Come un semplice parroco, con un grembiule bianco sopra i paramenti liturgici, durante la messa ‘in Coena Domini’ alla Casa circondariale femminile di Rebibbia, a Roma, Papa Francesco, seduto sulla sedia a rotelle, ha lavato, asciugato e baciato i piedi a dodici detenute, di varie provenienze e nazionalità. Grande commozione fra le interessate, di cui poche sono riuscite a trattenere i singhiozzi e le lacrime, e anche tra le altre detenute e tra il personale del carcere.
L’omelia durante la Messa
Le pagine evangeliche di oggi, ha detto il Papa nell’omelia della messa alla Casa circondariale femminile di Rebibbia, ci parlano di due episodi: la lavanda dei piedi di Gesù agli apostoli e il tradimento di Giuda. “Con la lavanda dei piedi – ha spiegato il Pontefice – Gesù si umilia, ci fa capire quello che aveva detto: ‘io non sono venuto per essere servito ma per servire'”. Il riferimento triste, invece, è l’episodio di Giuda, che per soldi tradisce.
“Ma Gesù perdona tutto – ha proseguito -, Gesù perdona sempre, soltanto chiede che noi chiediamo perdono. Una volta ho sentito una vecchietta, saggia, una donna del popolo, ha detto così: ‘Gesù non si stanca mai di perdonare ,siamo noi a stancarci di chiedere perdono'”. “Chiediamo oggi al Signore la grazia di non stancarci – ha aggiunto Francesco. Tutti noi abbiamo piccoli fallimenti, sbagli di cui chiedere perdono”. “Adesso fremo lo stesso che ha fatto Gesù, lavare i piedi – ha quindi concluso -. E’ un gesto che ci attira l’attenzione sulla vocazione del servizio, e chiediamo al Signore che faccia crescere tutti noi nella vocazione del servizio”.
La visita a Rebibbia
Per celebrare la messa che apre il Triduo pasquale, Francesco ha quasi sempre scelto degli istituti di pena: l’anno scorso, il 6 aprile 2023, fu nel carcere minorile romano di Casal del Marmo. A Rebibbia il Papa è stato accolto dalla direttrice Nadia Fontana: al suo ingresso in sedia a rotelle nel cortile antistante la casa di detenzione, è stato salutato dall’applauso del personale e quindi delle detenute, cui si è subito diretto a stringere le mani.
La struttura femminile di Rebibbia
La struttura femminile di Rebibbia, nata negli anni ’50, è attualmente il più grande tra le quattro carceri femminili presenti in Italia, nonché uno delle più grandi d’Europa, con una forte presenza di donne straniere. Il Papa è tornato quest’anno a Rebibbia per aprire il Triduo pasquale, come già aveva fatto nel 2015 quando aveva visitato il noto carcere romano recandosi però nel “Nuovo Complesso”. Lì il Pontefice aveva celebrato la messa in Coena Domini con gli oltre 300 reclusi e operatori e compiuto il tradizionale rito della Lavanda dei piedi a sei uomini e sei donne.
Francesco prosegue così la tradizione avviata all’inizio del suo pontificato di non presiedere più la messa solenne in Coena Domini nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano, per recarsi invece in un luogo simbolico come sono le carceri carcere o centri di accoglienza per migranti e strutture per anziani. Bergoglio faceva così anche da arcivescovo di Buenos Aires.
La scelta dello scorso anno
L’anno scorso era tornato nello stesso luogo scelto per la prima messa in Coena Domini del suo pontificato, il carcere minorile di Casal del Marmo a Roma dove si era inginocchiato ai piedi di dodici ragazzi e ragazze minorenni, alcuni Rom e musulmani, per lavare loro i piedi e scambiare anche qualche abbraccio e parola. “Gesù non si spaventa delle nostre debolezze”, aveva detto nell’omelia.
Nel 2014, il Papa aveva scelto invece di trascorrere il Giovedì Santo con i ragazzi della Fondazione Don Carlo Gnocchi – Centro Santa Maria della Provvidenza, nel quartiere romano di Casalotti-Boccea. Nel 2015 era andato a Rebibbia, l’anno dopo a Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma, nel Centro di accoglienza per immigrati e rifugiati; nel 2017 si era recato nella Casa di Reclusione di Paliano, in provincia di Frosinone, a celebrare in mezzo a una settantina di detenuti, soprattutto collaboratori di giustizia che scontano pene molto lunghe, fra cui alcuni in isolamento; nel 2018 al Regina Coeli a Roma, con il rito della Lavanda dei piedi nella “Rotonda” e l’incontro coi detenuti ammalati in infermeria e alcuni reclusi della VIII
Sezione e, infine, nel 2019 nella Casa Circondariale di Velletri, istituto maschile.
Come un semplice parroco, con un grembiule bianco sopra i paramenti liturgici, durante la messa ‘in Coena Domini’ alla Casa circondariale femminile di Rebibbia papa Francesco, seduto sulla sedia a rotelle, ha lavato, asciugato e baciato i piedi a dodici detenute, di varie provenienze e nazionalità. Grande commozione fra le interessate, di cui poche sono riuscite a trattenere i singhiozzi e le lacrime, e anche tra le altre detenute e tra il personale del carcere.