“L’ascolto delle scienze ci propone continuamente nuove conoscenze. Consideriamo quanto ci dicono sulla struttura della materia e sull’evoluzione degli esseri viventi: ne emerge una visione molto più dinamica della natura rispetto a quanto si pensava ai tempi di Newton. Il nostro modo di intendere la ‘creazione continua’ va rielaborato, sapendo che non sarà la tecnocrazia a salvarci (cfr Lett. enc.
Laudato si’, 101): assecondare una deregulation utilitarista e neoliberista planetaria significa imporre come unica regola la legge del più forte; ed è una legge che disumanizza”. Lo afferma Papa Francesco nel Messaggio inviato ai partecipanti all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, datato “dal Policlinico ‘Gemelli’, 26 febbraio 2025”.
“Nell’Assemblea generale di quest’anno – sottolinea il Papa – vi siete proposti di affrontare la questione che oggi viene definita ‘policrisi’. Essa riguarda alcuni aspetti fondamentali della vostra attività di ricerca nel campo della vita, della salute e della cura. Il termine ‘policrisi’ evoca la drammaticità della congiuntura storica che stiamo vivendo, in cui convergono guerre, cambiamenti climatici, problemi energetici, epidemie, fenomeno migratorio, innovazione tecnologica”.
Secondo Francesco, “l’intreccio di queste criticità, che toccano contemporaneamente diverse dimensioni della vita, ci induce a interrogarci sul destino del mondo e sulla nostra comprensione di esso”. E per il Pontefice, “un primo passo da compiere è quello di esaminare con maggiore attenzione quale sia la nostra rappresentazione del mondo e del cosmo”. “Se non facciamo questo – avverte – e se non analizziamo seriamente le nostre resistenze profonde al cambiamento, sia come persone sia come società, continueremo a fare ciò che abbiamo fatto con altre crisi, anche recentissime”.
“Pensiamo alla pandemia da covid – aggiunge -: l’abbiamo, per così dire, ‘sprecata’; avremmo potuto lavorare più a fondo nella trasformazione delle coscienze e delle pratiche sociali (cfr Esort. ap. Laudate Deum, 36)”. “E un altro passo importante per evitare di rimanere immobili, ancorati alle nostre certezze, alle nostre abitudini e alle nostre paure – suggerisce Bergoglio -, è ascoltare attentamente il contributo dai saperi scientifici”.Per una “dimensione comunitaria della speranza”, “davanti a una crisi complessa e planetaria, siamo sollecitati a valorizzare gli strumenti che abbiano una portata globale. Dobbiamo purtroppo constatare una progressiva irrilevanza degli organismi internazionali, che vengono minati anche da atteggiamenti miopi, preoccupati di tutelare interessi particolari e nazionali”.
Lo afferma Papa Francesco nel messaggio inviato ai partecipanti all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, sul tema “The End of the World? Crises, Responsibilities, Hopes”, che si svolge da oggi al 5 marzo presso il Centro Conferenze dell’Augustinianum. Il messaggio è datato “dal Policlinico ‘Gemelli’, 26 febbraio 2025”.
“Eppure – dice il Pontefice – dobbiamo continuare a impegnarci con determinazione per ‘organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali’ (Lett. enc. Fratelli tutti, 172)”. “In tal modo – aggiunge – si promuove un multilateralismo che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un’efficacia stabile (cfr Esort. ap. Laudate Deum, 35). Si tratta di un compito urgente che riguarda l’umanità intera”.