a condurre ‘attraverso l’aiuto vicendevole, l’approfondimento del sapere, l’allargamento del cuore, a una vita più fraterna in una comunità umana veramente universale’ (Enc. Populorum progressio 85)”. “E non dimenticate le vostre radici”, ha infine ribadito.