Papa Francesco presso la Basilica del Sacro Cuore di Koekelberg a Bruxelles ha incontrato i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, i Consacrati, le Consacrate, i Seminaristi e gli Operatori Pastorali in apertura del terzo giorno del suo Viaggio Apostolico in Lussemburgo e Belgio che si concluderà domani.
Le parole del Papa
Sono in centinaia ad attendere il Papa fuori dalla basilica a Koekelberg, circa 2500 all’interno, secondo un volontario della sicurezza.
Dopo le parole dell’arcivescovo di Bruxelles Luc Terlinden e alcune testimonianze, Papa Francesco delinea la sua riflessione intorno alle tre parole evangelizzazione, gioia e misericordia.
Prima di tutto, l’evangelizzazione, perché, di fronte ai cambiamenti del tempo e alla secolarizzazione, è necessario ritornare all’essenziale, ovvero “al Vangelo, perché a tutti venga nuovamente annunciata la buona notizia che Gesù ha portato nel mondo, facendone risplendere tutta la bellezza”.
Secondo Papa Francesco, le crisi danno l’opportunità di “scuoterci, interrogarci e cambiare”, e dietro le crisi c’è un messaggio che il Signore vuole comunicare. Il Papa sottolinea che “siamo passati da un cristianesimo sistemato in una cornice sociale ospitale a un cristianesimo di minoranza, o, meglio, di testimonianza”, cosa che “richiede il coraggio di una conversione ecclesiale”.
Coraggio che è richiesto anche ai preti, chiamati ad essere “pastori innamorati di Gesù Cristo e attenti a cogliere le domande del Vangelo mentre camminano con il popolo santo di Dio, un po’ avanti, un po’ in mezzo e un po’ in fondo”.
Nel portare il Vangelo, “il Signore apre i nostri cuori all’incontro con chi è diverso da noi”, e in fondo “tanti possono essere i percorsi personali o comunitari, che ci conducono però alla stessa meta, all’incontro con il Signore: nella Chiesa c’è spazio per tutti, tutti, tutti e nessuno dev’essere la fotocopia dell’altro”.
Papa Francesco afferma che l’unità della Chiesa “non è uniformità, ma trovare l’armonia nella diversità” – e qui la basilica scoppia in un applauso. Il Papa poi risponde ad una sollecitazione sul Sinodo e sottolinea che questo “deve essere un ritorno al Vangelo”, e non deve avere “tra le priorità qualche riforma alla moda”, ma piuttosto chiedersi “come possiamo far arrivare il Vangelo in una società che non lo ascolta più o si è allontanata dalla fede?”
La gioia il secondo tema, e non la gioia “legata a qualcosa di momentaneo”, ma piuttosto “la gioia del cuore suscitata dal Vangelo”, che ci fa sapere “che lungo il cammino non siamo soli e che anche nelle situazioni di povertà, di peccato, di afflizione, Dio è vicino, si prende cura di noi e non permetterà alla morte di avere l’ultima parola. Dio è vicino! Vicinanza!”
Papa Francesco chiede che il predicare, il servire, il celebrare e il fare apostolato “lasci trasparire la gioia del cuore”, e quando la fedeltà appare difficile si deve mostrare che questa “è un cammino verso la felicità”.
Infine, la misericordia, perché il Vangelo “ci conduce alla gioia perché ci fa scoprire che Dio è il Padre della misericordia, che si commuove per noi, che ci rialza dalle nostre cadute, che non ritira mai il suo amore per noi”.
Incontro nella chiesa di Saint Gilles
Questa mattina, dopo aver celebrato la Santa Messa in privato, prima di lasciare la Nunziatura, Papa Francesco ha salutato brevemente il Vice Presidente della Commissione Europea, Margarítis Schinás, il Vice Presidente della Commissione Europea per la Democrazia e la Demografia, Dubravka Šuica, la Rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità presso l’Unione Europea, Oxana Domenti, e il Direttore Regionale dell’OMS per l’Europa, Hans Kluge. Si è poi fermato, come nella mattina di ieri, a salutare la gente, particolarmente i bambini e i giovani, venuti ad incontrarlo davanti alla Nunziatura.
Lasciata la Nunziatura, ha raggiunto la Chiesa di Saint Gilles a Bruxelles, dove ha visitato i senzatetto assistiti dalla Parrocchia prima di dirigersi alla Basilica del Sacro Cuore di Koekelberg.
Pubblichiamo di seguito le parole di saluto che il Santo Padre ha rivolto ai presenti:
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Grazie per questo invito a colazione! È bello cominciare la giornata tra amici, e tale è l’atmosfera che si respira a Saint Gilles.
Ringrazio Marie-Françoise, Simon e Francis per ciò che hanno detto e sono felice di vedere come qui l’amore alimenta continuamente la comunione e la creatività di tutti: avete ideato perfino La Biche de saint Gilles, e immagino sia una birra molto buona! Poi al pomeriggio vi dico se è buona o no.
Come ha detto Marie-Françoise, “la misericordia indica la strada verso la speranza” – molto bello! –, e guardarsi a vicenda con amore aiuta tutti – tutti, tutti! – a volgersi al futuro con fiducia e a rimettersi ogni giorno in cammino. La carità è così: è un fuoco che scalda il cuore, e non c’è donna né uomo sulla terra che non abbia bisogno del suo calore.
