Papa Francesco, accolto dall’applauso dei fedeli, in piazza San Pietro è salito a bordo della ‘papamobile’ aperta, con la quale ha fatto il giro tra i vari settore per salutare e benedire le migliaia di pellegrini giunti come sempre da tutto il mondo per l’udienza generale. Prima di entrare nella piazza, Francesco ha fatto fermare la ‘jeep’ per far salire a bordo cinque bambini con costumi rossi, che ha portato con sé nel giro iniziale di saluto.
I monaci sono il cuore dell’annuncio del Vangelo
“Come può della gente che vive in monastero aiutare l’annuncio del Vangelo? Non farebbero meglio a impiegare le loro energie nella missione fuori del monastero? In realtà, i monaci sono il cuore pulsante dell’annuncio del Vangelo: la loro preghiera è ossigeno per tutte le membra del Corpo di Cristo, è la forza invisibile che sostiene la missione. Non a caso la patrona delle missioni è una monaca, Santa Teresa di Gesù Bambino”. Lo ha detto papa Francesco nell’udienza generale, che oggi, continuando il ciclo di catechesi “La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente”, ha dedicato al tema “Testimoni: il monachesimo e la forza dell’intercessione. Gregorio di Narek”.
L’amore anima la vita dei monaci
“I contemplativi, le monache e i monaci, esprimono il loro amore. Questo amore per tutti anima la vita dei monaci e si traduce nella loro preghiera di intercessione”, ha detto il papa, pronunciando la sua catechesi per lo più ‘a braccio’. Portando l’esempio di San Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa, Francesco ha ricordato che “è un monaco armeno, vissuto attorno all’anno Mille, che ci ha lasciato un libro di preghiere, nel quale si è riversata la fede del popolo armeno, il primo ad abbracciare il cristianesimo; un popolo che, stretto alla croce di Cristo, ha tanto sofferto lungo la storia”. “L’aspetto che in lui più colpisce è proprio la solidarietà universale di cui è interprete – ha proseguito -. Fra i monaci e le monache c’è una solidarietà universale: qualsiasi cosa succeda nel mondo, ne partecipano, se ne fanno carico, e pregano, intercedono per questo”. “E così evangelizzano – ha aggiunto -. Sembra un paradosso ma è così: evangelizzano pur stando chiusi nei monasteri”.
La riserva della Chiesa
“Pensiamo a questa ‘riserva’ che abbiamo nella Chiesa, sono la vera forza che porta avanti il popolo di Dio – ha quindi aggiunto il Pontefice -. E’ quello che porta ogni fedele, quando incontra un consacrato, una consacrata, a dire ‘prega per me'”.”Ci farà bene visitare ogni tanto un monastero, perché lì si prega e si lavora – ha concluso -. Hanno le mani sempre occupate: occupate nel lavoro o nella preghiera. Che Dio ci dia nuovi monasteri che portino avanti la Chiesa con la loro intercessione”.
Il Consiglio dei Cardinali
Si è riunito nei giorni 24 e 25 aprile il Consiglio dei Cardinali: erano presenti, con il Papa, tutti i cardinali che vi prendono parte e il segretario del Consiglio. “Al centro della conversazione le situazioni di guerra e di conflitto in cui si trovano molte parti del mondo e la necessità di un lavoro unitario di costruzione della pace da parte di tutta la Chiesa”, si legge in una nota della Sala stampa vaticana. Tra gli altri temi trattati, oltre alla situazione sociopolitica ed ecclesiale delle diverse regioni di appartenenza dei cardinali, anche i preparativi per l’assemblea sinodale di ottobre e la implementazione della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, con attenzione particolare allo sforzo per tradurre, ai diversi livelli, il lavoro di riforma condotto nella Curia romana. La prossima sessione sarà nel mese di giugno di quest’anno.