“Il maestro di tennis o padel, oltre che un tecnico, è anche e direi soprattutto un ‘educatore’. Perciò vi incoraggio a proseguire su questa strada educativa, e vi propongo una semplice riflessione, che mi pare si può ricavare dalla pratica del vostro sport: il buon gioco viene da una giusta dinamica di attacco e di difesa. E così avviene anche in un cammino educativo: si tratta di legare bene il rischio e la prudenza”. Lo ha detto papa Francesco ricevendo stamane in udienza nell’Aula Paolo VI i partecipanti al Simposio Internazionale di Tennis e Padel, provenienti da oltre 30 Paesi, guidati dal presidente della Federtennis Angelo Binaghi che ha donato al papa una racchetta da Padel.
Tennis e padel
“Un bravo giocatore di tennis o di padel – ma questo vale per qualsiasi sport – non può sempre e solo attaccare, non può sempre rischiare, deve anche saper difendere”, ha sottolineato il Pontefice, mentre “un buon educatore sa dosare bene il rischio e la prudenza”. Secondo Francesco, “il rischio dev’essere sempre proporzionato e accompagnato. Il ragazzo deve sentirsi libero e nello stesso tempo non abbandonato. I genitori o gli educatori che, per proteggere il bambino, gli fanno evitare ogni imprevisto, oppure gli risolvono tutti i problemi, non lo fanno crescere. Questa non è prudenza, è un misto di paura della realtà e di egoismo possessivo nei confronti del bambino. Non fa bene”. Invece “la vera prudenza, come la buona difesa, è un atteggiamento sempre positivo, mai negativo. La difesa, per così dire, è un altro modo di attaccare”. “Così la prudenza nell’educazione è indispensabile per valutare bene le situazioni, in rapporto alle potenzialità del ragazzo e della ragazza”, ha proseguito.
L’educatore deve allenare alla resistenza
In particolare, “l’educatore deve allenare alla resistenza, a non mollare, a cercare di rispondere a quei colpi che sembrano imprendibili e invece, con prontezza e agilità, si possono recuperare, in modo che l’altro giocatore rimanga spiazzato, perché non se l’aspettava”. E poi, ha aggiunto Bergoglio, “voglio ripetere anche a voi quella che per me è la cosa più importante: il tennis è un gioco, il padel è un gioco, e la loro forza educativa sta proprio nella dinamica del gioco. Non lasciatevi rubare il gusto di fare sport per passione, per divertirvi e divertire. Questa è la gratuità, lo spirito di gratuità con la quale dobbiamo giocare”. “L’agonismo è buono se non toglie questa dimensione ludica – ha sottolineato -. Se invece prevale la dinamica della competizione, questa fa scattare varie forme di egoismo che finiscono per rovinare la pratica sportiva, così che questa non risulta più educativa, anzi, al contrario”. “C’è una cosa che, non solo nel tennis e padel, ma in qualsiasi sport, non dobbiamo mai perdere: l’amatorialità, la dimensione di ‘amateur’ – ha quindi concluso -. Quando lo sport si fa per altri interessi, non per la gratuità di amateur, si perde, perde la bellezza, perde questa dimensione sinfonica dello sport, diventa commercio. Sempre abbiate in mente questo: che il mio tennis, il mio padel, non perda la dimensione amatoriale”.
La festa del giuramento delle guardie svizzere
“Rinnovo all’intero Corpo la mia gratitudine per la diligente e generosa collaborazione, di cui ogni giorno sono testimone”. Lo ha detto papa Francesco ricevendo in udienza stamane nel Palazzo Apostolico Vaticano la Guardia Svizzera Pontificia in occasione della festa del Giuramento. “La Guardia Svizzera Pontificia è una grande famiglia, una comunità vivace e fraterna, sia nei momenti di servizio che in quelli liberi da mansioni lavorative. E come la famiglia è un luogo di crescita, dove si imparano tante cose utili per la vita, così è nella Guardia: è un ambiente di formazione umana e cristiana per tutti”, ha affermato il Pontefice rivolgendosi alle nuove guardie che giureranno questo pomeriggio, agli ufficiali, ai sottufficiali, a tutti i componenti del Corpo e alle famiglie. “Nel volto di quanti avvicinate ogni giorno, siano essi membri della Curia romana o pellegrini e turisti, scorgete altrettanti inviti a riconoscere e a condividere l’amore di Dio per ciascuno – ha aggiunto -. Ogni situazione, ogni incontro possa rappresentare un’opportunità per mettere in pratica il Vangelo di Cristo, per imparare dal Signore e per vivere l’amore fraterno nel suo nome e con il suo Spirito”. Nella cerimonia in programma alle 17.00 nel Cortile di San Damaso giureranno 23 nuove guardie svizzere. Questa mattina alle 7.30, nella Basilica di San Pietro, il Corpo ha assistito a una messa celebrata dal card. Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, anch’egli svizzero. Ieri, invece, dopo i Vespri alle 17.00 nella Chiesa di Santa Maria della Pietà in Campo Santo Teutonico, c’è stata la deposizione della corona in onore dei caduti del 6 maggio 1527 con conferimento delle onorificenze nella Piazza dei Protomartiri Romani da parte di mons. Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato.