Papa Francesco questo pomeriggio si è recato a Santa Maria Maggiore per i vespri nella solennità della dedicazione della basilica, nella festa conosciuta come il ‘miracolo della neve’.
L’omelia del Papa
La pace può essere “vera e duratura” solo se parte da “cuori pentiti e perdonati”, ha detto nell’omelia dei Vespri a Santa Maria Maggiore, sottolineando che “il perdono fa la pace”. “Specialmente nel corso del prossimo anno, Anno Santo del Giubileo, moltissimi saranno i pellegrini che verranno in questa Basilica a chiedere la benedizione alla Madre. Oggi, noi siamo qui radunati come una specie di avanguardia, e invochiamo la sua intercessione per la città di Roma, la nostra città, e per il mondo intero, specialmente per la pace: la pace che è vera e duratura – ha sottolineato il Pontefice – solo se parte da cuori pentiti e da cuori perdonati. Il perdono fa la pace perché è l’atteggiamento tanto nobile del Signore: perdonare”.
Il Papa ha messo anche in guardia dal rischio di rivestimenti mitologici nella pratica religiosa invitando a rivolgere lo sguardo alla “antica Icona mariana che è, per così dire, la gemma di questa Basilica. In essa la grazia acquista pienamente la sua forma cristallina nell’immagine della Vergine Madre col Bambino: la Santa Madre di Dio. Qui la grazia appare nella sua concretezza, spogliata di ogni rivestimento mitologico, o magico, spiritualistico, sempre in agguato della religione”, ha sottolineato Papa Francesco.
Rievocato il miracolo della neve
Una pioggia di petali bianchi nella basilica di Santa Maria Maggiore: durante i vespri, alla presenza del Papa, viene rievocato il miracolo della neve con dei fiocchi che cadono dal soffitto della basilica.
Fiocchi di neve nel pieno dell’estate: nella notte tra il 4 e 5 agosto del 358 d.C., la Madonna, secondo la tradizione, apparve in sogno a un nobile patrizio di nome Giovanni e gli chiese di costruire una chiesa nel punto dove avrebbe trovato neve fresca. Effettivamente il giorno dopo, sul colle romano dell’Esquilino, si verificò il prodigio e una candida coltre di neve ricoprì l’area dove oggi sorge la basilica di Santa Maria Maggiore, il più antico santuario mariano d’Occidente.