“Ringrazio padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, che ha parlato poco questa volta, eh, è riuscito a parlare poco questa volta, va bene”. Il Papa ha cominciato con una battuta, dimostrando di essere in buona forma dopo l’indisposizione di ieri, la sua udienza ai partecipanti al convegno promosso da “La Civiltà Cattolica” con la Georgetown University.
Amo poeti e scrittori
“Ho amato molti poeti e scrittori nella mia vita, tra i quali ricordo soprattutto Dante, Bloy, Dostoevskij e altri ancora”. Lo ha detto Papa Francesco nell’udienza. “Devo anche ringraziare i miei studenti del Colegio de la Inmaculada Concepción di Santa Fe, con i quali ho condiviso le mie letture quando ero giovane e insegnavo letteratura. Le parole degli scrittori – ha sottolineato Francesco – mi hanno aiutato a capire me stesso, il mondo, il mio popolo; ma anche ad approfondire il cuore umano, approfondire la mia personale vita di fede, e perfino il mio compito pastorale, anche ora in questo ministero. Dunque, la parola letteraria è come una spina nel cuore che muove alla contemplazione e ti mette in cammino”.
Poveri noi se smettiamo di sognare
“Poveri noi se smettiamo di sognare”: ha continuato detto il Papa. Per il Pontefice dobbiamo “non soltanto guardare, ma anche sognare. Noi esseri umani aneliamo a un mondo nuovo che probabilmente non vedremo appieno con i nostri occhi, eppure lo desideriamo, lo cerchiamo, lo sogniamo. Uno scrittore latinoamericano diceva che abbiamo due occhi: uno di carne e l’altro di vetro. Con quello di carne guardiamo ciò che vediamo, con quello di vetro guardiamo ciò che sogniamo”.
La Chiesa ha bisogno di protestare
“L’arte è un antidoto contro la mentalità del calcolo e dell’uniformità; è una sfida al nostro immaginario, al nostro modo di vedere e capire le cose. E in questo senso lo stesso Vangelo è una sfida artistica, con una carica ‘rivoluzionaria’ che voi siete chiamati a esprimere grazie al vostro genio con una parola che protesta, chiama, grida. Oggi la Chiesa ha bisogno della vostra genialità perchè ha bisogno di protestare, chiamare, gridare” – ha concluso il Papa icevendo in udienza i partecipanti al convegno promosso da “La Civiltà Cattolica” con la Georgetown University.