È vero, non sono pochi i problemi da affrontare – lo sapete bene –, come ci ha detto Simon, e a volte ci si scontra con il rifiuto e l’incomprensione, come ci ha raccontato Francis, ma la gioia e la forza che vengono proprio dall’amore condiviso sono più grandi di qualsiasi difficoltà, e ogni volta che ci si lascia coinvolgere dalle dinamiche della solidarietà e della cura reciproca ci si rende conto di ricevere molto più di ciò che si dà (cfr Lc 6,38; At 20,35).
Al termine del nostro incontro ci sarà il dono alla Parrocchia di una statua di San Lorenzo, diacono e martire dei primi secoli, famoso anche per aver presentato ai suoi accusatori, che volevano i tesori della Chiesa, le membra più fragili della Comunità cristiana a cui apparteneva, quella di Roma, la cosa più importante, ma anche la più fragile: i poveri, i bisognosi.
Non era un modo di dire, e neanche una semplice provocazione. Era ed è la pura verità: la Chiesa ha la sua ricchezza più grande nelle sue membra più deboli, e se vogliamo davvero conoscerne e mostrarne la bellezza, ci farà bene donarci tutti gli uni agli altri così, nella nostra piccolezza, nella nostra povertà, senza pretese e con tanto amore. Ce lo ha insegnato per primo il Signore Gesù, che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2Cor 8,9).
Cari amici, grazie per avermi accolto tra voi e grazie per il cammino che fate insieme. E grazie per la colazione! Vi benedico tutti e prego per voi. E vi raccomando, pregate anche per me. Grazie!
L’incontro con i giovani all’Università Cattolica di Lovanio
Dal 1968, l’Università Cattolica di Lovanio è divisa in due entità. La Katholieke Universiteit Leuven, di lingua fiamminga, e l’Universitè Catholic de Louvain, di lingua francese, e la seconda è stata insediata in una nuova cittadella, Louvain-la-Neuve. Ma nascono come una sola entità, uno studio voluto da Papa Martino V nel 1425, che comincia quest’anno accademico il 600esimo anno di vita. Oggi il Pontefice è stato in quella di lingua francese. Ieri in quella di lingua fiamminga.
Le parole di Papa Francesco ai giovani
Nella sua riflessione, Papa Francesco guarda alla guerra, “espressione più brutale” del male, ma anche alla corruzione e alle moderne forme di schiavitù – mali che rischiano di “inquinare la stessa religione”, che diventa “strumento di dominio”. E così “l’unione degli uomini con Dio, che è amore salvifico, diventa schiavitù”.
Ma, nota Papa Francesco, “Dio è Padre, non padrone; è Figlio e Fratello, non dittatore; è Spirito d’amore, non di dominio”. Papa Francesco, però, nota che l’impegno del cristiano è ancora più grande se si considera che “il male non ha l’ultima parola, che ha i giorni contati”.
Guardando al tema ecologico – una delle questioni che gli sono state poste – Papa Francesco descrive in tre parole il rapporto tra fede e casa comune: riconoscenza, missione e fedeltà. La riconoscenza, perché “questa casa ci è donata: non siamo padroni, siamo ospiti e pellegrini su questa terra”. Quindi, la missione, che è quella “di custodire la sua bellezza e coltivarla per il bene dei tutti, soprattutto dei posteri”, ed è in questo che consiste “il programma ecologico della Chiesa”, che non può riuscire se restano “arroganza, violenza e rivalità”.
Ci vuole, sottolinea Papa Francesco, una “conversione del cuore”, perché è anche da lì che viene “la drammatica urgenza del tema ecologico,” ovvero “dall’arrogante indifferenza dei potenti, che mette sempre avanti l’interesse economico”, e “finché il mercato resta al primo posto, la nostra casa comune subirà ingiustizia”.
Papa Francesco invita gli studenti a considerare la cultura come “coltivazione del mondo, non solo delle idee”. Da qui, il terzo atteggiamento, la fedeltà, che deve essere tributata a Dio e all’uomo, perché lo sviluppo integrale “riguarda tutte le persone in tutti gli aspetti della loro vita”.
Le forme di “oppressione e di scarto” si oppongono allo sviluppo integrale, ma – afferma Papa Francesco – “la Chiesa denuncia questi soprusi, impegnandosi anzitutto nella conversione di ogni proprio membro, di noi stessi, alla giustizia e alla verità”.
Per il Papa, “lo sviluppo integrale fa appello alla nostra santità: è vocazione alla vita giusta e felice, per tutti.”. Papa Francesco chiede di scegliere tra manipolare la natura e coltivare la natura, partendo proprio dalla natura umana, e mette in luce le sfide poste dall’eugenetica, dagli organismi cibernetici, dall’intelligenza artificiale.
Ma l’ecologia umana porta a pensare anche al ruolo della donna della Chiesa. Sulla questione, dice Papa Francesco, “pesano violenze e ingiustizie, insieme a pregiudizi ideologici”, e la Chiesa “è donna, non è il Chiesa”. La Chiesa, prosegue Papa Francesco, “è il popolo di Dio, non un’azienda multinazionale”, e la donna è “figlia, sorella, madre” come l’uomo è “figlio fratello e padre”, in una relazione che “esprimono il nostro essere a immagine di Dio, uomo e donna, insieme, non separatamente!”
Donne e uomini sono “persone, non individui”, chiamati fin dal principio ad amare ed essere amati, in una vocazione che è missione, perché “ciò che è caratteristico della donna, cioè ciò che è femminile, non viene sancito dal consenso o dalle ideologie” e “la dignità è assicurata da una legge originaria, non scritta sulla carta, ma nella carne”.
ACI Stampa
Foto: Vatican Media