Papa Francesco torna a chiedere una “profonda riforma” delle strutture multilaterali per fare in modo che gli equilibri tra gli Stati non siano fondati sul possesso delle armi. “In questo momento, l’aumento di risorse economiche per gli armamenti – sottolinea in un messaggio ai partecipanti al convegno sulla Pacem in terris che si sta svolgendo alla Lateranense – è ritornato ad essere strumento delle relazioni tra gli Stati, mostrando che la pace è possibile e realizzabile solo se fondata su un equilibrio del loro possesso. Tutto questo – osserva il Pontefice – genera paura e terrore e rischia di travolgere la sicurezza poiché dimentica come ‘un fatto imprevedibile e incontrollabile possa far scoccare la scintilla che mette in moto l’apparato bellico’”, aggiunge citando proprio l’enciclica di Giovanni XXIII.
Una profonda riforma
E allora “si rende necessaria una profonda riforma delle strutture multilaterali che gli Stati hanno creato per gestire la sicurezza e garantire la pace, ma che sono ormai prive della libertà e della possibilità di azione. Non basta che esse proclamino la pace se non sono dotate della capacità autonoma di promuovere e attuare azioni concrete, poiché rischiano di non essere a servizio del bene comune, ma solo strumenti di parte”.
I martiri copti
I ventuno martiri copti, uccisi dall’Isis su una spiaggia della Libia nel febbraio del 2015, saranno inseriti anche nel Martirologio Romano, e quindi saranno venerati come tali anche dalla Chiesa cattolica. Lo ha annunciato Papa Francesco nell’incontro con il Capo della Chiesa copto-ortodossa Papa Tawadros II. “Non ho parole per esprimere la mia gratitudine – ha sottolineato Papa Francesco – per il dono prezioso di una reliquia dei martiri copti uccisi in Libia il 15 febbraio 2015. Questi martiri sono stati battezzati non solo nell’acqua e nello Spirito, ma anche nel sangue, un sangue che è seme di unità per tutti i seguaci di Cristo. Sono lieto di annunciare oggi che, con il consenso di Vostra Santità – ha detto il Papa rivolto a Tawadros -, questi 21 martiri saranno inseriti nel Martirologio Romano come segno della comunione spirituale che unisce le nostre due Chiese. Possa la preghiera dei martiri copti, unita a quella della Theotokos – ha aggiunto riferendosi ad uno dei modi nei quali la Madonna è chiamata, ‘Madre di Dio’ -, continuare a far crescere nell’amicizia le nostre Chiese, fino al giorno benedetto in cui potremo celebrare insieme allo stesso altare e comunicare allo stesso Corpo e Sangue del Salvatore, affinché il mondo creda”.
I migranti scappano per povertà
“Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti scappano per povertà, per paura, per disperazione”. Lo ricorda il Papa nel messaggio per la Giornata dei migranti che si celebrerà il 24 settembre. Per fermare “le migrazioni forzate è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Un impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Dobbiamo prodigarci per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune”, rileva il Pontefice. La migrazione deve diventare una “scelta libera” ma occorre nel frattempo accogliere e garantire migrazioni più sicure. “Mentre lavoriamo perché ogni migrazione possa essere frutto di una scelta libera, siamo chiamati ad avere il massimo rispetto della dignità di ogni migrante; e ciò significa accompagnare e governare nel miglior modo possibile i flussi, costruendo ponti e non muri, ampliando i canali per una migrazione sicura e regolare”, si legge nel messaggio del Papa.